<Nome e cognome?>
<Apollo di Delo>.
Patroclo inarcò un sopracciglio. <Si, lo so, il cognome è uno schifo. Non commentare>
<Non stavo commentando...>La donna dello sportello dell'ospedale alzò gli occhi al cielo, per poi rivolgersi all'altro ragazzo: <Nome e cognome?>
<Giacinto Rossi>.
<Hai il nome di un fiore e per cognome un colore?> Ettore sembrava perplesso.
<Il mondo è ingiusto> riassunse Apollo.La donna iniziava a essere leggermente irritata da tutti quei commenti.
<Età?>
<20 io e 19 lui> disse Apollo.<Grado di parentela tra voi?>
<Nessuno> rispose Giacinto.<Grado di parentela con i soccorritori?>
<Mai visti prima di oggi> chiarì Ettore. <E sarebbe stato meglio non vederli affatto> aggiunse Apollo.
<Gentilissimo.>
<Se tu, biondino troppo alto, guardassi dove vai...>
<Se tu non soccorressi perfetti sconosciuti...><Piantatela> borbottò Giacinto.
Patroclo inarcò un sopracciglio: <Hai appena detto piantatela?>
<E?>
Apollo scoppiò a ridere. Ettore, dopo un istante, non poté che imitarlo. Anche Patroclo si costrinse a non ridere. La signora si fece sempre più irritata.
<Cosa?> fece Giacinto, molto confuso.Apollo sembrò avere pietà del suo ragazzo: <Piantatela... Giacinto...>
Un lampo di comprensione gli attraversò il viso: <Siete tre idioti>.<Il vostro grado di conoscenza?> chiese la signora.
Apollo si costrinse a smettere di ridere: <Siamo...> e riprese a ridere, incapace di finire la frase.Giacinto, unico superstite all'attacco di ridarella, rispose: <È il mio ragazzo>.
Un'espressione strana passò sul viso della donna. <Amici, dunque.>
<No, è proprio il mio ragazzo. Abbiamo una relazione. Probabilmente ci sposeremo> cercò di chiarire Giacinto con non poca enfasi.
Patroclo sorrise. Adorabili.
La signora fece una smorfia: <Segno comportamenti sessuali a rischio>.
<No> ribatté Apollo. Si era fatto di colpo serio. <Non ne abbiamo.>
<Quelli come voi ne hanno sempre.>
<Questo è lievemente discriminatorio> fece notare Patroclo.
<Ma è vero> disse la donna con convinzione.
<Senta, io studio medicina e le assicuro che non è così> Apollo zittì con lo sguardo il fidanzato che stava già iniziando a parlare per cercare di calmare gli animi.
Giacinto sospirò. Ettore gli lanciò uno sguardo preoccupato: <Ti fa male la testa?> chiese in un sussurro.
L'altro scosse il capo.<Che senso ha fare medicina? Chi mai vorrebbe un medico...?>
<Un medico?> chiese Apollo, ironico.
Patroclo incrociò le braccia, attendendo anche lui la risposta.La signora perse definitivamente la pazienza sotto lo sguardo critico dei tre: <Sapete una cosa? Fatevelo da soli, il modulo>. Detto ciò si girò e se ne andò.
<Credo sia denunciabile lasciare dei ragazzi feriti da soli in questo modo> fece notare Ettore. Era furioso e lo esprimeva sviando l'argomento.
<Lasciamo stare, la gente è pazza> borbottò Apollo, che era già accanto al fidanzato. <Siediti, dai. Vediamo se riesco a trovare un medico, possibilmente decente.>
<Ci penso io> si offrì Ettore. <Tu pensa a lui.>
Patroclo si tolse la giacca e la appallottolò stile cuscino: <Tieni>.
Apollo sospirò: <Grazie. Forse sei meno pessimo di come sembri> disse facendogli l'occhiolino.
Patroclo arrossì. Perché tutti i ragazzi carini e dichiaratamente non etero erano gentili con lui e allo stesso tempo fidanzati? Non che gli interessasse Apollo, che era si un figo da paura, ma anche stra-cotto di Giacinto. Ed erano così carini insieme!
<Sei gay?> chiese Apollo.
Patroclo iniziò a tossire bruscamente. Apollo inarcò un sopracciglio.
Era ancora completamente rosso e aveva appena rischiato il soffocamento: <Chi? Cosa? Come lo hai...?>
<Capito?> concluse per lui Apollo. <Tesoro, sei rosso a morte e prima prendevi tutto sul personale. E poi spruzzi arcobaleni...>
<Da tutti i pori, lo so. Me lo dicono spesso> borbottò Patroclo.
Giacinto rise. <Sei gentile, educato e gay. Sei perfetto.>
<Ehi!> contestò Apollo.
<Tu sei perfetto per me, è diverso> ribatté l'altro, con un ghigno ironico.Patroclo arrossì di nuovo. <Non lo direte in giro, vero?>
Entrambi lo guardarono come se fosse pazzo. <Ovvio che no, idiota. Il tuo amico alto, sexy e moro lo sa?>
<Ettore? Si, si. Lo sa. È il mio ex.>
<Ahi! Che ci fai in giro con il tuo ex?> chiese Apollo, che sembrava un nonnino intento a fare gossip al bar.
<È uno dei miei più cari amici. Ed è fidanzato> aggiunse.
<Con una ragazza, immagino.>
<Come fai? COME?> Patroclo era incredulo. Altro che gay-radar... Apollo aveva il romance-radar.<Ti piace qualcun altro, vero? Chi è? Il biondino sulla cover del tuo telefono?>
Neanche a dirlo. Patroclo estrasse automaticamente il telefono dalla tasca: sulla cover era attaccata una piccola foto di lui, Achille e Mia insieme.<È carino> commentò Giacinto, sorridendo a Patroclo.
<È meraviglioso> borbottò Patroclo. Apollo e il suo ragazzo ridacchiarono.
<Ok, da qui> Giacinto tese la mano. Patroclo, incerto, gli tese il telefono sbloccato.
<Ho aggiunto i nostri numeri. Quando sarai out ti aggiungiamo al gruppo di studenti di medicina lgbt+> disse. <Nel frattempo, hai il nostro numero.>
Patroclo riprese il telefono. Giacinto era memorizzato con un cuore giallo e lo stesso Apollo. Rise. Quella giornata era sempre più assurda.
<Giacinto e Apollo?> chiamò una voce maschile. <Posso visitarvi, venite in sala 2.>
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Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]
FanfictionPatroclo arriva nella casa-famiglia Fitia sei mesi dopo aver commesso un omicidio. È appena un bambino ed è già distrutto. Una persona entra nella sua vita e lo aiuterà ad andare avanti. Questa nuova piccola luce è Achille, il figlio del proprietari...