Capitolo 1

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14 giugno 2016
Uscii a passo svelto da quel luogo infernale, chiamato comunemente da tutti scuola, dirigendomi verso casa mia. Non mi fermai a salutare nessuno, in vista delle vacanze estive. Fortunatamente scuola distava poco da casa, quindi arrivai in meno di 5 minuti a casa.

Buttai in un angolo del salone lo zaino, ormai rovinato e pieno di scritte. Vidi sul tavolo un bigliettino di mia madre, dove diceva che aveva lasciato qualcosa da mangiare in frigo. Buttai il foglietto e successivamente anche il cibo che era all'interno del microonde, visto che non avevo fame.

Sentii il campanello suonare e una volta aperta la porta vidi Zaccaria, il mio migliore amico. Corrugai le sopracciglia, non aspettandomi una visita dal mio amico, visto che sapevo che quest'oggi aveva un processo.

"Cazzo fai qui?." chiesi, mentre lui buttò la sigaretta che teneva in bocca sul marciapiede. "Il processo?."

"Rimandato." disse oltrepassandomi, entrando in casa. "C'era da aspettarselo, non sono nemmeno andato in tribunale, visto che avrei preso solo botte."

Sospirai, chiudendo la porta alle mie spalle. Ha completamente ragione: c'era da aspettarsi che gli rinviavano il processo, per ben la terza volta.

"Meglio così, lo hanno rimandato a Settembre. Mi faccio questi 3 mesi tranquilli e poi si vedrà." disse, sedendosi sul divano, mettendo i gomiti sulle gambe.

Mi sedetti al suo fianco, mentre lui mise un braccio sulle mie spalle. "Che bastardi, staranno cercando qualcosa per incolparti, ingiustamente." dissi, appoggiando la testa sulla sua spalla.

"Tanto più del minorile non possono darmi, ho ancora 16 anni." disse, scrollando le spalle.

Gli diedi un bacio sulla spalla, mentre lo vidi con la coda dell'occhio sorridere, per poi riposare la mia testa sulla sua spalla. Certe volte penso che abbia più paura che lui possa andare in carcere io che lui.
Si mostra come una persona menefreghista, ma so che in cuor suo è tutt'altro.

"Com'è andata a scuola?." mi chiese, mentre io alzai leggermente il capo, per guardarlo negli occhi.

"Nulla di nuovo. Non mi chiedono nemmeno più di te, si saranno stufate di chiedere cosa che già sanno." dissi, mentre Zaccaria annuì.

Ormai lui aveva lasciato scuola da 4 mesi, senza avvisare nessuno. I professori ogni giorno chiedevano di lui, il perché non ci fosse e dove fosse; ovviamente io rispondevo sempre con "non so dove sia".

Sbuffò, mentre io gli passai una mano tra i suoi capelli rasati. "Quindi hai proprio deciso di non tornare più a scuola?." chiesi, sperando che il mio amico avesse riflettuto sul prendere un diploma, poiché ad oggi con la terza media non si va più da nessuna parte.

"No, piuttosto con Mohamed stiamo cercando un lavoro. Magari a sistemare qualche moto o auto, oppure camerieri." disse, mentre a me scappò una risata.

"Vi ci vedo a riparare le macchine." dissi, mentre lui sorrise leggermente. "Dai, abbracciami." lo spinsi contro di me, mettendogli le braccia intorno al collo, mentre lui mi circondò la vita con le braccia.

"Adesso anche se non verrò più a scuola non ci perderemo, vero?." mi sussurrò, infilando la testa nell'incavo del mio collo.

"Scherzi, vero? E tu muori senza di me!." dissi ridendo, mentre lui mi diede un leggero schiaffo sul braccio.

"Sempre la solita." disse, rimettendo la testa nel mio collo, dando un leggero bacio su esso.

Sorrisi istintivamente a quel gesto, stringendomi di più tra le braccia del mio migliore amico, nelle quali mi sentivo a casa.

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora