C'era troppo di Ausa, in quella stanza.
L'armadio a tre ante con i suoi vestitini fioriti, sul comodino di destra c'era ancora il suo spray per il naso all'acqua termale. C'era lei, le sue foto appese in piccole cornici e poggiate sul comò sotto allo specchio, c'era il suo spettro. Ma c'erano anche tre uomini nudi e abbracciati sul letto matrimoniale.
Ru era disteso supino, con i capelli sparpagliati sulla federa come lingue di fuoco. A cavalcioni sulle sue cosce, Nero era completamente avvolto dalle nerborute braccia di Vidar che, da dietro, gli sussurrava cose all'orecchio.
"Ora te lo faccio, tu ti rilassi, guardi me o il tuo amichetto. Come preferisci. D'accordo?"
Nero annuì, accaldato, fissando i tatuaggi neri sugli avambracci di Vidar. "Ru, ti va bene?"
"Sì, non penso che sarà difficile" rispose il ragazzo. "Lo abbiamo visto tante volte su HotMenTube."
"Difficile? Ma che cazzo dite?" Vidar scoppiò ridere di pancia, la sua larga cassa toracica fece vibrare anche il corpo di Nero. "Non dobbiamo mica fare una gara di scacchi. Dovete- oh, sentite," bofonchiò, appena colto dalla consapevolezza di quanto fossero vergini Nero e Ru. Vergini di tutto. Talmente vergini da credere che il sesso fosse una performance, quasi un dovere, o un rito di passaggio.
"Non deve diventare così tesa, la cosa. Cristo, è ridicolo" riprese Vidar. "Rilassatevi e basta."
Si misero nelle sue mani, letteralmente. Vidar fece inclinare il busto del moro in avanti, sistemando le mani fra le sue gambe, sussurrandogli che, finalmente, sarebbero andati fino in fondo. Iniziò a massaggiare Nero, aiutato dal lubrificante, risvegliando totalmente il sesso teso e sensibile. Nero chiuse gli occhi e abbassò ogni possibile difesa.
Nel vederlo così, anche Ru si eccitò. La faccia del suo uomo, dell'uomo che aveva visto appena sveglio sugli scogli, gli piaceva assai. Quella faccia scolpita, il neo grazioso, gli occhi e la pelle color cioccolato al latte. Lo amava, Ru sapeva di amare Nero, anche se non ricordava quando e come e dove il loro amore fosse nato. Era frustrante, ma in quel momento voleva godere e basta.
"Ru."
I suoi pensieri furono frantumati dalla voce profonda di Vidar, rasposa e decisa come tutto di lui, il loro mentore, e padrone.
Vidar Steffen, però, aveva ancora quel nodo in gola. Anzi, quella sensazione era peggiorata, da quando aveva visto Ru sdraiarsi sul lato di lei, e somigliare così tanto, dannatamente, a lei.
Esci dalla mia testa, Ausa. Per Dio, lasciami vivere!
"Ah"
Il gemito di Nero fece riemergere Vidar, che si sentì salvato, in qualche modo. I versi lascivi del moro avevano preso lo spazio e il tempo, avevano finalmente creato quello che serviva. Ru aveva iniziato a imitarne le mosse, masturbandosi fissando i due che lo sovrastavano. Il lavoro di mano di Vidar portò Nero verso l'apice, per poi abbassare la marea del suo piacere, rallentando lo slittamento.
"Più veloce" ansimò Nero, quasi spaventato da quelle onde che sentiva crescergli dentro, nella pancia, e pompare nel cuore.
"Chiedimelo con più gentilezza."
"Per favore, Vidar."
"Meglio, dolcezza" gli sussurrò, col fiato sul collo, lappando poi quella carne madida, immacolata e buona come miele d'acacia.
Carne di mare.
Vidar strizzò gli occhi, ché era davvero stanco di contenersi. Così accelerò e sollecitò anche il lavoro dei due. "Fatelo più veloce, respirate."
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FEIL
RomansaÈ raro che un tritone possa infatuarsi di un altro maschio, ma Nero è così, non attratto dalle sirene della sua specie. Ru è uno splendido ibrido di ippocampo, perdutamente legato a Nero, unito a lui dalla tragedia di non potersi fondere nella carne...