torcicollo
Quando alle 18 la puntata si concluse, tornammo tutti in casetta disperdendoci nelle nostre camere così da sistemare le nostre cose e prepararci per la cena.
Ringraziai che non fosse il mio turno di cucinare, altrimenti dalla stanchezza che provavo avrei sicuramente dato fuoco a qualcosa, e lasciai la sala comune con Guido e Simone che si adoperavano a tagliare le verdure per dirigermi nella mia camera. Una volta lì posai il borsone e mi feci una doccia indossando poi una tuta grigia e una felpa nera per stare più comoda.
Uscita dal bagno fui tentata di gettarmi sul letto per riposarmi un po' ma ero consapevole che facendo ciò sarei crollata subito e avrei saltato la cena quindi scartai l'idea. Non avevo però neanche la forza necessaria di andare in cucina e immergermi nel caos post puntata quindi mi ritrovai a riflettere per qualche secondo alla ricerca di un posto della casetta dove avrei potuto trovare un po' di tranquillità.
Mi misi in piedi quando mi venne in mente il giardinetto sul retro e mi diressi lì attraversando quanto più velocemente possibile le varie camere.Quando aprii la porta che portava all'esterno un sospiro di sollievo abbandonò la mia bocca nel trovarlo deserto e mi sedetti sul divanetto adagiando il dorso allo schienale e inclinando la testa all'indietro poggiandola al muro.
Nonostante avessi fatto un'unica esibizione e fossi abituata a molte più ore di fatica, ero stremata e dovevo lottare con tutte le mie forze per mantenere gli occhi aperti.
La puntata infondeva inevitabilmente un mix di emozioni. Si era passati dalla gioia iniziale, all'ansia di uno studio gremito di persone, alla tensione dovuta alle decine di telecamere puntate addosso e al caldo della luce dei riflettori. Insomma, ero davvero cotta e se non fosse stato per il mio stomaco che brontolava non ci avrei pensato due volte a valutare l'idea di mettermi sotto le coperte e dormire.
Proprio mentre il mio stomaco dava sfogo alla sua fame sentii la maniglia schioccare e la porta aprirsi ma le mie palpebre erano troppo pesanti per verificare chi fosse.
Percepii però un'ombra porsi davanti a me e poi avvicinarsi cauto al mio viso, squadrandolo per un po'.«Dormi?» mi sussurrò.
Borbottai un no in risposta e ottenni una risatina di rimando.
L'ombra si spostò poi dal mio campo visivo e sentii la poltrona posta lateralmente al divano scricchiolare sotto un peso che si era aggiunto in quel momento.«Dario mi ha chiesto il piacere di andare a prendere il suo cellulare nella cesta e ho notato che il tuo era lì nonostante sia il tuo turno per usarlo.» iniziò e annuii appena non capendo però il fine della sua affermazione.
«E?» lo spronai a continuare.
«Non lo usi?» chiese.
«Non ho la forza di andare a prenderlo.» gli risposi con una verità parziale.
Davvero non avevo l'energia per aprire gli occhi e camminare fino alla cucina ma ancor di più non ne vedevo lo scopo. Non avevo nessuno a cui fosse indispensabile scrivere o chiamare e, non essendo particolarmente legata ai social, non mi interessava neanche scorrere tra i post su instagram o vedere cosa ne pensavano di me su twitter. Preferivo invece godermi la calma e il venticello di ormai metà novembre.
Lo sentii ridacchiare e poi muoversi sulla sedia. «Allora menomale che te l'ho portato io.» disse e percepii un oggetto metallico e freddo essere posizionato sulle mie gambe.
Lo ringraziai silenziosamente e mi costrinsi a rimuovere le mani dalle calde tasche della felpa per prendere l'oggetto. Aprii poi finalmente gli occhi e prima ancora di rivolgerli allo smartphone guardai lui.
Avevo già notato che fosse un bel ragazzo, questo non si poteva proprio negare, ma in quel momento, non so come fosse possibile dopo una giornata del genere, lo era ancora di più. Non so se era per i capelli ancora bagnati che gli cadevano sul viso o per la luce della lampada che gli illuminava soltanto una parte del volto in una sorta di mezzaluna, ma aveva qualcosa di diverso.
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Con te è diverso || Christian Stefanelli
FanfictionReduce da un passato turbolento Coraline decide di mettere finalmente da parte le sue insicurezze e di gettarsi nella più grande avventura che le sia mai stata offerta. "Cuore fatto di vetro, mente di pietra". Recitava così una delle canzoni sulla q...