Capitolo quattordici

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Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Achille, c'è una cosa di cui voglio parlarti. È da un po' che voglio farlo ma non avevo abbastanza coraggio. Due amici mi hanno appena mostrato un futuro bellissimo e ho capito che lo voglio, per me e non solo. Ma mi rendo conto che il futuro deriva dal presente, da ciò che faccio adesso. Perciò credo che l'unico modo per farlo avverare sia iniziare.

Achille:
Sei ubriaco?

Achille:
Ti senti bene?

Achille:
Anzi, non dirmelo. Vengo a prenderti al corso, così se sei ubriaco avrò i video con cui prenderti in giro ;)

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Sul serio, non ho parole

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Non posso credere che il tuo primo pensiero sia stato questo

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
E, per i posteri: NON SONO UBRIACO

Achille:
È quello che direbbe un ubriaco

Achille:
Sono quasi

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Stai massaggiando IN MACCHINA?

Achille:
Sono attento!

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Se fai un incidente ti resuscito per ucciderti

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
E ora ti blocco così non puoi scrivermi e sei costretto a guardare la strada

Achille:
Non lo faresti mai. Mi adori!

*Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨 ti ha bloccato*

Achille guardò incredulo il telefono. Il suo migliore amico era impazzito! Ed era quasi sicuramente ubriaco: non reggeva l'alcool e dopo qualche bicchiere finiva sempre a filosofeggiare.

Fece una curva. Chissà di cosa voleva parlargli...

Non era possibile che si fosse accorto della cotta per lui, no? Era stato attentissimo! Aveva persino messo like a un paio di ragazze su Olimpz. Più di questo, cosa doveva fare? Sposarsi?

Il pensiero di un matrimonio gli fece pensare a Patroclo e si ritrovò ad arrossire. Era così felice di essere solo in macchina!

Il telefono vibrò: una notifica. Cercando di non perdere d'occhio la strada, Achille sbloccò il telefono.

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Ok, ti ho sbloccato

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Però non scrivere, guarda la strada

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Ho sempre terrore che possa capitarti qualcosa

Patroclo 👨‍❤️‍💋‍👨:
Ti aspetto all'uscita <3

Patroclo trattenne il fiato. Gli aveva mandato un cuore. Non credeva che sarebbe bastato a far capire ad Achille i suoi sentimenti, ma da qualche parte doveva pur iniziare.

Achille sorrise. Era sempre così premuroso! Poi, giusto per non farlo preoccupare, mise via il telefono e si concentrò sulla guida.

Vedeva già il cancello davanti a sé. Ormai sapeva la strada a memoria: erano passati più di sei mesi dalla prima volta che era venuto lì.

Circa un anno prima, quando lui era ancora in quarto e Patroclo in terzo, quest'ultimo aveva concluso il suo percorso psicologico. Convincerlo ad andare dallo psicologo era stata una specie di impresa, Achille aveva dovuto chiederglielo quaranta o cinquanta volte, Deidamia aveva portato articoli e dati scientifici e persino Peleo ci aveva messo del suo.

Patroclo aveva avuto incubi per tutta la vita e sembrava che Achille fosse l'unico in grado di placarli. Era anche grazie a quello che il biondo era riuscito a convincerlo: forse Patroclo non si fidava di sé stesso, ma di certo si fidava di Achille.

Non voleva essere un peso per la famiglia di Achille e per Achille stesso. Per questo, convincerlo che chiedere aiuto non era qualcosa di egoista o sbagliato era stato davvero difficile. Achille ricordava ancora quando c'era riuscito: era stata la vigilia di Natale di quattro anni prima, erano a letto e Patroclo si era appisolato. Aveva avuto uno dei suoi incubi, tanto brutto da non volerne parlare neanche con lui. Achille era rimasto sveglio tutta la notte ad abbracciarlo, cercando di essergli di conforto.

Ripensando a quei giorni, si rendeva conto che lo amava già allora.

Patroclo aveva passato tutto il tempo tra lo shock e il pianto. Quelle poche parole che uscivano dalle sue labbra erano per scusarsi di aver rovinato il loro Natale.

In qualche modo, quel giorno Achille era riuscito a convincerlo. Era stato così orgoglioso di lui, quando lo aveva lasciato davanti allo studio di Chirone, il suo psicologo.

Chirone era stato così bravo da fare in modo che, dopo il primo incontro, Patroclo andasse volentieri agli altri. Era il migliore e Achille gli voleva un bene immenso, perché aveva aiutato la persona più importante della sua vita.

Un colpo leggero sul vetro interruppe il pensiero. Patroclo, il Patroclo del presente, che era capace di essere felice e che lui amava con tutto sé stesso, aprì lo sportello.

<Ciao> lo salutò il biondo. Tutti i giorni, si disse Achille, erano un po' più belli quando Patroclo stava bene.

<Ehi. Ti va di andare al Pelio a prendere un frullato?>

Achille inarcò un sopracciglio: Pelio era il bar delle occasioni speciali. Ma Patroclo sprizzava energia da tutti i pori, e davvero non se la sentiva di dirgli di no.

Una scintilla di curiosità gli nacque in petto.

<Andiamo.>

×Angolo Autrice×

Ho aggiornato oggi e non ieri perché era Pasqua e non ho avuto respiro, e poi in questo capitolo c'era un accenno del passato di Patroclo e Achille e volevo renderlo bene. Che ne dite della storia? Vi sta piacendo? Ormai manca pochissimo alla fine e il prossimo capitolo è uno dei miei preferiti.
A presto,

×Helen×××L.×

Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora