XXIII

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Alice si era svegliata in una camera che non aveva mai visto.

Le sembrava di avere un deja vu, di trovarsi in una situazione già vissuta.

Aveva un gran mal di testa.

La situazione era in realtà ben diversa da quella che aveva vissuto con Federico. 

Facendo mente locale si ricordò che Charles l'aveva affidata a Max, quindi, quasi sicuramente, si trovava a casa di quest'ultimo.

Ne ebbe la conferma quando controllò se avesse ancora i suoi vestiti addosso, e fortunatamente si accorse di averli, notando di indossare sopra il suo tubino, anche una felpa della Red Bull. 

Era decisamente a casa di Max.

Si alzò e cercò la cucina, che immaginò fosse al piano inferiore dell'appartamento.

"Buongiorno, dormito bene?" le chiese Max non appena la vide scendere dalle scale.

"Si, scusa il disturbo, spero di non aver fatto nulla di troppo imbarazzante." disse mentre si sedeva sull'isola della cucina e beveva la tazza di caffè che Max le aveva preparato.

"Beh mi volevi baciare, ma ti capisco, chi non vorrebbe?"

"Si beh questo me lo ricordo, e mi ricordo anche che alla fine mi hai baciata tu, quindi siamo pari."

"Speravo non te lo ricordassi..." disse lui imbarazzato.

"Tranquillo".

"Non voglio che tu ti faccia strane idee..."

"Max stai tranquillo, un '97 mi ha appena spezzato il cuore, credo di aver chiuso per sempre con i ragazzi nati in quest'anno."

"Quindi ora per colpa di Chiesa noi '97 non abbiamo più speranze con te? Nemmeno in futuro, quando sarai più grande?" disse Max scherzando.

"Magari per te potrei fare un'eccezione..."

"Ah ecco!"

"Solo se quest'anno vinci il mondiale però."

"Allora è fatta!"

"Vorrei avere la tua sicurezza Max."

"In F1 se non pensi di essere il migliore, affondi. E poi smettila di sottovalutarti, sei bellissima, sei intelligente, non devi pensare di essere inferiore solo perché un ragazzo non ci ha capito nulla e ha preferito un'altra ad una come te , perché non ci hai rimesso tu, anzi, ci hai solo guadagnato, un ragazzo che ti tratta così non merita né te, né le tue lacrime."

"Grazie Max, davvero." disse Alice con un sorriso.

"Non devi ringraziarmi, Ali." scatenando una risata nella ragazza. "Perché ridi?"

"Mi fa ridere come dici 'Ali'."

"Non prendermi in giro, prova a dire qualche parola in olandese, poi vediamo chi ride."

"Ah a quello ci penso già Matt e Anne, so dire 'Schat'."

"Wow, sono impressionato."

"Visto? Sono bravissima...senti Max, posso chiederti una cosa?"

"Certo."

"Secondo te Arthur ha un interesse nei miei confronti? Voglio dire, fa spesso battute, ma non capisco se alla fine restano tali o vuole dirmi qualcos'altro."

Alice ci pensava da quando era arrivata a Monaco. Lei ed Arthur si conoscevano da tantissimo tempo. Lei aveva tredici anni e lui ne aveva sedici, quando per la prima volta si erano incontrati, dato che Charles correva in Formula 3 con una scuderia italiana, quindi le sembrava strana l'idea.

afterglow - federico chiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora