2.

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Manuel spalanca gli occhi. "Prof in che senso un lavoro a coppie?"

"Un lavoro a coppie, Manuel, che ti devo fare, un disegno?"

Alza gli occhi al cielo, mentre i suoi compagni esultano e si lanciano sguardi d'intesa. Lui non sa con chi stare, non ha ne idea ma ora come ora non gli interessa, ci penserà quando sarà il momento.

Mentre Dante sta dando indicazioni (che lui non sta minimamente ascoltando) su come svolgere il compito, viene raggiunto da una pallina di carta alla sua destra.

Si gira, Luna lo sta guardando. "Oh, Manuel, con chi stai?"

"Con nessuno, con chi devo stare?"

"Ho capito ma mica puoi stare da solo." Mentre il prof si volta per raggiungere un bidello che ha fatto la sua comparsa sulla porta, Luna si alza e gli si avvicina. "Quindi, ce l'hai o no qualcuno con cui fare sto lavoro?"

"No che non ce l'ho, e sinceramente mi frega poco."

"Vabbè, facciamo che stiamo insieme, io lavoro sulla prima parte, tu sulla seconda parte e poi domani ci troviamo per metterle insieme, va bene?"

Scuote la testa, abbassando la voce e facendosi più vicino a lei per farsi sentire "ho capito Luna, bella idea, ma io non ho una casa" poi si ferma "cioè, una casa ce l'ho, ma è quella di Simone, non posso invitarti in una casa non mia."

"Verrai da me, no? Che problema c'è?"

"Da te" ripete, perplesso.

"Eh, da me"

"Sei sicura?"

Lei ride "Certo che sono sicura, Manuel, non è che devi prendere la residenza, in un'ora abbiamo finito."

"Eh vabbè allora, casa tua sia" poi aggiunge, mentre si sta allontanando "grazie".

Questa cosa di non avere più una casa lo mette a disagio, anche se sa che non dovrebbe, che sua madre casa loro l'ha affittata e ora vivono meglio, a casa di Dante, lei è più serena e più felice. Però lui si sente così fuori luogo. Si sente così fuori posto e così osservato.

***

"Manuel, dove vai?"

Sta addentando una fetta di pane che considera sotto tutti i punti di vista il suo pranzo e non ha tempo di rispondere alle domande di sua madre. Non ha tempo ma deve. "Da Luna, ma'."

"Da Luna?" Chiede qualcuno che non è sua madre. Possibile che debbano tutti mettere becco in quello che fa, nella gente che incontra e nei posti in cui va?

"Oh, Simò, non ti ci mettere anche te. Sei bravissimo ad ignorarmi, non smettere proprio adesso. Vado da Luna per quel progetto del ca-"

Per fortuna vede Dante comparire in cucina, quindi si ferma a "quel progetto dalle capacità enormi di apprendimento."

Simone ride, mentre Dante allunga una mano e gli dà un piccolo schiaffo sulla nuca. "Ti sei salvato in angolo. A proposito, ti serve un passaggio?"

Scuote la testa, afferra il casco appeso alla sedia ed esce con un cenno di saluto.

***

Luna è diversa da come se l'era immaginata, è molto più silenziosa e molto più seria. Non che avesse dei pregiudizi su di lei, ma dubitava seriamente di riuscire a finire un lavoro per cui non era minimamente motivato in un'ora, invece ce l'hanno fatta e sono anche in anticipo.

"Scusa, non ti ho offerto nulla, hai fame?" gli chiede, quando lui sta rimettendo le sue cose nello zaino.

"No, grazie."

In virtù della legge moraleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora