Nero e Ru avevano dovuto spegnere i cellulari ed entrare in modalità incognito.
Non si aspettavano che a chiamarli sarebbe stato un agente dei Servizi Segreti, col chiaro intento di incontrarli solo per ingabbiarli in una serie di nuove torture scientifiche. L'esame dei video trovati sul telefono di Vidar Steffen avevano scosso i piani alti, col risultato che "le due creature aliene" erano ufficialmente ricercate. Sarebbe stata solo questione di tempo, per una talpa tra le scartoffie segrete, e la scioccante verità di quei video sarebbe caduta in mano ai mass media.
I ragazzi di Gudvangen scelsero così di muoversi a bordo di mezzi sui quali non sarebbero stati facilmente tracciabili: bus decrepiti, autostop, schedine telefoniche usa e getta per prenotare una stanza di periferia.
"Devo pisciare."
"Finisci l'acqua e falla nella bottiglia."
Ru storse il naso. Il suggerimento di Nero non era un'opzione, non in un autobus affollato di passeggeri più simili a superstiti che a viaggiatori. Ma era anche grazie a questo che nessuno pareva riconoscere i volti dei ragazzi, che avevano tirato i capelli dentro due berretti e indossato occhiali da sole; la gente era troppo impegnata a pensare ai propri guai.
Ru poggiò la testa sulla spalla di Nero e chiuse gli occhi, cercando di controllare l'ansia crescente.
Da quel giorno, stare in uno stesso ambiente con persone estranee troppo vicine al suo corpo era diventato lo stimolo per far scattare in Ru l'attacco di panico. Nero lo strinse a sé, ignorando le occhiatacce vacue di qualche persona bigotta.
"Calmo, respira."
"Ho bisogno di fumare."
"No, siamo quasi arrivati" lo rassicurò il moro, stringendo tra le dita qualche ciocca serica di Ru. "Ora ci sistemiamo in un motel e domani mattina di corsa all'ospedale."
Così fecero. In camera si rasserenarono, facendosi una doccia e dormendo avvinghiati l'uno all'altro in uno stretto nodo di labbra, braccia e gambe. Avevano sviluppato il bisogno morboso di stare a stretto contatto, condividere il respiro e la carne, ora più di prima. Avevano bisogno di respirare lo stesso ossigeno e la stessa anidride carbonica, di mangiare l'uno nella bocca dell'altro, se fosse stato possibile. Capivano di essere ormai co-dipendenti; una simbiosi che a tratti pareva più un reciproco parassitismo metabolico.
Al mattino, saltarono dalle coperte e iniziarono a sistemarsi per il check-out dal motel.
"Saxa ti ha cercato? Vuoi farle sapere dove siamo?"
"No" rispose Nero, deciso. "Nessuno deve sapere niente."
"Maghne e Alana avranno già capito dove stiamo andando," considerò Ru, vestendosi con pantaloni larghi e felpa oversize. "Sanno quanto speravamo che il vecchio di Gudvangen si svegliasse."
Nero prese Ru per la nuca e lo spinse beffardo verso la porta. "Non ci servono altre paranoie. Ora andiamo lì e sfondiamo le porte, se necessario!"
Flåm
Maghne e Alana erano rimasti immobili, braccati contro le mura della loro stessa casa.
La moglie si nascondeva dietro alla schiena del marito, che fissava l'uomo di fronte a loro, con occhi di chi vede la morte arrivare.
"Beh? Che accoglienza è mai questa? Non sei contento di rivedere il tuo fratellino?"

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FEIL
RomanceÈ raro che un tritone possa infatuarsi di un altro maschio, ma Nero è così, non attratto dalle sirene della sua specie. Ru è uno splendido ibrido di ippocampo, perdutamente legato a Nero, unito a lui dalla tragedia di non potersi fondere nella carne...