Capitolo 32

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Trevor's pov

"Dai ma sei serio?" chiede Tyler scoppiando a ridere.

"Non fare il cazzone" ribatto spingendogli la testa sotto l'acqua per un secondo.

"Tu e Forbes amici. Senti se vuoi ricominciare a portartela a letto mi sembra proprio una strategia del cazzo" conclude

"Non voglio portarmela a letto. E' finita, ma non capisco perchè evitarsi e perchè debba fare tutto quel casino per nulla" mento. Lo capivo eccome.

"Beh tutti i torti non li ha amico. L'hai scaricata senza dirle nulla che per carità è una cosa che fai sempre però non mi sembra che tu sia mai tornato dalle altre per chiedere amicizia o no?"

"Questo perchè le altre hanno un cervello inesistente e non ci si può fare un discorso"

"Parli del diavolo..." commenta Tyler guardando oltre la vetrata che si affaccia sulla palestra. 

Vediamo Emily arrivare con quel cagnolino del fisioterapista. Palese che ci stesse provando con lei. Non credevo che l'incidente l'avesse resa tanto ingenua, ma evidentemente doveva essere così per non accorgersene. 

"Comunque Thompson, per volerle essere solo amico, quel tipo lo stai fulminando un po' troppo"

"Ma sta' zitto" ribatto iniziando a nuotare in solitaria per un numero di vasche infinito. 

Avevo fatto una stronzata ad andarmene, non perchè ora volessi tornare con lei, intendiamoci. Avevo sbagliato perchè una persona normale le sarebbe stata accanto. Ero stato un codardo, su quello aveva perfettamente ragione. L'attrazione c'era ed era inevitabile visto com'era bella, ma tutti i miei sentimenti per lei che andavano oltre l'aspetto fisico si sono polverizzati non appena i suoi occhi si erano chiusi e il suo corpo era sprofondato in una pozza di sangue a causa mia. 

Un braccio mi scuote dal mio ritmo sostenuto. Tyler. Sta proprio iniziando a rompere i coglioni oggi questo ragazzo.

"Che c'è?" chiedo irritato.

"Penso sia meglio se te ne vai. Mister dottor House sta portando Emily qui in piscina" commenta schernendo il fiosioterapista viscido. 

Era una congiura. Sotto sotto credo lo facesse di proposito per farmi saltare i nervi. 

"Ma se non sa neanche nuotare.."

"Dai esci" sbuffa Ty quasi implorandomi.

"Non ci penso neanche"

"Allora vedi di non fare casino. Lo sai che alla prima rissa il coach ti butta fuori e la nostra squadra non se lo può permettere"

"Tranquillo. Non me ne sarei neanche accorto se tu non l'avessi detto. Non li vedrò neanche"

"Certo, come no"

In effetti l'avrei vista eccome, a chi la volevo dare a bere? La piccola rompiscatole era lì: con il suo metro e sessanta scarso, un costume a due pezzi nero che lasciava spazio al suo tatuaggio in mezzo a quel paio di tette che qualunque ragazzo presente si era sognato quando stavamo insieme. Non che lei prima di stare con me non fosse uno schianto, ma i ragazzi sono coglioni e vogliono una cosa solo perchè qualcuno con più potere di loro l'ha ottenuta e tanto da chiedersi perchè meritasse la mia attenzione, arrivando poi a desiderarla solo perchè l'avevo fatto io. 

Il piercing all'ombelico risaltava con il luccichio dell'increspatura dell'acqua. Era bellissima proprio perchè non si rendeva conto di esserlo, con la sua finta sicurezza e la corazza che si era costruita a discapito di tutto e tutti. 

Si vedeva ancora la cicatrice sull'addome, anche se lei cercava di nasconderla con il braccio, ma non la rendeva meno bella, anzi, non era mai stata più sexy di così. Le dava coraggio ed esperienza. 

Pensavo di riuscire a fare finta che lei non fosse lì e che stesso opportunamente evitando di fissarmi, ma ancora una volta mi vedevo costretto ad andare contro me stesso. Con due bracciate ero a bordo vasca, esattamente sotto di lei che si era seduta con le gambe a mollo.

"Però! Spendere tutti quei soldi per la retta sta cominciando a dare i suoi frutti. Non c'era mai stata una vista così"

"Wow molto originale Trevor" commenta mentre fa per scostare le gambe. 

"Ma come? Un tempo non ti dispiaceva avere la mia testa in mezzo alle cosce, o sbaglio?" sussurro fissandola dritta negli occhi. 

"Fai davvero schifo" ribatte spingendo un piede contro il mio petto per allontanarmi. 

"Emily se vuoi ci spostiamo..." interviene il principino azzurro dei miei stivali, squadrandomi.

"No Jake qui andrà benissimo. Devi solo tenermi perchè non so nuotare molto bene, anzi a dire la verità eccello nello stile del ferro da stiro quindi dovrai essere il mio salvagente a meno che non ti voglia esercitare nella rianimazione bocca a bocca" gli risponde, ma i suoi occhi sono ancora fissi su di me.

"Nessun problema Ems" ridacchia. 

Ems? Che cazzo di soprannome è? Mi ricordava il suono del nome di quelle caramelle colorate. Patetico.

"Ciao Em & Ems" mi congedando allontanandomi senza trattenere le risate. Non avevo proprio motivo di preoccuparmi di un coglione del genere. 

Emily mi rivolge un'ultima occhiataccia per poi avvinghiarsi alle spalle del suo fisioterapista smidollato. Nel frattempo la piscina si svuota e alla fine rimaniamo noi tre. Me ne sarei potuto andare almeno un'ora fa, ma voglio aspettare che il tipo schiodi per poterle parlare. 

Vedendoli finalmente uscire dall'acqua capisco che la loro seduta è finita e mi avvio verso le docce femminili per aspettarla. Lo spogliatoio è completamente deserto e la luce tramonto crea un'atmosfera quasi soffusa. 

Un rumore mi fa rendere conto che Emily è entrata, ma non si è resa conto della mia presenza lì. seduto sulla panca tra i primi armadietti e le docce la guardo intenta a regolare il getto d'acqua. Non resisto e mi avvicino alle sue spalle.

"Gesù" impreca sbattendo contro il mio petto umido.

"Non esagerare, puoi chiamarmi sempre Trevor" ribatto ironico.

"Che fai? Ora spii le ragazze mentre si fanno la doccia? Hai finito le tattiche buone di abbordaggio?" chiede sarcastica.

"Quelle non mancano mai"

"E allora che vuoi?" chiede un pelo infastidita dalla mia affermazione.

"Che pensi seriamente a quello che ti ho chiesto a lezione"

"Trevor, non potremo mai essere amici e lo hai appena dimostrato con la tua sceneggiata in piscina, ma come cazzo ti permetti di parlare così a una donna? A me poi!" urla puntandomi un dito contro.

"Quindi tu sei disposta a perdermi come persona solo perchè non stiamo più insieme?"

"Non girare la frittata. Io non voglio essere amica di uno come te"

"E che cosa vuoi essere per uno come me?" sussurro muovendo qualche passo in avanti costringendola contro il muro. L'acqua calda scorre suoi nostri corpi e il vapore incornicia il suo imbarazzo. Se fosse per me questi due strati sottili di stoffa che porta indosso sarebbero sul pavimento e le sue urla rimbomberebbero fra il marmo delle docce, ma devo allontanare queste immagini dalla mia mente e restare lucido. 

"Niente" risponde glaciale avvicinando il suo viso ancora di più al mio per dimostrarmi che non aveva paura. 

"Ora se vuoi restare a fissarmi mentre mi faccio la doccia, accomodati, tanto non c'è nulla da vedere che tu non abbia già visto, altrimenti levati di torno" conclude secca, con una sicurezza che non le avevo mai visto addosso.

Non credevo fosse possibile, ma era ancora più eccitante che in passato. 

"Me ne vado, me ne vado" indietreggio senza togliere gli occhi dai suoi.

Lo riconoscevo quello sguardo. Per lei era guerra aperta. 


**Spazio autrice**

Sorpresa con un doppio aggiornamento settimanale! Ero ispirata e quindi ne ho approfittato, spero vi faccia piacere!

Un bacio a tutte! Aspetto come sempre i vostri commenti!

SECRETSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora