Capitolo 9

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2 ottobre 2016
Mi feci uno chignon alto, abbastanza fatto male. Ripresi il mio fidato evidenziatore blu, sottolineando l'ennesima riga. Alessia mi aveva mandato tutto quello che avevano fatto in questi giorni, così che lo recuperassi, in modo da non restare indietro.
Mamma era andata a lavoro, fino alle 15, quindi potevo studiare in religioso silenzio.

Mi alzai dal mio letto, andando verso la cucina, con l'intento di farmi un caffè. Ma sentii il mio telefono suonare, così risposi senza nemmeno guardare chi fosse sul display.

"Pronto?." dissi, mettendo il viva voce, prendendo una cialda di caffè.

"Marika, grazie a dio mi hai risposto." disse Mohamed, appena accettai la chiamata.

"Mohamed, che succede?." gli chiesi, prendendo in mano la tazza di caffè.

"Zaccaria, lo stanno arrestando. Adesso." disse il mio amico, mentre la tazza di caffè mi cadde dalle mani.

"Ma cosa cazzo stai dicendo?." chiesi, quasi urlando, correndo in camera mia.

"Marika vieni a casa di Zacca, fai presto." disse, per poi attaccare il telefono.

"Fanculo." sussurrai, lanciando il telefono sul letto, mettendomi ai piedi le air force e prendere una felpa e correre via di casa.

Corsi, corsi più che mai. Mi scontrai anche contro delle persone, che mi mandarono a fanculo, ma non me ne importava. Non avevo capito a pieno che cosa fosse successo, fin quando non vidi due volanti blu davanti casa di Zaccaria.
Mi fermai davanti a esse, vedendo il mio ragazzo uscire da casa sua, con le manette al polso, mentre sua madre e suo fratello piangevano e Mohamed anche lui ammanettato.

Mi vide, i suoi occhi erano lucidi. Sentii i miei occhi inumidirsi, mentre mi sembrava di rivivere gli stessi momenti di alcuni mesi fa.

"È la mia ragazza, fatemela almeno salutare." lo sentii dire alle due guardie, i quali lo guardarono e gli fecero segno di venirmi incontro.

Venne verso di me e io lo abbracciai. Siccome lui non poteva abbracciarmi, si limitò a infilare la testa nell'incavo del mio collo, dando dei leggeri baci sopra ad esso. Le mie lacrime gli bagnarono la maglia, mentre gli passai la mano dietro la nuca, sentendolo singhiozzare.

"Mi hanno dato 7 mesi." mi sussurrò, con la voce rotta dal pianto, mentre sentii il mio cuore spezzarsi nuovamente.

"Non mi importa." dissi, prendendogli il volto fra le mani. "Io ti aspetto, anche se dovessero passare 10 anni."

Lo guardai negli occhi, asciugandogli le lacrime con i pollici, dandogli un bacio a stampo.

"Ti amo, ricordatelo sempre." mi disse, mentre vidi le due guardie avvicinarsi a noi, togliendolo bruscamente dalle mie braccia.

"Ti amo anche io Zaccaria." dissi, provando a riavvicinarmi, ma una guardia mi prese per il braccio.

"Toglile le mani di dosso." sputò acido Zaccaria, dando un calcio alla gamba dell'uomo, il quale tolse la mano dal mio braccio. Mi guardò nuovamente, sorridendomi per l'ultima volta, per poi essere scortato all'interno della macchina.

"Fate i bravi." dissi a Mohamed, il quale mi annuii, per poi essere scortato anche lui nella vettura.

Le due auto partirono, mentre sentii un nodo allo stomaco crescere in me. Andai verso Safa (*non so come si chiami realmente la madre di Zaccaria, così le ho associato questo nome!) e la abbracciai, mentre piangemmo entrambe sulle spalle dell'altra.

E così mi ritrovai tra le braccia di mia suocera a piangere e il cuore in mille frammenti.

𝗣𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 ; 𝗕𝗮𝗯𝘆 𝗚𝗮𝗻𝗴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora