"Allora? Che vuol dire?" disse Paulo.
"Va bene calmiamoci." disse Alvaro riportando la calma, mentre Federico non aveva detto una parola.
Alice continuava a stare zitta.
"Stato insieme?" chiese sempre Paulo.
"No, non stiamo insieme." rispose Alice.
"Non dire cazzate, non a me." disse l'argentino.
"Non ti sto dicendo cazzate Pau, davvero, non stiamo insieme." disse la ragazza.
"A me non sembra un messaggio da parte di un amico, quindi illuminami perché continuo a non capire."
"Io..." non sapeva cosa dire, come fai a confessare a quello che è praticamente tuo fratello che ti scopi un suo compagno di squadra di cui probabilmente sei anche innamorata?
"Senti Ali oggi è stata già una giornata pesante, non sei obbligata a spiegarci ora, io e Alvaro ora abbiamo delle interviste quindi dobbiamo andare, quando te la sentirai ci spieghi ok?" disse Federico abbracciandola, seguito poi da Alvaro che fece lo stesso.
"Paulo, vieni?" chiese lo spagnolo.
"No, non abbiamo ancora finito di parlare, voi andate."
"Si ha ragione, non preoccupatevi." disse Alice e così i due lasciarono la stanza, non prima di aver mandato uno sguardo a Paulo che diceva 'datti una calmata che sta già troppo male'.
"Allora? Credo di meritarmela davvero una spiegazione, almeno io." disse lui.
"Hai ragione ma non è facile come credi."
"Se non mi avessi detto cazzate sarebbe stato più facile non credi?"
"Puoi smetterla per un attimo di attaccarmi?"
"Spiega e basta."
"Prometti che non ti incazzi ancora di più?"
"Credo sia difficile farmi incazzare più di così."
"Noi non stiamo insieme...noi facciamo solo sesso." confessò infine sentendosi più leggera, ma allo stesso tempo preparandosi alla sfuriata dell'argentino.
"Dimmi che ho capito male."
"Vorrei potertelo dire, davvero."
"Sei impazzita per caso? Ti rendi conto che avete sette anni di differenza? Ti rendi conto che è un giocatore della società di tuo padre? Hai pensato a quante cose siano sbagliate in tutto ciò?"
"Certo che ci ho pensato! Per quale motivo pensi che mi sia allontanata da voi eh? Perché sapevo che stavo facendo una cazzata e che vi avrei delusi!"
"Perché sei andata avanti con questa storia allora? Ti ha forzato lui? Giuro che gli spacco la testa, che coglione ma come gli viene in mente!"
"Non mi ha forzato a fare nulla Pau, non è colpa sua è colpa mia."
"E' colpa di tutti e due e mi meraviglio di lui che ha 24 anni cazzo. Una scopamicizia, ma io dico siete impazziti?"
"E' colpa mia Pau."
"No."
"Sì."
"Ti dico di no, sono incazzato con te, ma non è tutta tua la colpa, hai diciassette anni le cazzate si fanno."
"E' colpa mia invece."
"Perché continui a dirlo?"
"Perché sono io quella che si sta innamorando tra i due." disse Alice scoppiando a piangere e liberandosi delle lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.
"Nena... vieni qua." disse Paulo aprendo le braccia.
Un secondo dopo Alice aveva già affondato la testa del suo petto.
"Scusa, hai ragione ad essere arrabbiato." dissi lei.
"No scusami tu, ho alzato troppo la voce." rispose lui.
"Senti per oggi hai pianto abbastanza, pizza e maratona di "friends" e poi magari ne riparliamo un altro giorno, che dici?" disse sempre il ragazzo.
La ragazza annuì.
"Mi prometti una cosa però? Non nascondermi più nulla, ok? Voglio esserci per te." disse l'argentino.
"Te lo prometto." rispose lei.
"Tu me la prometti una cosa?" disse sempre lei.
"Dimmi."
"Non dare di matto con Federico, ti prego e non permettere che la situazione influenzi la squadra, mi sentirei ancora più in colpa."
"Va bene nena."
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"E quindi l'hanno scoperto?" chiese Andrea quella mattina.
Alice, che era seduta sulla sua vespa a fumare una sigaretta, annuì semplicemente.
"E?" chiese Nick.
"Paulo ha dato di matto ma poi si è calmato, con Alvaro e Fede devo ancora parlare, con Alvaro ci parlo oggi visto che già mi ero messa d'accordo con Ali per andare dai bambini. Berna già mi ha scritto che quando voglio parlargli lui c'è."
"Beh potevamo andare peggio no?" chiese Nick.
"Si, come mai hai questa faccia? C'è dell'altro?" chiese Andrea osservando che le grandi occhiaie che normalmente contornavano gli occhi della sua amica erano ancora più profonde quella mattina.
"Mi sa che mi sono innamorata di lui."
"Ah." disse Nick.
"Bel casinò." aggiunse Andrea.
"Grandi amici, voi si che sapete come confortare qualcuno." disse Alice ridendo.
"Almeno ti facciamo ridere però." dissi Andrea.
"Dai si, siete più o meno simpatici." disse la ragazza.
"Più o meno? Ma smettila su!" disse Nick.
"Si va bene, andiamo va, ci aspetta una meravigliosa ora di greco." disse Alice mettendo le braccia sulle spalle dei due è avviandosi verso l'entrata della sua scuola, pensando solo a viversi una normale giornata da adolescente.
Nota dell'autore
Posso dire solo 'scusa'. Purtroppo ho avuto un blocco, non sapevo più come andare vanti, in più tra la scuola e tutto alla fine Ho scritto già altri capitoli, che pubblicherò le settimane, spero di continuare a con una cadenza settimanale, ma non posso promettervi nulla. Ci tengo a portare avanti questa storia, anche perché i vostri commenti mi fanno super piacere, ho già in mente la storia fino alla fine, devo solo elaborarla.
Scusatemi ancora, e grazie per il supporto.
xoxo
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afterglow - federico chiesa
Teen FictionAlice era innamorata di Roma, anche se la sua città natale era Torino. Roma era casa per lei, la città che l'aveva vista crescere, Torino era solo il posto in cui era nata e dove passava qualche giorno all'anno, ma non era il suo posto. Roma per lei...