Erano passati tre giorni e Achille ancora non capiva cosa fosse successo. Patroclo era andato da Deidamia e gli aveva detto di lasciarla stare, che aveva bisogno di tempo per "riprendersi" dalla rottura. Riprendersi? Ma se era stata lei a lasciarlo! Lui doveva riprendersi, al massimo.
Patroclo stava vivendo l'inferno. I suoi due migliori amici di sempre erano a pezzi e si divideva sempre tra la casa di Mia e il loro orfanotrofio. Non si era schierato con nessuno dei due e questo a lungo termine stava iniziando a stressarlo, perché mentre la ragazza esponeva il suo punto di vista, Achille strillava il suo. In più Agamennone e i suoi idiori continuavano a perseguitarli, anche perché da quando Achille non era più fidanzato la sua unica "barriera" contro l'omofobia era scomparsa. Questo aveva già quasi provocato due risse e Patroclo era sempre più preoccupato per il suo migliore amico.
Unica gioia, dato che Mia sapeva, Patroclo aveva la possibilità di parlare con qualcuno (non molto, non voleva essere indelicato) che lo conosceva bene della sua cotta abnorme.
Era un momento di respiro nel nuovo assetto del gruppo che era sempre più precario. Patroclo aveva paura per loro.
Achille aveva notato quanto la sua rottura con Deidamia avesse compromesso il gruppo e per questo, la sera prima, era stato tentato di chiamarla, anche solo per assicurarsi che lei stesse bene. Era sempre la sua migliore amica, o no?
Tuttavia aveva rinunciato, incerto su cosa fare. In più, sua madre aveva fatto una delle sue rarissime chiamate e lui si sentiva disintegrato, incapace di reagire. E non poteva parlarne con nessuno, perché non voleva essere un peso per Patroclo o Deidamia.
Mia:
AchilleAchille stava scorrendo il feed di Olimpz quando gli arrivò la notifica e per poco non gli cadde il telefono. Visualizzò immediatamente.
Mia:
Patroclo insiste che dovrei parlarti. Se fosse solo lui lascerei perdere, però lo dice pure Penny.Mia:
E Ulisse. Ed Ettore. E mio padre. E tutto il dannato mondo.Mia:
E poi c'è la remota possibilità che- anche se sei un'idiota, incapace di fare due più due e capire e controllare i tuoi sentimenti- mi manchi.Achille:
Sono da te tra 10 minuti. Non cambiare idea.Achille non aveva mai corso tanto. La macchina aveva bruciato di almeno un paio di decine il limite di velocità, ma il ragazzo avrebbe fatto questo ed altro per uscire da quel fastidiosissimo limbo.
Ci aveva messo esattamente sette minuti per arrivare da lei.<Deidamia! Sono qui! Apri!>
Achille aveva il fiatone e sentiva di poter morire. Non voleva rovinare tutto. Non voleva essere la causa della fine delle due più importanti amicizie della sua vita.
La porta si aprì.
La ragazza era splendida. Era truccata, si era messa uno dei suoi vestiti preferiti- quello bianco, che secondo Achille la faceva somigliare a una dea- e si era anche acconciata i capelli in una treccia praticamente perfetta.
E lei doveva riprendersi?
<Entra.> Persino il tono era quello controllato di una divinità.
<Mi dispiace> iniziò lui. <Non ho ancora capito bene cosa sento però non volevo ferirti. Nè volevo che la nostra storia finisse così.>
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Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]
FanfictionPatroclo arriva nella casa-famiglia Fitia sei mesi dopo aver commesso un omicidio. È appena un bambino ed è già distrutto. Una persona entra nella sua vita e lo aiuterà ad andare avanti. Questa nuova piccola luce è Achille, il figlio del proprietari...