Capitolo due

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<Puttaniere> Elena lo guardò storto. Menelao, per solidarietà verso la sua ragazza, si sentì in dovere di aggiungere un tattico: <Froci di merda!>.

<Sicuro che non posso ucciderli?> chiese Achille all'amico. Il corridoio era ancora affollato, nonostante molti professori fossero già in aula.

<I papi, i maggiori committenti dell'epoca barocca, utilizzarono l'arte barocca per autocelebrarsi, ma anche per glorificare Dio-
<Patroclo! Ma mi ascolti?>
<Aspetta, non distrarmi. Per glorificare Dio e... e...>
<e diffondere i dogmi della Controriforma> finì Achille al suo posto.

Patroclo sbuffò: <Non vale, tu lo hai già studiato l'anno scorso>.
<Te l'avevo detto che potevo aiutarti!>

<Ragazzi, vi prego, non passate le giornate a parlare di scuola. Già essere qui è un tormento> una nuova voce si unì al coro.

<Ciao, Ulisse.>

<Patroclo. Buongiorno a te, mio compagno di sventure artistiche.>

<La supererete, dai> intervenne Achille.
<Facile per te, non sei in classe con Elena la Tro-
<Ulisse! È una cosa maschilista, non la devi dire!> Patroclo avrebbe potuto benissimo lanciarsi in un lungo discorso sulla parità dei generi; Achille lo sapeva bene.

<Stavo per dire trota, sei tu che pensi male> si difese l'altro.
<Che accidenti è una trota?> chiese Patroclo, confuso.

<Achille!> lo chiamò Diomede. <Muoviti! Ci aspettano in palestra! È tardi!>.
<Accidenti. Patroclo, Ulisse, ci vediamo dopo> diede un rapido abbraccio all'amico e fece un cenno a Ulisse, per poi correre via.

<Quindi, tornando alla trota...>
<Cercala su google> fece Ulisse. <Lo hanno creato per questo.>
<Si, ma hanno creato te con lo stesso scopo> replicò Patroclo sorridendo.
<E poi devo sfruttarti finché anche tu e Penny non finirete insieme. A quel punto farò la candela a vita> borbottò.

Ulisse rise. <È ancora così imbarazzante? Achille e Deidamia?>
<Non sono imbarazzanti. Io sono felice per loro e poi non sono nemmeno come quelle coppiette diabetiche che non fanno che chiamarsi "cuoricino" e "orsacchiotto">.

<Per forza. Ti immagini Achille dire "cuoricino mio"?>

Patroclo si lasciò sfuggire un sorriso: <Sono felice per loro, davvero. È solo che-
<Oh, se non amarsi Achille così tanto> lo imitò Ulisse in falsetto.

<ZITTO!> Patroclo trasalì. <Ti potrebbero sentite!>
<Sprizzi già arcobaleni da tutti i pori> gli fece l'altro.
<Odio gli stereotipi sulle persone lgbt+> borbottò Patroclo. Anche se aveva una folle passione per i gay joke.

<Comunque> aggiunse <prova tu a sentirti dire dalla tua cotta di sempre nonché migliore amico: "Ehy, forse mi piacciono anche i ragazzi". Ti sfido a non illuderti!>

<Eddai, amico, lo sai che mi dispiace per te. Però sembrano proprio... beh, sai, in una relazione solida>.
<Lo so!> borbottò. <E in più quando farò coming out dovrò anche sapere di aver dato agli idioti la soddisfazione di avere ragione>.

Ulisse lo prese sottobraccio, come a volerlo consolare: <Come situazione fa schifo, ma è comunque meglio del barocco>.

×××

<A posto, Itaca. Direi otto e mezzo> Ulisse aveva un ghigno vittorioso in faccia.
<È difficilissimo> gli fece il falsetto Patroclo, sottovoce, dal banco dietro il suo.
<"Non so nulla", cit> aggiunse Penelope, Penny praticamente per tutti, la sua compagna di banco, nonché pseudo-fidanzata e cotta di sempre (o dal secondo anno delle superiori).
<Ho detto tutto a caso, ragazzi, davvero.>

Ettore, che era invece il compagno di banco di Patroclo, alzò gli occhi al cielo. <Ti crediamo tutti eh.>
<Oh, zitto tu! Sei solo invidioso>.
<Del tuo non avere un fratello gemello che prende due a ogni interrogazione per fare i compiti a quella? Puoi scommetterci!>

Ettore era il nemico storico di Achille, perché aveva avuto una cotta per Patroclo. E i due si erano anche frequentati, in terza media. Poi avevano rotto ed erano rimasti amici. Beh, "rotto". Ettore lo aveva mollato da un giorno all'altro, ma era maturato molto da allora. Achille non lo sopportava; un po', secondo Patroclo, perché era iperprotettivo, un po' perché Ettore lo aveva mollato per Andromaca, una ragazza un anno più piccola di lui, che andava al classico, la scuola di fronte la loro. Al tempo Patroclo ci era rimasto molto male, ma alla fine l'aveva superata. Ettore era okay, ed era molto meglio come amico che come fidanzato. Invece, Achille non poteva perdonarlo. Oppure, ragionò Patroclo, era solo arrabbiato per non essere l'unico bisessuale del liceo.

<Sono eteroflessibile> ribatteva sempre a quel punto Ettore. Quando lo aveva presentato a Adromaca aveva detto proprio così: <Ehy, amore, lui è il mio ex ragazzo, Patroclo. Ti ricordi? È grazie a lui se so di essere eteroflessibile>.
Adromaca aveva riso e gli aveva dato il suo numero "nel caso Ettore si mettesse nei guai". Patroclo non aveva mai dovuto usarlo: Ettore era molto responsabile. E fedele. E innamorato. E l'unico di loro ad essere promesso sposo.

Il perfetto contrario del fratello, insomma. Paride era l'inaspettato gemello di Ettore, nonché zerbino numero uno di Elena. Aveva una cotta per lei dal primo anno. Elena, dal canto suo, oltre a essere fidanzata da anni con Menelao, era anche perfida e capace di illudere chiunque. E Paride si lasciava sfruttare, nonostante Ettore lo avesse più volte praticamente supplicato di lasciarla perdere.

Alla fine, si disse Patroclo, sarebbero rimasti solo lui e il povero Paride. Singol per sempre.

Ogni tanto si chiedeva se fra tutti quelli nati con un filo rosso attaccato al dito, lui non fosse un errore.

Di omicidi, amici e frullati al fico - [𝖕𝖆𝖙𝖗𝖔𝖈𝖍𝖎𝖑𝖑𝖊]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora