Capitolo 7

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Emily's pov

"Non mi guardare così Em" dice sospirando, come fosse in preda ad una silenziosa tortura.

"Così come, Trev?" chiedo accentuando il soprannome. Ammicco e inclino il capo lateralmente come a voler penetrare il suo sguardo ancora di più.

"Ti stai mettendo nei guai, tesoro, saresti pronta a scottarti? Chiede bloccandomi fra le sue braccia. Io tremo per un secondo. Il suo profumo di sigarette e scelte sbagliate mi manda fuori di testa
"Oh, Trevor io mi sono già bruciata. Non sai di cosa parli" non sapeva niente di me e del mio passato e per quanto potesse essere difficile il suo trascorso, il mio era molto più oscuro.

Sta cercando di mettermi in difficoltà sfruttando il suo fascino da bello e dannato.


"L'unica cosa che so è che hai scelto il vestito sbagliato per venire a farmi la morale sai?" afferma ammiccando.
"Perché cos'hai che non va?"
"Oh piccola, un sacco di cose, a incominciare dal fatto che ogni fottutissimo ragazzo, me compreso, vorrebbe strappartelo per scoparti tutta la notte contro un muro" deglutisce lentamente e si lecca il labbro inferiore senza allentare la stretta su di me.
"Vedi è proprio questo il problema di voi ragazzi. Pensate solo a possedere un corpo per quanto sia bella la confezione, tralasciando tutto ciò che contiene. Pensate di saper scopare, ma siete solo dei quasi adulti con la mentalità e gli ormoni da liceali"
"Che ne sai tu ragazzina di queste cose, si dice che non ti abbia mai toccata nessuno e pretendi di insegnarmi come si scopa? ma chi non sa fare insegna giusto?" è di nuovo arrabbiato.

"Ahh basta Thompson mi hai scocciato, me ne vado, ne ho abbastanza dei tuoi sbalzi d'umore, sei insopportabile"

"Sei tu quella che scappa quando qualcuno le dice la verità in faccia" ribatte provocandomi

"Devi imparare a lavarti quella cazzo di bocca Thompson, non puoi parlarmi così" rispondo rovesciandogli sulla maglietta quanto rimane del drink. 

Per tutta risposta di scatto mi carica sulle sue spalle come un dannatissimo uomo delle caverne.

 "E tu devi imparare come ci si comporta ragazzina, mi sono stufato, sei una viziata del cazzo" esclama furibondo.

Che gli è venuto in mente adesso? Strillo ma nessuno mi sente, sono tutti troppo concentrati a non vomitarsi sui pantaloni. Cerco Alicia, Alex Lucas, qualcuno insomma, con lo sguardo, ma non trovo nessun volto amico . Lo prendo a pugni ma l'unico risultato che ottengo è farlo ridere ancora di più di me.

"Sei un animale non puoi portarmi via contro la mia volontà"

"Oh invece sì che posso, ti avevo avvertita di fare attenzione ai malintenzionati o mi sbaglio?"

Apre con la keyless la sua auto sportiva e mi sistema nel sedile posteriore come fossi un sacco di patate per poi chiudermi dentro. Apre lo sportello del conducente e mette in moto. Gli vomito addosso una serie di insulti e minacce ma a lui scivola tutto addosso. "Puoi strillare quanto vuoi dolcezza, ma prima o poi perderai la voce, piuttosto passami una sigaretta". Ne prendo due accendendomene una.

Erano mesi che non fumavo, ma questo ragazzo mi faceva davvero girare i coglioni.

"Ma allora sei proprio una cattiva ragazza! Ti ubriachi, provochi, meni meglio di un qualsiasi mio compagno di pallanuoto, hai un tatuaggio super sexy e fumi anche! Sono colpito"

"Cos'è, nel tuo immaginario la verginella del college indossa profumo alla vaniglia, maglioncini attillati e ripudia alcool, feste e sigarette?" domando sarcastica. 

"All'incirca" ribatte strizzandomi l'occhio.

"L'unico cliché qui dentro sei tu" rispondo tranquilla buttando dal finestrino una nuvola di fumo.

"Ah si principessina? E perché mai?" chiede serrando la mascella.

"Reciti la parte del bello e tenebroso che non cerca legami o che non li vuole perché non li sa gestire a causa dei traumi del passato, usi le ragazze per il sesso e le feste per l'alcool convinto che solo così placherai i tuoi demoni. Ti ritieni una mina vagante, ma la verità è che non hai abbastanza palle per crescere. Ci ho preso vero?" faccio la mia analisi con più cattiveria possibile. Voglio ferirlo come ha fatto lui poco fa.

Accosta l'auto e mi rendo conto che siamo nel parcheggio della piscina.

Che diavolo ci facciamo qui?

"Vedremo se continuerai a fare la splendida adesso" ribatte lui come se il suo piano fin dall'inizio fosse quello di punirmi.

"Scendi da sola o preferisci montarmi in spalla come poco fa dolcezza?" chiede voltandosi nella mia direzione con un tono un po' troppo saccente.

"Sei disgustoso"

"Ti è piaciuto e lo sai. Avrei sentito i fremiti del tuo bacino anche a metri di distanza"

Lo odio, ma odio ancora di più il fatto che sappia leggere le mie emozioni. La sia presa salda mi aveva sconvolta, si, ma aveva acceso in me un desiderio che non provavo da tempo.

"Che ci facciamo qui in piscina Thompson?" svio per cambiare argomento.

Serra la mascella e scuote il capo "Proprio non ce la fai a stare zitta eh?". Odio che mi faccia sentire stupida. 
In men che non si dica finisco di nuovo a testa in giù sulle sue spalle. Grido e lo mordo. "Ehi Em smettila credevo non fossimo ancora in confidenza per il sesso estremo" sghignazza divertito dal mio inutile dimenarmi.

Con un calcio apre la porta e mi fa scivolare tra le sue braccia tenendomi salda come fossi una bambina.

"Bene bene, grida pure quanto vuoi, ma nessuno ti sentirà! Sei stata una vera spina nel fianco in questi giorni perciò io direi che meriti una punizione" afferma soddisfatto.

Oddio è pazzo vuole buttarmi in acqua!

Conficco le mie unghie nelle sue spalle e lo sento rabbrividire. "No ti prego Trev non lo fare dai siamo stati pessimi entrambi, ti chiedo scusa"

"Troppo tardi dolcezza dovevi pensarci prima dello schiaffo e sicuramente prima di rovescairmi addosso l'alcool".
La sua è una sentenza: prende lo slancio e mi butta vestita di tutto punto in acqua a una profondità di 3 metri, ignorando, nel suo piano perfetto, la mia incapacità di nuotare.
Grido, annaspo, agito le braccia, faticando a riemergere. Mi esce una richiesta d'aiuto strozzata e con la coda dell'occhio vedo il suo sorrisino spegnersi. "Cazzo Em" Si toglie la maglietta e si butta in acqua. Mi riprende in un secondo e io mi avvinghio a lui come fosse il mio salvagente.

"Sei un vero idiota! Non so nuotare Trevor!" Urlo tra un colpo di tosse e l'altro dandogli un pugno su quella spalla di marmo che si ritrova.
"Eh che ne potevo sapere, di solito si impara a 8 anni, dai ci sono qui io" sorride e mi passa una mano fra i capelli per rassicurarmi.

"Stai cercando di uccidermi?" chiedo con tono più serio che ironico.

"Quello mai tesoro, non ti farei mai del male"

Le sue braccia sono così rassicuranti, ispira protezione e una lista infinita di attività poco caste. Non so se sono io o i gin tonic di prima a parlare ma l'unica cosa che voglio fare è stringermi a lui.
Trevor come se mi avesse letto nel pensiero mi sorride e dice "Devi solo chiedere piccola"
Senza aggiungere altro appoggio la mia testa nell'incavo del suo collo facendomi cullare dall'acqua e dalle sue braccia possenti. "Mi dispiace per prima, quando sono arrabbiata faccio uscire il peggio di me" sussurro scusandomi tirando su con il naso che pizzica per il cloro.
"Siamo pericolosi insieme lo sai?" ammette baciandomi la punta dell'orecchio.
"Dici?"
"Abbassiamo entrambi le difese, non resistiamo alla chimica, ci odiamo, ma siamo come due calamite. Dovrei ascoltare il tuo maledetto fratello e invece continuo a cercarti anche quando non siamo insieme"
"Me ne pentirò sicuramente ma forse l'unica cosa che odiamo è che alla fin fine non ci odiamo affatto" non riesco a dirglielo guardandolo negli occhi, morirei, cariche elettriche ad un voltaggio spropositato stanno prendendo il sopravvento sul mio corpo, mentre io sono capace solo di disegnare costellazioni infinite con i miei polpastrelli sui suoi tatuaggi.
"Tremi Em?"
Alzo lo sguardo per rendermi conto che i suoi occhi blu mi stanno guardando con ardore, desiderio e passione. Senza dire nulla, crollano le difese costruite da entrambi mi stringe contro il bordo della piscina, afferra i miei capelli con decisione facendomi scappare un sospiro di piacere. Dopo un ultimo sguardo, le sue labbra premono contro le mie. È un bacio dolce, anche se la sua lingua freme per farsi strada nella mia bocca. Lo lascio fare, lo voglio. Lo avvolgo con le mie gambe stringendolo sempre di più, sentendo la sua erezione crescere sempre di più. Mi alza il vestito cercando di farsi strada fra il pizzo del mio completino intimo. "Dio dovresti essere illegale in tutti i Paesi del mondo" sussurra in estasi al contatto con la mia lingerie. Io non riesco a ribattere sono travolta da una scarica di adrenalina, ma chi voglio prendere in giro? Lo desidero.
Continuiamo a baciarci consapevoli entrambi che alla fine di quel bacio stupendo lui tornerà ad essere il puttaniere che non vuole legami ed io la ragazza troppo incasinata per cui è troppo difficile gestire una relazione.

Ma allora cosa sto facendo? Ritorno in me, premo le mie mani contro il suo petto per allontanarlo.

"È sbagliato" sussurro guardando l'acqua.
"Oh andiamo non fare l'ipocrita adesso, stava piacendo anche a te!"
Mi do la spinta per uscire dall'acqua, ma Trevor afferra il mio polso e mi obbliga a voltarmi verso di lui. Mi stringe forte. "Cosa c'è di sbagliato? Ho capito che non sei come le altre, vedo lo stesso dolore che ho io negli occhi. Che male c'è se ci divertiamo senza stupide complicazioni sentimentali e ci scordiamo per un po' del dolore che ci portiamo dietro?"
Mi infervoro. "È tutto sbagliato Trevor. Non ho bisogno di un ragazzo che si scopa tre quarti di college e guadagnarmi la reputazione della sua ennesima puttanella. Io voglio di più per me. Tu non sai niente di me, pensi di saperlo e che sia anche solo paragonabile a tuoi problemi, ma non lo è, neanche lontanamente"
"E' questo il tuo problema ragazzina, pensi di sapere tutto, guardi tutti dall'alto verso il basso e pretendi di controllare ogni cosa, ma la verità è che non controlli proprio un cazzo. La tua vita non fa schifo e qualunque cosa tu abbia vissuto riesci ad essere una bella persona, ma io sono rotto dentro e non posso scappare da quello che mi porto dietro. Che male c'è a volersi prendere quello che c'è di buono nella vita. Sarai una delle tante e allora? Io non pretendo di essere mica il tuo fidanzato. Smettila di pensare a ciò che dice la gente e goditi la vita".

"Proprio come immaginavo" mi volto e con l'andatura più rapida che posso sostenere esco da quella piscina. Sono fradicia, gocciolo ovunque. Il vestito mi fascia ancora più di prima e il bianco lascia intravedere il mio seno nudo e le mie mutandine di pizzo. Sento i suoi occhi addosso ad ogni mio passo verso l'uscita. In che situazione mi sono cacciata?

"Emily aspetta, non puoi uscire così" mi intima, ma io non ho più voglia di ascoltarlo.

Provavo una forte attrazione per Trevor questo era innegabile: i suoi occhi, la sua pelle, la sua voce, il suo profumo. Tutto mi aveva stregata in poco tempo penetrando il mio muro di indifferenza. Ma con lui non si può abbassare la guardia. Lui non sarà mai in grado di darmi ciò di cui ho bisogno. La stabilità. E io non riuscirò mai a fidarmi tanto da raccontargli il mio passato fatto di violenza e illegalità.

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