Capitolo 4

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22 giugno 2016
Finii di lavare i piatti e li riposi nel loro apposito scaffale, asciugandomi le mani con un asciugamano.
Mi trovavo a casa da sola, visto che i miei genitori lavoravano, con l'incarico di rigovernare tutta casa.
Ero già a buon punto, visto che mi mancava solo da fare la lavatrice e lavare per terra.

Mi legai i capelli in una coda alta, avvicinandomi alla finestra della cucina, per poi estrarre un pacchetto di sigarette. Ho iniziato a fumare qualche sigaretta con gli amici e poi ne sono uscita con il vizio, mi maledico ogni volta che ripenso a quando ho iniziato a fumare.

Presi il mio telefono, rispondendo ad Arianna e Alessia, alle quali non avevo per nulla scritto dopo la festa di quest'ultima. Ma il suono del campanello attirò la mia attenzione, facendomi aprire la porta.

"Ma buongiorno, a cosa devo questa visita?." dissi ridendo, mentre Zaccaria entrò in casa; non avevo nemmeno più parlato con lui, dopo la scorsa sera.

"La mia migliore amica è scomparsa da 2 giorni, volevo vedere se fosse ancora viva." disse, mettendo le braccia intorno ai miei fianchi e abbracciarmi.

"Ei, ti ricordo che nemmeno tu mi hai scritto in questi 2 giorni e che se io non ti scrivessi tu scompariresti per mesi." dissi, incrociando le braccia al petto, facendolo ridere.

"Ok, forse hai ragione." disse, alzando le mani in segno di resa. "Però davvero, sono stato in pensiero."

Gli sorrisi leggermente, abbracciandolo, mettendogli le braccia intorno al collo; lui mise nuovamente le mani sui miei fianchi, stringendomi più a se.
Gli diedi un bacio in guancia e mi staccai, riandando verso la cucina, mentre lui si sedette sul divano.

"Cosa combini?." mi chiese, vedendomi con la cesta dei panni sporchi tra le braccia. "Ti do una mano, chèrie." disse, prendendo dalle mie mani la cesta, dirigendosi verso il bagno.

Sorrisi a quel nomignolo, seguendolo in bagno.

"Ok, come si fa?." mi chiese, mettendo i vestiti all'interno della lavatrice. "Ma questa è una mia felpa?."

Mi fece vedere una felpa rossa, mentre io annuivo.

"Ladra di felpe." sussurrò ridendo, mettendo all'interno della lavatrice anche la felpa, chiudendo lo sportello. "Adesso lascio fare a te." disse, appoggiandosi con le mani al lavandino.

Risi, azionando la lavatrice, per poi girarmi verso di lui. Eravamo a pochi centimetri di distanza, mentre ci guardavamo negli occhi. I suoi occhi neri catturarono le miei iridi verdi, incatenando il mio sguardo nel suo. Lo vidi avvicinarsi, mentre io non mi muovevo di un centimetro, come se mi fossi pietrificata.

"Bene, andiamo di là." dissi, riprendendomi dal 'coma' , andando velocemente in sala.

Lo sentii seguirmi, mentre io mi misi nuovamente vicino alla finestra, mentre lui sul divano.
Sospirai, accendendomi una sigaretta, mentre sentivo il suo sguardo su di me.

"Parto per Casablanca." disse a un tratto, facendomi riportare la mia attenzione su di lui. "Torno a Settembre, zio ha bisogno di me per dei lavori."

E purtroppo, capii subito quale tipo di 'lavori' e
il mio sorriso scomparve.

"Bene." dissi, buttando il mozzicone di sigaretta, allontanandomi dalla finestra. "Mi fa piacere che tu vada a rincontrare la tua famiglia, dopo tanto tempo."

"Già, anche a me." disse, fissando il muro. "Anche se volevo stare con te, ma ci rifaremo, te lo prometto."

"Non preoccuparti, mi divertirò con gli altri." dissi, sedendomi su di lui, posando la testa su una sua spalla.

"Divertiti ma non troppo, fai la brava." mi disse, mentre io sorrisi leggermente.

"Oddio Zac sembri mio padre." dissi, posandomi una mano in fronte, ridendo.

"Lo sai come sono fatto, sono geloso di te." disse, mentre quella strana sensazione allo stomaco la sentii nuovamente, ma molto più forte. "Poi tanto Mohamed mi aggiorna su tutto, quindi saprò sempre tutto."

"Sai che posso denunciarti per stalking?." dissi, avvicinando il mio volto al suo.

"Una denuncia in più non mi cambia la vita, quindi fai pure." disse, avvicinandosi anche lui, facendo scontrare i nostri nasi.

Sorrisi leggermente, attirandolo a me in un abbraccio, sentendomi al sicuro fra le sue braccia.

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora