Prologo parte due

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Achille avrebbe tanto voluto che la smettessero di tormentarlo. Il suo obbiettivo era alzarsi, parlare con quello nuovo e poi andarsene a cenare con suo padre e non con quelli.

"Quelli" erano gli altri bambini. Ogni volta che ne arrivava uno nuovo, maschio o femmina che fosse, Achille sperava fosse diverso da quella massa di piagnucoli, che non volevano altro che parlare di telefonini e dei BauFriends, quei dannati youtuber che tutto il mondo pareva seguire.

Ogni nuovo arrivato, puntualmente, lo deludeva.

Quel nuovo arrivato però sembrava interessante. Si era seduto da solo, senza assediare gli altri alla ricerca di qualche "amico", e non aveva un cellulare. E poi aveva ucciso un tizio. Era una cosa spaventosa, ma anche strana. Non sembrava proprio uno violento.

Suo padre diceva sempre che è davvero difficile riconoscere le persone violente.

Achille era sempre stato un tipo curioso.

<Ehy.>
Trasalì. Non lo aveva visto arrivare? Ma se lo aveva fissato per mezza cena! Neanche lui era sicuro di perché gli stesse parlando. Per lo più agiva d'istinto.

<Sono Achille> riprovò.

Lui alzò lo sguardo un istante, ma lo riabbassò di colpo, come se avesse preso la scossa.
<Patroclo> mormorò.

<Mio padre dice che non dovrei parlarne perché è maleducazione e perché potresti benissimo essere un pazzo> gli disse tranquillamente.

Patroclo inarcò un sopracciglio: sembrava confuso. Achille, in effetti, era bravo a confondere la gente.

<Non credo di essere pazzo> si limitò a dire Patroclo. <O almeno spero.>

Achille scoppiò a ridere. Qualcuno avrebbe potuto paragonare qual suono al canto degli angeli. Era il suono della vita, pensò Patroclo.
<Quindi? Cosa è successo? Hai ammazzato qualcuno?>

Patroclo fece per dire quello che rispondeva sempre: "non ne voglio parlare". Ma non ce la fece: Achille aveva quell'espresssione carica di aspettativa e lui non voleva deluderlo. Non voleva deludere nessuno; non aveva mai voluto farlo.

<È stato un incidente: non volevo fargli male. Rivolevo solo... non importa> si bloccò. <È mostruoso. Sono mostruoso.>
Era un pensiero fisso ormai. Ma a Grace non lo aveva mai detto. Non le aveva detto di ritenere i suoi incubi una punizione più che una maledizione. Non aveva detto di sentirsi un abominio vivente. Non avrebbe sopportato i suoi tentativi di fargli cambiare idea.

Achille neanche riuscì a fare un pensiero concreto. Gli sorrise e poi gli sorrise di più. Si sedette al tavolo, e a volte le cose iniziano così, senza una grande scena. <Secondo me i mostri non sanno di essere mostri.>

Poi iniziò a parlare. Achille aveva tantissime cose da dire, al contrario di Patroclo, che sarebbe volentieri rimasto in silenzio in eterno. Parlava di scuola e di Deidamia, questa bambina che lo seguiva ovunque e di suo padre e di sua madre e dei suoi genitori che stavano per divorziare. Ogni tanto si fermava, come a chiedere a Patroclo se poteva continuare. Da parte sua, lui avrebbe ascoltato anche per ore.
Un cenno, e via a parlare di nuovo! C'era lo sport, e Achille amava tutti gli sport, ma nella staffetta, nella corsa e nella maratona era un fenomeno. Gli piaceva anche il salto ad ostacoli. Aveva vinto una gara di corsa, una volta. Aveva ancora la medaglia. Patroclo voleva vederla?

Neanche il tempo di annuire, che già lo aveva trascinato via. La testa di Achille poteva essere persino più veloce dei suoi piedi. Patroclo avrebbe presto scoperto presto quanto fosse difficile stare dietro ad Achille: da quel momento in poi, i due non si sarebbero più lasciati.

Infondo, nel suo cuore di bambino o di mostro Patroclo già lo sapeva: lo avrebbe seguito anche tra le stelle.

<A te non piacciono i BauFriends, vero?>

×××

Angolo Autrice

E così concludiamo il prologo. Il prossimo capitolo sarà ambientato quando entrambi saranno più grandi, e quando Patroclo avrà iniziato a scendere a patti con il suo passato, ma ci tenevo a scrivere il loro primo incontro. Prometto che i toni saranno un po' più leggeri da ora in poi.

Piccole note.

1. Ovviamente i BauFriends non esistono, anche se sono lievemente ispirati a due youtuber che malsopporto.

2. Per chi ha letto La Canzone di Achille, si, il trauma di Patroclo è sempre quello e anche gli sport in cui Achille eccelle sono ispirati a quelli citati nel libro.

3. Il prossimo aggiornamento sarà mercoledì :)
Come sempre vi invito a farmi sapere cosa ne pensate della storia per ora e a lasciare una stellina se vi va.

A presto!

×Helen×××L.×

Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora