"Ali, svegliati dai, c'è Paulo." la svegliò suo padre.
Andrea e Alice si erano addormentati sul divano la sera prima.
"Si ora mi alzo." disse stropicciandosi gli occhi.
"Vieni Paulo, si sta svegliando." disse Andrea facendo entrare il calciatore in salotto, mentre lui se ne andava in cucina.
"Ehi nena..."
"Ciao Pau..."
"Alice ci ha raccontato che è successo...mi dispiace."
"Non è colpa tua."
"Lo so, ma mi dispiace che stai male per un coglione del genere. Dovrò avere tanto autocontrollo per parlargli senza prenderlo a pugni."
"Non voglio che litighiate, ne va dei risultati della squadra. Ci parlo io appena me la sento, voi non fate nulla, vi prego."
"Va bene parlaci prima tu, però un discorsetto se lo becca lo stesso."
"Va bene."
"Ti voglio bene nena, ora vado, chiamami se ti serve qualcosa."
"Anch'io, grazie Pau."
\\\\\\\
"Papà io sto andando da Anne. Ti scrivo quando torno."
"Va bene, vai piano mi raccomando." rispose suo padre.
Così Alice aveva preso la sua Vespa e si era diretta verso casa dei due olandesi.
"Sono Alice." disse dopo aver citofonato.
Quando le venne aperto il portone salì.
"Ciao schat, come va?" l'aveva accolta Matt con un abbraccio e un bacio sulla fronte.
"Va così." disse Alice alzando le spalle.
Matt le aveva fatto una domanda di circostanza. Gli occhi di Alice parlavano già da soli. Erano gonfi e lucidi, sembrava sul punto di scoppiare a piangere da un momento all'altro. Ma d'altronde chi poteva biasimarla? Chi reagirebbe bene se scoprisse che la persona di cui si sta innamorando è fidanzata? Nessuno. E Alice non era un'eccezione.
"Ciao schat, ti preparo un tè, va bene?"
"Grazie Anne."
Mentre i tre parlavano e Anne preparava il tè, suonò il citofono.
"Vado io." disse Anne.
"Ali...è Fede. Che faccio?" disse Anne.
"Fallo salire." rispose la ragazza.
"Ali sei sicura?" chiese Matt.
Alice annuì.
"Ali...io...mi dispiace." disse Federico entrando in cucina.
Alice rimase a fissarlo.
'Mi dispiace' che scusa elaborata.
"Possiamo parlare? Per favore?" chiese il ragazzo.
"Sì." rispose lei.
"Vi lasciamo da soli allora." dissero Matt e Anne.
"No, ce ne andiamo noi, parliamo da un'altra parte, non vi preoccupate." disse Alice cercando di sorridere.
"Va bene ci sentiamo dopo allora." disse Anne abbracciandola, mentre Matt le lasciava un bacio sulla fronte, come suo solito.
"Ciao ragazzi." disse Federico, ricevendo solo un cenno dai due olandesi.
Federico e Alice uscirono da casa dei due entrando poi in ascensore.
C'era un silenzio tombale tra di loro.
Solo quando arrivarono nella macchina di Federico, questo prese parola.
"Ti giuro Ali, mi dispiace un sacco..."
"Ti dispiace un sacco?! Mi sa che dispiace più a me sai?! Come pensi che mi sia sentita appena lei si è presentata a me? Non lo sai? Una merda, ecco come mi sono sentita. Come cazzo t'è venuto in mente di iniziare una cosa del genere se eri fidanzato?" disse Alice, sfogandosi.
"Non stavamo insieme quando è iniziata questa cosa tra di noi..."
"Ah bene, grande giustificazione Federico."
"Che vuoi che ti dica? Ho fatto una cazzata, non volevo."
"Ma a te sembra un modo per spiegare quello che hai fatto? Quanti anni hai? Ventitré o quindici?"
"Mi stai dando del ragazzino? Tu?"
"Ma vaffanculo va!" disse Alice tentando di uscire dalla macchina, trovando però la portiera chiusa.
"Apri."
"Prima finiamo di parlare e poi apro."
"Ok. Paulo, Berna e Alvaro l'hanno scoperto." disse Alice.
"Ma che cazzo stai dicendo?! Perché cazzo glielo hai detto?!"
"Ah adesso sei tu quello incazzato? E comunque non gliel'ho detto io, anche se pensi che avere diciassette anni sia sinonimo di stupidità."
"Non pensi sia un comportamento da ragazzina farsi scoprire?"
"Però ti piaceva scopartela questa ragazzina eh?!"
"Ok calmiamoci, abbiamo alzato troppo i toni, scusami non è colpa tua. E' solo colpa mia, avrei dovuto dirti di Benedetta, sia per rispetto nei tuoi confronti, sia per rispetto nei suoi confronti..."
"Avresti dovuto dirmelo e avremmo smesso subito, non voglio essere la causa di un tradimento."
"E' proprio per questo che non l'ho fatto e lo so che sono stato uno stupido, ma io ci sto veramente bene con te e..." Federico non fece in tempo a finire la sua frase che Alice lo stoppò.
"E niente Fede, io non voglio essere l'amante di nessuno e poi..." Alice stava continuando, ma si fermò prima di dire quello che forse non avrebbe voluto, e dovuto dire.
"Poi?" disse Federico.
"Niente." disse Alice girandosi a guardare fuori dal finestrino.
"Ali...dimmi, ti prego." disse Federico.
"E poi mi sa che sto iniziando a provare qualcosa per te, quindi è un altro motivo per finirla qui. E forse hai ragione a dire che sono una ragazzina, perché solo una ragazzina si innamorerebbe del suo scopamico, pure coglione per giunta."
"Ali..."
"Non devi dire niente tranquillo, chiudiamola qui. Vado, ci vediamo."
"Ali ti prego...ti voglio bene, non voglio perderti."
"Fede non possiamo andare avanti con questa cosa, lo sappiamo entrambi che per noi non è possibile stare insieme, in più c'è Benedetta che di certo non se lo merita, anzi sono sicura che sia lei quella giusta per te. Mi serve un po' di tempo Fede, ti prego."
"Posso darti un bacio prima che tu vada?"
"Fede..."
"Ti prego..."
Alice annuì.
E fu un bacio d'addio triste, in cui le labbra si sfioravano tra loro, ma allo stesso tempo venivano sfiorate dalle lacrime della ragazza e da una lacrima solitaria del ragazzo.
"Non piangere per me però."
"Figurati se piango per uno come te, dai." disse lei ironicamente, mentre le lacrime ancora scendevano sulle sue guance.
"Sei incredibile."
"Ciao Fede."
"Ciao Ali."
E Alice scese dalla macchina e si incamminò verso la sua Vespa.
La mise in moto e si diresse verso il centro, facendo un giro per Torino, mentre le lacrime ancora scendevano.
STAI LEGGENDO
afterglow - federico chiesa
أدب المراهقينAlice era innamorata di Roma, anche se la sua città natale era Torino. Roma era casa per lei, la città che l'aveva vista crescere, Torino era solo il posto in cui era nata e dove passava qualche giorno all'anno, ma non era il suo posto. Roma per lei...