clacson e pentole
La cena fu un delirio.
Tornata in cucina, nonostante nessuno avesse dovuto abbandonare il programma, mi sarei aspettata sicuramente qualcuno insoddisfatto della puntata ed era comprensibile visto l'andamento, ma non pensavo che le critiche ricevute pesassero così tanto questa volta.Il primo che notai fu Luca che vidi camminare nervosamente avanti e indietro nel giardino anteriore. Sembrava fuori di sé e me lo confermai quando si avvicinò poi al muro e vi appoggiò il capo portandosi le mani ai lati così da nascondere il volto.
Benché non sapessi cosa fare, notando che erano tutti troppo impegnati per dargli attenzione, mi feci coraggio e andai da lui, che in un primo momento sembrò non accorgersi di me.«Ma io che devo fa, che cosa devo fare?» ripetette nervosamente un paio di volte continuando a nascondersi nell'angolo del muro.
«Non ce la faccio più.» fu dopo queste parole che mi avvicinai a lui portandogli una mano sulla spalla così da fargli capire che non era lì da solo.
Lui si voltò stranito da quel gesto e il suo sguardo sorpreso tornò ad essere addolorato dopo qualche istante.I suoi occhi erano avvolti da sclere rosse e anche le palpebre erano evidentemente arrossate mentre sul suo viso scorreva ancora qualche lacrima.
«Ceh, Cora, zero. Una settimana per preparare la canzone e poi mi mette zero.» disse tirando su con il naso per poi staccarsi finalmente dalla parete e camminare nervosamente davanti a me.
«E sto di nuovo in sfida, non c'ho parole.» si portò le mani sul viso per asciugare una nuova lacrima che gli era uscita e poi fece scorrere le dita di una di esse sul capo, portandosi indietro i capelli.
Io ero immobile e non sapevo cosa fare o cosa dire. Mi dispiaceva tanto per il mio compagno ma nonostante ciò riuscire a superare i miei limiti mi era ancora impossibile. Decisi allora di rimanere in piedi nella mia posizione e attendere la fine del suo sfogo. Alla fine era comprensibilmente arrabbiato e io non potevo risolvere la situazione in alcun modo.
Fu allora che la porta si aprì permettendo di uscire ad una persona che non fece neanche un passo.
Dopo qualche istante mi voltai per verificare se si fosse aperta per sbaglio o se fosse stato qualcuno ad abbassare la maniglia e lo trovai lì a guardarmi.Christian era sull'uscio visibilmente in imbarazzo nel trovarmi in giardino e indeciso sul tornare o meno all'interno. Il suo corpo sembrava bloccato in una lastra di vetro mentre con una mano teneva ancora la porta aperta e i suoi occhi non abbandonavano i miei. Non riuscivo però a coglierci nulla in essi, né dispiacere né irritazione o rabbia, erano impenetrabili e mi rassegnai all'idea di poter ricevere delle scuse così mi voltai verso il cantante.
«Non ci posso pensà fra, non ci posso pensà.» Christian sembrò risvegliarsi alle parole del compagno e, non potendo più tornare indietro, lasciò chiudere la porta alle sue spalle e fece qualche passo avanti. Istintivamente aumentai la distanza con il ballerino senza però abbandonare mai il fianco del mio coinquilino evidentemente in difficoltà. Lui sembrò confuso al mio gesto ma lasciò correre e si fermò dando attenzione al ragazzo che aveva ormai di fronte.
«Era una su tre, Lù, e anche il pubblico era in disaccordo con lei. Sei stato formidabile e se per lei questo non conta chi se ne frega, lì fuori non c'è solo Anna Pettinelli.» dissi spezzando finalmente il silenzio e Christian annuì alle mie parole. Almeno ogni tanto aveva un pensiero decente.
«Lo so, lo so, ma è...» lasciò la frase in sospeso e io la conclusi per lui.
«Frustrante.» annuì«Ceh, a questo punto bisogna pensare che lei non sappia scindere proprio la persona in sé da quella che sale sul palco. Non sa scindere le due cose.» disse con la voce spezzata dal pianto.
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Con te è diverso || Christian Stefanelli
FanfictionReduce da un passato turbolento Coraline decide di mettere finalmente da parte le sue insicurezze e di gettarsi nella più grande avventura che le sia mai stata offerta. "Cuore fatto di vetro, mente di pietra". Recitava così una delle canzoni sulla q...