||Defenceless 2|| Hyunlix

35

Quando Felix riprese i sensi, la luce del sole entrava dalle finestre, ma dentro era completamente freddo e congelato, non riusciva quasi a muoversi.
Tutte le sue cellule gli stavano pregando di correre da Hyunjin perché non voleva fare a meno di lui.
Si mise a sedere e si spostò i capelli indietro, appoggiandosi al muro e prese il telefono con l'intento di scrivergli per sapere come stesse.

Mentre stava per inviarlo, gli arrivò una chiamata.
"Pronto?" Chiese con la voce ancora roca e spezzata.
"Felix"
Il biondo riconobbe subito la voce di Zayn e si ricomincia compose contro il muro.
"Dimmi tutto"
"Hanno trovato un corpo a dir poco martoriato"
Felix sbuffò, esausto di quella situazione.
"Dove?"
"Ti mando la posizione, io sono già qui"
Felix pensò che per esserci Zayn, quel corpo doveva essere messo davvero male.
"Okay arrivo subito, passo in centrale per avvisare gli altri"
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Quelle pareti ormai per Hyunjin non sapevano più si casa.
Un qualsiasi posto senza Felix non poteva essere considerato tale.
Era sul pavimento, con la sua bottiglia tra le mani e Kkami che di tanto in tanto provava a farlo alzare leccandogli la faccia.
Il vuoto era tornato.
Quel vuoto che tanto aveva odiato nei mesi in cui erano stati lontani, ed era tutta colpa sua, di nuovo.
Forse era meglio così per il biondo.
Forse avrebbe davvero sparire dalla sua vita per farlo stare meglio e avere qualcuno degno di lui.
Felix gli aveva ripetuto più volte di amarlo e di aver bisogno di lui, ma davvero non riusciva ad accettarlo.
Come una persona tanto perfetta poteva amarne una come lui?
Fece una risata triste.
E se in quel momento stava parlando con il fotografo? E se si fosse reso conto che sarebbe stato meglio con lui.
Aveva bisogno di uscire.
"Jungkook?" Chiese al telefono "dammi qualcosa da fare" disse con lo sguardo fisso nel vuoto.
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Changbin si svegliò dolorante, ma più o meno intero se non fosse che il livido vicino all'occhio gli faceva così male da non riuscire ad aprirlo.
Si sollevò leggermente e sentì la voce di Lisa che parlava al telefono.
"Dorme ancora.... Mhmh... si, mamma tranquilla. È il mio lavoro... salutami tutti... vi voglio bene ciao"
Entrò in sala "oh sei sveglio" gli sorrise.
Lui annuì.
"Tutto okay? Il fatto che sei rimasta qui ti ha procurato problemi?" Chiese.
Lisa sorrise e scosse la testa.
"Mamma è un po' preoccupata per un paio di cose" disse porgendogli un piattino con la colazione.
"Tipo?" Chiese il ragazzo curioso.
"Ultimamente stiamo sempre più  sul campo che in ufficio" disse un po' timida "e sto sempre più con te" si allontanò un po' imbarazzata.
"Oh"
"Già" rise per sdrammatizzare.
"Io sono buono lo giuro" scherzò.
"Con quella faccia non lo andrei a dire in giro così tranquillamente" lo prese in giro.
"Non sono bellissimo?" Si mise in posa.
"Si" rispose seriamente lei "che attitude da badboy" distolse lo sguardo.
"Lisa sei diabolica" si mise a sedere "non so come tu sia così popolare tra i ragazzi"
"Bhe l'unico che mi interessa non mi vuole mai" ridacchiò triste.
"Non ne hai la certezza"
"Oh si"
"E come?"
"Binnie, ti piaccio?"
Changbin alzò le sopracciglia sorpreso, girandosi verso di lei, trovandola a fissarlo.
"C-cosa? L-lisa ti piaccio io?" Era a dir poco scioccato e confuso.
Lei annuì.
"Cosa? Perché?"
"Che cazzo di domande fai... tu..."
Vennero interrotti dal telefono della mora.
"Lix?" Rispose alzandosi dal divano "ah okay si, arrivo subito"
"Che succede?" Chiese il ragazzo.
"Devo andare" sorrise "dov'è la macchina fotografica?" Gli chiese prendendo il giubbotto e le scarpe.
"Vai via dopo quello che mi hai appena detto?" Chiese sconvolto.
"Si, ora dimmi dov'è?" Si infilò gli stivali.
"Non romperla, in camera mensola in alto" borbottò.
La ragazza sorrise.
"Non te lo assicuro" corse a prenderla "ciao Binnie" salutò prima di uscire dalla porta.
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"Praticamente è carne macinata, non un corpo..." notò schifato Zayn.
"Non ho mai visto una cosa del genere..." commentò Felix.
Il corpo non era in nessun modo riconducibile ad un identità, l'unico modo era il test del DNA, ma bisognava aspettare per i risultati.
L'unica parte che era stata risparmiata da quel massacro era una caviglia e il piede che gli era ancora attaccato.
"È come se fosse stato schiacciato" notò il biondo.
Notò che Seungmin stava arrivando, seguito da Jeongin.
Il medico vide il corpo e di girò abbracciando il più piccolo.
"Non guardare" gli sussurrò.
Felix capiva perfettamente, Jeongin stava lavorando duramente per superare le sue paure, ma una visione del genere avrebbe potuto a dir poco vanificare tutto quello che aveva fatto fino a quel momento.
Il rosso strinse forte la schiena di Seumgmin e serrò gli occhi.
"Innie" Felix si avvicinò "vai in ufficio e aspetta i risultati del test del DNA o qualsiasi cosa l'assistente di Zayn trovi"
Lui annuì e si girò per non vedere il corpo.
Stava per correre quando Seungmin gli prese la mano.
"Chiamami quando arrivi" disse.
Felix sorrise e si girò per dargli un po' di privacy.
Pensò a Hyunjin.
Stava bene?
Gli mancava da morire, erano mesi che non lo sentiva e non lo vedeva per così tanto tempo.
Sapeva che la decisione che aveva preso la sera prima da una parte era giusta, loro die si facevano male, ma allo stesso tempo si curavano e questa era la cosa più importante.
Prese il telefono per scrivergli, ma fu interrotto fa Zayn che gli si piazzò davanti.
"Credi sia lo stesso caso?" Chiese il ragazzo dalla carnagione olivastra.
Il biondo posò il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni.
"Devo prima esaminare... quello che resta de corpo" guardò la massa informe "c'è qualcosa che non mi quadra in tutta questa storia, non sembrano seguire uno schema o addirittura non sembra neanche avere un senso..." Felix aveva paura, perché quello a cui stava pensando era letteralmente un incubo.
"Cosa stai dicendo Felix?" Cheiese Zayn.
"Prima aspettiamo i risultati del DNA" tornò professionale "devo fare degli accertamenti" si girò verso Zayn "mi mandi in ufficio gli identikit di tutte le vittime che sono riconducibili a questo caso? Compreso quello di mia madre"
"Oh okay" Zayn era un po' confuso, mentre invece Felix aveva, purtroppo, le idee sempre più chiare.