"Buon Natale!"
Le flûte di vetro tintinnarono, e gli ospiti bevvero lo spumante come fosse idromele.
Il Natale in Norvegia era un pizzico più magico, rispetto agli altri posti del mondo. Lì dove cristianesimo e paganesimo erano fusi in una sola, grande matassa di tradizioni un po' sbiadite e un po' modificate dal tempo, i fiordi offrivano la vista dei loro fianchi giganteschi, protesi verso un cielo stellato che prometteva un'aurora boreale.
La villetta dei coniugi Steffen aveva accolto solo pochi prediletti: le tre sorelle di Alana, i due cugini stretti di Maghne con rispettive consorti e figlioletti. Tutti cercavano di comportarsi in modo normale con Nero e Ru, che venivano comunque guardati con un misto di pietà ed estrema curiosità. Nero e Ru venivano ancora scambiati per modelli stranieri in cerca di visibilità. Spiccavano tra la gente, specialmente il volto mediterraneo di Nero, diverso dai toni pallidi dei norreni. Ru era più simile a un misto tra un vichingo e una valchiria, con i lunghi capelli intrecciati in quattro allacci sapienti, dalla fronte alla nuca, che una zia aveva insistito per realizzare. Quest'ultima aveva inoltre suggerito che, con una chioma aranciata come quella, il maxi-maglione rosso era assolutamente da evitare – l'avevano rifilato a Nero, e gli stava a pennello.
"Stai bene così" gli disse Nero, sorseggiando dal suo calice.
Dopo il brindisi, i ragazzi di Gudvangen si erano un po' distaccati dal resto della mischia. Erano totalmente inetti con i bambini, non socializzavano con gli adulti e di quei mocciosi preferivano non vederne neanche l'ombra. Appoggiati alla mensola del salone più vicina al corridoio, Nero e Ru guardavano la neve cadere aldilà del grande quadro di vetro, la finestra, imbellettata di festoni e candele dorate.
"Grazie" Ru sorrise. Si sentiva un po' in colpa, e nostalgico. Più Nero gli sembrava attraente, guardandolo, più Ru si pentiva di essere stato acido con lui. "Senti, vuoi ancora andare a Oslo insieme?"
"Se il vecchio si sveglia, sì" asserì Nero. "Ovvio che sì. Perché me lo chiedi? Mica ho cambiato idea."
"Ma hai cambiato idea su di noi."
"Ma che vuoi da me, Ru?" replicò il moro, ostentando calma. "Sei tu che ci hai messo un punto quando te l'ho chiesto. Cosa vuoi che io sia, per te?"
Ru ingollò mezzo bicchiere di spumante tutto insieme, strizzando le palpebre disse velocemente: "Dicono che a mezzanotte bisogna baciare qualcuno, porta fortuna. Come vedi, tutti gli adulti hanno già chi baciare. Tranne me e te... Se vuoi."
Nero cambiò immediatamente espressione. Guardò il viso cesellato di Ru e una tenaglia gli strinse il cuore: Ru era troppo bello per essere offeso, snobbato o piantato in asso. Non poteva essere rifiutato. Pensare che gli stava goffamente chiedendo di venirgli incontro, a partire da una piccolezza.
"È mezzanotte tra quattro minuti" annunciò Nero, mordendosi il labbro inferiore. "Va bene, un po' di fortuna in più mi servirebbe."
Ru sollevò la flûte vuota, facendogli il regalo di un sorrisetto sereno, finalmente privo del solito velo di tristezza.
L'intestino di Nero si mosse. Qualcosa di bollente gli strisciò dentro mentre prendeva la nuca di Ru e lo traeva a sé, lentamente, assicurandosi di quanto l'altro lo volesse sul serio.
"Non qui."
Nero ricordò il perché e diede retta a Ru, allontanandosi con lui. Non afferrava a pieno come mai la gente si stupisse o infastidisse nel vedere due persone dello stesso sesso in pose intime, ma aveva altro a cui pensare.
La soffitta di Alana e Maghne sarebbe stato il classico set cinematografico di un cinepanettone: Alana ci teneva all'ordine e al catalogo di attrezzi e addobbi usati di ogni sorta, vecchi quadri imballati e una graziosa finestrella tonda su una Flåm che pareva un presepe innevato. C'era spazio a sufficienza per stare in piedi, ma Nero spinse Ru su una vecchia poltrona reclinabile e gli salì sopra. Ru spostò il bacino in avanti e lasciò che il corpo dell'altro aderisse completamente, strappandogli un lieve gemito di accomodamento.
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FEIL
RomanceÈ raro che un tritone possa infatuarsi di un altro maschio, ma Nero è così, non attratto dalle sirene della sua specie. Ru è uno splendido ibrido di ippocampo, perdutamente legato a Nero, unito a lui dalla tragedia di non potersi fondere nella carne...