L'oscurità degli abissi era qualcosa che gli umani non avrebbero potuto concepire.
Neanche tutte le creature del mondo sommerso conoscevano certe profonde batimetrie, quel nero denso e pesante, freddo come ci si sentirebbe a strisciare nudi in uno stretto cilindro di ghiaccio.
Nero e Ru procedevano a tentoni. Più volte il tritone era stato sul punto di provare a risalire, sul punto di perdere la fiducia in Ru, ma l'ippocampo era così determinato da togliere all'altro ogni autonomia e forza di volontà.
Quello, comunque, non era affatto il loro habitat ideale; la pressione del pilastro d'acqua sopra alle loro teste aumentava sempre di più e l'ossigeno in eccesso li infastidiva. Tuttavia, ormai Ru sapeva quello che stava cercando, e lo trovò quando finalmente lui e Nero avvertirono di essere entrati in una nuvola d'acqua straordinariamente calda, meno ossigenata e ricca di nutrienti in sospensione.
"Eccoci. Le sorgenti idrotermali."
Nero trasse una boccata di qualcosa simile al sollievo. "Ru, sei un genio. Qui ce n'è, di produttività primaria, potremo mangiare qualcosa, riposare... Rimettere a posto le idee."
"No," lo stupì l'altro, che si guardava intorno circospetto "queste sono solo un punto di riferimento. Non rimarremo qui a lungo. Presto arriverà il traghettatore."
Dopo qualche secondo di silenzio, Nero fece ricadere le braccia lungo i fianchi. Era talmente stanco che anche la paura si era un poco assopita. "Ru, la vuoi smettere di parlare come un eroe della mitologia per ragazzi? Devi dirmi chiaro e tondo che cosa stiamo facendo."
Le tre bocche della sorgente termale avevano l'aspetto di alte concrezioni tubolari, come tronchi cavi e pietrificati, che buttavano fuori bolle d'aria e acqua cocente. Il buio era pesto, ma qualche diatomea fluo e medusa luminescente costellava il paesaggio, rendendolo vagamente piacevole. I due amici erano addossati sul fianco della piccola collina geotermica.
"Nero, ti ricordi le storie sugli sciamani abissali?"
Il tritone si voltò a guardarlo, esausto. La grossa pinna caudale di Nero giaceva inerte, un po' tremolante. "Che intenzioni hai? Mi hai trascinato fin qui per una diceria?"
"Primo: dovresti essermi riconoscente, ti ho salvato la lisca! Secondo: devo fare questo tentativo, devo sapere se c'è un modo, un qualsiasi modo, per non farci separare. Perché senza te io mi ammazzo, chiaro? E... e nulla sarà peggio dell'inferno che ci aspetta lassù, nel metalimnio."
Toccato, Nero fece per ribattere, ma qualcosa attirò la loro totale attenzione.
Una lucina, dapprima fioca e lontana, si avvicinava con una velocità inquietante.
I grossi occhi tondi di Ru si illuminarono, due cerchietti dorati apparvero nelle sue sclere. "Ecco il traghettatore."
Il tritone deglutì e, senza volerlo, si ritrovò a indietreggiare, realizzando quanto Ru fosse più coraggioso di lui.
Non era facile restare calmi di fronte a una bestia di quella stazza: una ciclopica rana pescatrice.
Gigantesca, tozza e deforme, la creatura spinosa e bioilluminata si presentò al loro cospetto, silenziosa e disarmante, con quegli occhi orribilmente estrusi, di un bianco cieco e torbido. L'apparato boccale era la parte peggiore: totalmente estroflesso, esibiva almeno cinque file di denti a punta di lancia sbeccata e sporca di carcasse putrescenti.
Era un mostro non-ibrido, per cui non dotato di consapevolezza intelligente.
Sapeva però il suo mestiere, senza bisogno di accordarsi a ultrasuoni: trasportare i visitatori lungo il fondale, verso ovest.
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FEIL
RomanceÈ raro che un tritone possa infatuarsi di un altro maschio, ma Nero è così, non attratto dalle sirene della sua specie. Ru è uno splendido ibrido di ippocampo, perdutamente legato a Nero, unito a lui dalla tragedia di non potersi fondere nella carne...