18. Il perché. - Pov Meredith

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Toronto è noiosa.

Veramente. È incredibilmente ordinaria, ordinata, prevedibile. Noiosa. Terribilmente, noiosa.

Se non fosse per questo caso che Thomas sta seguendo, probabilmente mi sarei addormentata già in aeroporto, figurarsi a stare qui fin troppi giorni.

L'alternativa era sopportarmi Alexander schizzato e sclerato per via di sua moglie – così zoccola che manco la buon'Elena di Troia avrebbe saputo far di peggio – e perché sua sorella si è invischiata in una storia veramente molto poco raccomandabile, unitamente a quel macigno fatto di capricci e vena dittatoriale che è mio fratello.
Capite perché ho preferito aiutare Thomas, mh?

Eppure sarebbe bastato così poco per evitare tutti questi drammi inutili. Il caro vecchio buonsenso, questo sconosciuto ai geni Hamilton – e poco importa che Mja sia stata adottata, è Hamilton fino al midollo, dopo questa, per me.

Thomas oggi è in riunione con i delegati del Consiglio, non può esserci per le consuete sedute di preparazione col test chiave aka Mja. Mi aveva detto di avvisare Juliette così che spostasse l'incontro, ma mi sono "dimenticata" di farlo. Ops.

Ci sono io nella sala riunioni, tranquillo Thomas te la tratterò con i guanti, puoi giurarci.

Senza volerlo, io e Mja abbiamo una persona importante in comune: lei è molto amica della mia migliore amica. Possiamo dire anche unica amica escluse Hanna e Madelaine, non mi formalizzo.

La vita è strana, mai avrei pensato di entrare in questo circo di pazzi, ma avrei dovuto metterlo in conto quando ho scelto Yale e sono diventata a mia volta la Lady Legge che mette in riga il Trio Legge. Che gran cacata.

Sonia, la segretaria addetta a questo piano, apre la porta della sala riunioni facendo entrare Mja. Io sono in piedi, sto osservando lo skyline di Toronto: bello, sì indubbiamente, ma così piatto ai miei occhi abituati a New York.

La porta si richiude e io mi volto verso Mja. Lei sembra interdetta.

È così diversa da Alexander, dagli altri Hamilton in generale. E io sono abituata a suo fratello che sembra un incrocio fra una scimmia e uno zulù a piede libero.

«Ci conosciamo?» è lei a parlare, guardandosi intorno. «Il Procuratore...?»

Sì, Mja, lo so che stai cercando Thomas. Spasimi quasi per vederlo. Che cosa patetica.

«È in riunione.» ho le braccia incrociate sotto il seno, la sto osservando.

Ma come può lei piacere così tanto a Thomas? È completamente diversa da Louise. Da Hanna poi, che lo diciamo a fare. Capisco che piaccia a Jacob, lui è prevedibile in certe cose. Ma a Thomas.

La fisso cercando sul suo viso la risposta ai miei enigmi interiori.

«E lei è...?»

Se continui ad interrompermi, diventerò il tuo incubo più grande.

«Meredith Richmond.» una pausa. «Avvocato Richmond.» aggiungo più chiarificatrice.

«Ho bisogno di un avvocato?» sembra confusa.

«No, hai Thomas.» che domanda sciocca. Le indico la poltroncina, invitandola a sedersi. «Sono la sua consulente per il tuo caso.» le porgo l'iPad. «Puoi googlare il mio nome e vedere da te, oppure fidarti di ciò che dico.»

Si siede dopo essersi sfilata il cappotto. Poi prende il tablet e lo deposita davanti a sé, senza toccarlo ulteriormente.

«Cosa faresti esattamente tu?»

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