Epilogo

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Nella prima spedizione abissale non vi furono morti né artiglieria.

Il primo ministro norvegese dovette sedersi ed essere assistita per scongiurare uno svenimento.

La comunità governativa e quella scientifica erano ormai una fusione caotica, un alveare in fermento e in allarme. Ma il messaggio era stato molto chiaro: oltre a una rivoluzione filogenetica e storica, era necessaria, in primis, una nuova politica ambientale.

Gli interessi in ballo erano commerciali, principalmente. Il sistema industriale che scaricava scorie nella regione di Nærøyfjord faceva parte di una multinazionale di raffinazione petrolio; l'inquinamento acustico e plastico era dovuto principalmente al settore turistico, essenziale per l'economia dei fiordi.

Ma l'economia era fatta da uomini, e tutti gli uomini erano sgomenti. Disposti a cambiare a delle condizioni.

In meno di dodici ore nacque un nuovo organo legislativo europeo, un governo emergenziale.

Scienziati e politici erano spalla a spalla; venivano già delineate le prime missioni di trattativa con il popolo dei sommersi. La linea perseguita sarebbe stata quella dello scambio: attenuazione dell'inquinamento antropico, ma con ritorno di campioni da analizzare: ostaggi da consacrare alla scienza degli emersi.

"...ati trovati resti del corpo del ragazzo nello stomaco di Vidar Steffen."

I mass media furono spietati. Le informazioni della Scientifica incontenibili, il sistema fallimentare.

"...spite di eccezione! Professore, perché crede che il cosiddetto 'macellaio di Oslo', abbia voluto cibarsi della vittima?"

"Vi sono varie interpretazioni: secondo alcune culture tribali, la necrofagia è un atto rituale. Assimilare la carne del defunto è renderlo parte di sé, acquisire la sua forza vitale, in qualche modo; secondo altri pareri psichiatrici, Vidar Steffen soffriva di severe manie di persecuzione, ossessioni e devianze sessuali. Si è comunque trattato di un atto premeditato. Nemmeno il più efferato dei criminali, in quelle circostanze, avrebbe pensato di usare un grosso machete per fare a pezzi la vittima, sbranarla e poi spararsi un colpo di pistola alla gola..."

Ausa fracassò lo schermo della televisione. Si lasciò scivolare a terra, cingendosi le ginocchia con le braccia. Si portò le mani in faccia, spingendosi i bulbi oculari, tentando di stropicciarli per tapparli, in qualche modo, per farli smettere di lacrimare e gonfiarsi.

Fece 'no' con la testa, più volte. Poi guardò fuori dalla finestra del suo nuovo appartamento. C'era la neve.




Sei mesi dopo




Gli ultrasuoni si frangevano contro le volte della cattedrale.

Tozze colonne millenarie univano il sopra al sotto, come un'immensa gola di balena pietrificata. Le torbiditi erano pietre dall'aspetto sciolto, fuso, senza voglia di assumere una vera forma.

"È raro che un tritone possa infatuarsi di un altro maschio, ma Nero era così, non attratto dalle sirene della sua specie.

Ru era uno splendido ibrido di ippocampo, perdutamente legato a Nero, unito a lui dalla tragedia di non potersi fondere nella carne. La biologia rendeva l'accoppiamento impraticabile e il loro amore sbagliato. All'apice della disperazione, i due trovarono un modo per emergere: trasformarsi in..."

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