Il film era di una noia mortale. Mai visto nulla di simile.
<Non mi amerai più quando saprai il mio segreto!> urlò il ragazzo nello schermo.
La ragazza iniziò a piangere: <Io ti amerò per sempre, ma tu devi dirmelo!>Achille prese un'altra patatina dal pacchetto. <Che pizza!>
Uno shhhhh gli giunse da dietro. Alzò gli occhi al cielo per poi prendere il telefono.
Achille 😍🥰:
Che pizza!Patroclo:
Smetti di fare casino. Ci fissano.Achille si girò verso l'amico, che invece cercava di ignorarlo.
Achille 😍🥰:
Eddai, è noioso. Ammettilo.Patroclo guardava ancora fisso il film. Poi con uno sbuffò recuperò il telefono.
Patroclo:
Lo è.Patroclo:
Sarà quasi finitoPatroclo:
ResistiAchille sospirò e riportò l'attenzione verso il film. Patroclo era seduto proprio accanto a lui. Con un gesto spontaneo, gli porse il pacchetto.
L'altro allungò la mano senza guardare e centrò in pieno la sua guancia. Aveva le dita calde.
Achille per poco non scoppiò a ridere. Patroclo ritrasse la mano, agitandosi sul sedile.
Achille 😍🥰:
Sei la persona più maldestra del mondoAchille 😍🥰:
Prendi le patatine, ok?Patroclo era in imbarazzo. Prese le patatine come se fossero reliquie sacre.
Achille allungò un braccio e lo posò sopra le sue spalle.
<Che fai?> la voce di Patroclo era lievemente stridula. Gli dava tanto fastidio rischiare di sembrare il suo ragazzo? Ma no, lo avrebbe detto. Patroclo era sempre sincero con lui.
<Mi addormento su di te, che sei morbido, finché questa lagna non finisce> prima che l'altro potesse contestare, Achille appoggiò la testa alla sua spalla e chiuse gli occhi.
Sapeva che l'altro glielo avrebbe fatto fare. Patroclo era sempre gentile- a volte troppo gentile, secondo Mia- con lui.
Tum tum. Era un bel battito. Anche piuttosto veloce. Achille aveva passato con Patroclo intere notti così, poco dopo il suo arrivo, quando ancora lo tormentavano gli incubi. Avevano lavorato per anni contro l'insicurezza del più giovane, e sul suo senso di colpa.
Per anni, si era addormentato tra le sue braccia, mentre Achille gli giurava che era meraviglioso, importante e di certo non colpevole.
Era tanto tempo che non ci ripensava. Erano passati due anni dall'ultima volta che avevano dormito insieme.
Una goccia d'acqua lo distolse dai pensieri. Spalancò gli occhi.
<Che succede? Patroclo?>
Il ragazzo si era ritratto di colpo e si passava compulsivamente una mano sugli occhi. Li strofinava, peggiorando solo il numero di lacrime che ne usciva.
La ragazza del film disse: <Quel bastardo se lo meritava, hai fatto bene a ucciderlo!>
Achille non era il più brillante e nemmeno il più intuitivo tra i due. Ma conosceva tutto di Patroclo e adorava ogni cosa di lui. Tutto, tranne le sue lacrime.
<Usciamo> ordinò. Patroclo scosse la testa: <Sto bene, ok? Solo un minuto e sto bene>.
<Non stai bene> Achille lo abbracciò e lo sentì sciogliersi contro di sé. "Non sei colpevole, non sei inutile, non sei nulla. Non potresti mai essere non importante per me."
Le parole che gli aveva dedicato per anni, notte dopo notte, gli rimbalzano in testa.
<Mi dispiace> gli sussurrò. <Questo film è noioso E stupido. Usciamo, per favore.>
Patroclo annuì. Provò a parlare, ma dalle sue bellissime labbra uscivano solo singhiozzi.
Achille sentì il suo cuore spezzarsi. Lo prese per mano- le loro mani si incastravano alla perfezione da sempre- e lo portò fuori dal cinema.
Patroclo sembrava incapace di camminare ma Achille lo avrebbe volentieri preso in braccio se fosse servito a tirarlo fuori dal cinema e dal suo dolore.
Non servì: Patroclo si lasciava trascinare.
Piazza Olimpo era troppo affollata. Girarono verso Via Atene, dove c'era una delle loro panchine preferite.
Patroclo si sedette. Tremava.
<Io la odio. Odio la mia testa, i miei pensieri, e quell'immagine...>Achille aveva già intuito tutto. Annuì: <Ehi, lo so. Non me lo devi spiegare. Sono io. Puoi dirmi tutto e non devi spiegare>.
Patroclo si rifugiò nel suo abbraccio. Achille era da sempre il suo porto sicuro e la sua casa. Era l'unico punto fisso e l'unica luce. Era sempre stato tanto meraviglioso e Patroclo gli avrebbe dato tutto se stesso e tutto il mondo.
Se solo fosse bastato.
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Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]
Fiksi PenggemarPatroclo arriva nella casa-famiglia Fitia sei mesi dopo aver commesso un omicidio. È appena un bambino ed è già distrutto. Una persona entra nella sua vita e lo aiuterà ad andare avanti. Questa nuova piccola luce è Achille, il figlio del proprietari...