Parte 25 - Why

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(canzone: dandelions - Ruth B.)

una volta pronta, uscii dalla stanza e tornai al piano di sotto, sentivo l'urgenza di dover mangiare prima di svenire.

nessuna traccia di Mason in salotto.

scrutai l'ambiente per esserne sicura, dovevo trovarlo così che potessi scusarmi per come avevo reagito prima.

sentii dei rumori provenire dalla cucina e capii che probabilmente si trovava lì, strano.

mi avvia verso la porta e lo trovai intento ad armeggiare con diversi utensili, quel rumore era stato provocato da una pentola che lui aveva fatto cadere a terra.

mi misi a ridere, non l'avevo mai visto cucinare e probabilmente non ne era capace.

lui si voltò all'istante verso di me e alzò un sopracciglio sdegnato dalla mia reazione.

"Mason, che cerchi di fare?" gli chiesi mentre raccoglievo da terra la pentola, poggiandola nuovamente sul bancone della cucina

"preparo il pranzo" rispose con fierezza

"o cerchi di avvelenarmi, probabilmente"

"questo mai" scosse la testa

quelle parole mi portarono a pensare nuovamente a ciò che aveva detto Kai, abbassai lo sguardo e tirai in dentro una guancia, mordicchiandola.

perché si comportava così bene con me ultimamente? voleva solo che io cedessi alle sue provocazioni così da poterlo raccontare in giro e rafforzare la sua autostima?

"ho detto qualcosa che non va?" richiamò la mia attenzione, allungando un braccio verso di me

"no, anzi" portai nuovamente lo sguardo su di lui "perché sei così gentile con me ultimamente? continuai

"che vuol dire?" chiese lui, aggrottando la fronte, confuso

"hai capito bene" puntualizzai il concetto

"lo sono sempre stato"

ascoltai le sue parole sogghignando, questa frase confermò i miei dubbi.

serrai i pugni e tornai ad assumere un'espressione seria.

"eppure fino a due mesi fa mi reputavi l'amica sfigata di tuo fratello"

"non posso cambiare idea?" mi rivolse un sorriso, come se io fossi ingenua

"vaffanculo, Mason Mount, sei proprio una persona di merda" dissi colpendolo al petto

lui indietreggiò di qualche passo, dato che non si aspettava che lo colpissi e il suo sguardo divertito di prima scomparve, lasciando spazio ad un velo di rabbia e frustrazione.

"ma che cazzo ti prende?" sbottò lui, avanzando di qualche passo verso di me

"conosco bene le tue intenzioni" dissi alzando lo sguardo, così da riuscire a guardarlo negli occhi

"ovvero?" chinò il viso da un lato

"vuoi solo portarmi a letto" dissi con un filo di voce

lui portò una mano alla base del mento e sfregò con le dita quegli accenni di barba che aveva sul viso.

"sì, ma voglio fare anche altro" ammise

i suoi occhi riflettevano la luce del lampadario della cucina e ciò li fece luccicare, il suo sguardo era fisso sul mio viso.

una tristezza assurda mi travolse e non ebbi il coraggio di rispondere, poiché sicuramente sarei scoppiata in un pianto.

EMPTY - Mason MountDove le storie prendono vita. Scoprilo ora