Capitolo 13

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(*l'argomento trattato in questo capitolo mi sta molto a cuore, non voglio che pensiate che il modo in cui l'ho scritto è troppo superficiale o troppo nello specifico. Ho cercato di scrivere nel modo più semplice e specifico possibile, ma anche non troppo, basandomi su fatti accaduti anche a me in prima persona. Spero mi abbiate capita, buona lettura <3)

4 febbraio 2017
Buttai fuori il fumo dalla mia bocca, guardando il cielo. Posai le braccia sul davanzale della finestra, osservando le strade vuote di Lecco. Con la coda dell'occhio vidi mia madre entrare in cucina, per poi sedersi a tavola, in religioso silenzio.
Mi girai verso di lei, che nel frattempo mi stava guardando.

"Che c'è?." chiesi, quando vidi mia madre chiudere gli occhi e mettersi una mano in fronte.

"Marika, io sto provando a far finta di niente, ma non riesco più." disse, mentre io spensi la mia sigaretta e mi sedetti al suo fianco, capendo già dove volesse andare a parare. "A capodanno ho deciso di lasciar perdere, ma adesso non posso più."

La guardai soltanto, capendo la sua preoccupazione.
Le presi la mano fra la mia, facendole segno di parlare.

"Da quanto tempo non mangi, veramente." mi chiese, mentre vidi le sue iridi verdi riempirsi di lacrime. Non la guardai più, cercando di ricordare l'ultimo pasto completo che avessi fatto, ma è stato troppo tempo fa.

"Non ricordo." dissi, sentendo la mano di mia madre stringere di più la mia. Mi sentii un nodo formarsi in gola, al solo pensiero di cosa stessi passando in questi mesi.

Non riuscivo più a mangiare. Non perché io non lo volessi, anzi, ma c'era qualcosa dentro di me che me lo impediva. Ogni volta che mi ritrovavo qualcosa da mangiare davanti una voce dentro di me si palesava, riuscendo ad avere la meglio su di me. Ogni volta che mi sentivo in pace con me stessa e avendo mangiato, quella voce tornava, riuscendo a riavere la meglio su di me e mi ritrovavo a vomitare.

"Marika, io voglio aiutarti, ma tu devi permettermelo." mi disse, mentre lacrime amare le scendevano lungo il volto. "Parlami."

"È qualcosa più grande di me, che è come se avesse preso posto nella mia mente. Ho provato a scacciarla via, tantissime volte, ma non riesco; ogni volta torna e mi sembra che sia sempre più potente." dissi, indicandomi con un dito la tempia, mentre mia madre mi osservava.

Lasciai la mano di mia madre, per asciugarmi una lacrima solitaria. "Ogni volta che mi guardo allo specchio a primo impatto penso 'wow, sono bella' , ma poi quella dannata voce entra nella mia testa elencandomi una serie di difetti del mio corpo, con l'intento di convincermi che faccio schifo. E ci sta riuscendo." dissi.

"E sai qual'è la cosa che mi spaventa di più?." chiesi, mentre mamma scosse la testa. "È che questa voce non la fa scomparire nemmeno Zaccaria, il quale mi faceva sentire la più bella di tutte."

Mi versai dell'acqua in un bicchiere, bevendola per provare a calmarmi. Mia madre mi guardò, con gli occhi pieni di compassione. Non cercavo la sua compassione e di sicuro non volevo farle pena. Ma ormai è diventato un problema troppo grande, che non riuscivo più a tenere per me.

Vidi mia madre mettersi una mano sulla bocca e piangere silenziosamente, molto probabilmente colpevolizzandosi di non aver fatto nulla fino ad adesso. Mi alzai dalla sedia per abbracciarla, mentre iniziò a singhiozzare più forte, mentre io cercavo di trattenere le lacrime.

"È tutta colpa mia, se non avessi iniziato a bere molto probabilmente me ne sarei già accorta molto tempo fa." disse tra le lacrime, mentre io la strinsi più forte a me. "Tesoro ti prometto che uscirò dall'alcol e tu da questo, usciremo da tutta questa merda insieme."

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora