Immaginate una cittadina di provincia negli anni '60, immersa in un dicembre di quelli in cui la mattina ci si sveglia sotto una coltre di brina sui campi che, in periferia, ancora sopravvivono alle costruzioni della città. Qualche volta la coltre è di neve.
In una cittadina come questa, in un quartiere destinato negli anni futuri a diventare residenziale, c'è una strada che finisce con dei campi dove ancora non si è costruito: poco oltre c'è la scuola elementare frequentata dai bambini della zona, che la mattina presto escono a frotte dalle loro case e si avviano a piedi verso le loro aule. A volte i più piccoli vanno alle due del pomeriggio. Sono tanti, devono fare i doppi turni.
Rare macchine passano lente tra i gruppetti rumorosi di cappottini e cuffiette di lana con i sottogola annodati che finiscono con la nappa colorata.
In questa strada, a pochi minuti dalla scuola, c'è una villetta costruita da poco: ha il giardino sui quattro lati, circondato da una ringhiera grigia in ferro battuto; una siepe lo separa dalla strada e, proprio accanto al cancello d'ingresso, c'è un grosso albero di mimosa che a marzo somiglia a una nuvola gialla.
Sabato 13 dicembre 1968, poco prima delle otto, una bambina esce dal cancello tutta infagottata con la cartella in mano. Si chiama Bianca. Ha il naso rosso che affiora dalla sciarpa a righe annodata intorno al collo; due lunghe trecce nere spuntano da sotto la cuffia di lana rossa. Il bianco del grembiule un po' troppo lungo esce da sotto il cappotto.
Chiude dietro di sé il cancello tutto bagnato e si strofina le mani prima di metterle in tasca.
Pochi metri più avanti si unisce a lei Luisa, la sua compagna di classe che abita poche case più avanti. È tardi: la sta aspettando sulla porta di casa, tutta infagottata. Sentono suonare la campanella poco prima dell'angolo da cui si vede il grosso edificio oltre il campo.
«Forza, corri!» dice Luisa ridendo. La prende per mano.
Sono le ultime mattine di scuola prima delle vacanze: una manciata di giorni le separano dal Natale, la festa più attesa dell'anno.
Il cielo è grigio e denso di nubi compatte, l'aria ferma: nevicherà?
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SCALE
General FictionSiamo negli anni '60, in un quartiere di periferia di una cittadina di provincia destinato, in futuro, a diventare residenziale. In una strada che termina in un campo dove ancora non si è costruito, a due passi dalla scuola elementare del quartiere...