Le giornate scorrono imperturbabili.
Ho da poco messo a segno un colpo da maestro nel presentare ufficialmente la mia candidatura per la nomina di Procuratore Capo al palazzo di giustizia di Toronto.
Ci sono cose che vanno ponderate, per cui ti prepari una vita intera. Io mi sono preparato per anni, sono pronto. Fra il mio lavoro svolto a New York e Washington mi sono fatto un nome di degno rispetto. Sono diventato, nell'ambito privato, uno di quei nomi da chiamare nel caso ti fossi trovato nei guai, quel tipo di guai che necessitano di un intervento divino.
Nel divino, io, ci credo gran poco. Sono consapevole che le mie vittorie non sono per niente frutto di una divinità qualunque o del caso. Sono frutto del mio lavoro, del fatto che mi faccio il cosiddetto mazzo. Metodico, preciso, marziale, freddo. Queste sono le mie caratteristiche che saltano subito all'occhio di chi mi incontra. Ho sacrificato tutta la mia vita sull'altare delle aspettative che sono ricadute su di me, tutto ciò che di me è rimasto l'ho investito per creare ciò che sono adesso. Non posso fallire. Non devo fallire. Non voglio fallire.
Lavoro con i soliti ritmi, sono un uomo con la propria routine marziale che svolgo ovunque mi trovi nel mondo. In questi ritmi, lentamente, sono rientrati anche alcuni scambi di mail con una certa cliente.
Mja Hamilton si è insinuata nella mia quotidianità con estrema facilità, se devo essere sincero. Non c'è nulla di scabroso in tutto ciò che ci scriviamo, almeno da parte mia ci sono accenni posati con nonchalance, voglio testare il terreno e capire dove vuole arrivare.
Non ho dimenticato cosa mi ha raccontato. Come posso? È impossibile, soprattutto per me che certe cose nemmeno le concepisco, figurarsi a sentirle di prima persona.
Toronto non è cambiata molto, più moderna sì, ma di base è sempre la stessa. La differenza con New York è notevole, inutile dirlo; avrei preferito di gran lunga restare a lì, in tutta onestà. Gli eventi, però, non sempre ti lasciano una scelta e stavolta sono solo ambasciatori del volere di mia madre Katherine. È stata lei a volerci nuovamente tutti a Toronto, stanca di vederci in giro per il mondo. È stanca di sentirci solo per telefono e non avere più alcun ruolo nella nostra vita.
Mia madre nutre da sempre una sorta di silente apprensione per me, i non detti sono tanti, ingombranti, eppure nei suoi occhi azzurri c'è da sempre una sorta di preoccupazione per ciò che sono diventato. Nemmeno oggi ha fatto alcuna eccezione per tutta la durata del pranzo in cui, tutto sommato, sono rimasto anche tranquillo, inaccessibile come al solito.
Si è parlato di politica, di economia. Lavoro, lavoro e lavoro. Mio padre è implacabile, ogni occasione è buona per capire come sta procedendo la vita di tutti noi e quest'oggi visto che c'ero anche io – evento più unico che raro – ha fatto festa: si è trovato ben due di noi insieme, nella stessa stanza e contemporaneamente, è partito il doppio interrogatorio allo scopo di farsi i cazzi non solo di Jacob, ma anche miei. Che gioia.
Se con Jacob la preoccupazione è quantomeno prevedibile e giustificata dopo Geneviève, nel mio caso si tratta solo di una sfida.
Mio padre non concepisce il non poter avere il controllo completo su qualcuno, nel caso in cui questo qualcuno coincide con suo figlio, sulle sue decisioni, capite bene come la cosa possa infastidirlo. Il non sapere nulla lo corrode dall'interno.
Come al solito, mi sono lasciato torchiare, ho mangiato senza alcun problema come se quell'interrogatorio non mi toccasse minimamente e poi mi sono congedato, salutando mia madre con un abbraccio, più freddamente mio padre: non l'ho nemmeno toccato.
Sono tornato in ufficio piuttosto che perdere tempo dietro le cazzate di mio padre. Detesto con tutte le mie forze questo posto per il semplice fatto che ce l'ho troppo vicino eppure niente in me lascia trapelare questa mia condizione di intenso fastidio che provo ogni qualvolta varco la soglia di questo palazzo.
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Behind your never
RomanceThomas, brillante avvocato con tutta una carriera davanti, si ritrova in mezzo a qualcosa di più grande di lui. Qualcosa che gli cambierà per sempre la vita. Dai modi freddi, distaccati, capace di compiere scelte anche forti, è tutto fuorché ciò ch...