"Alex."
Manuel non sa se prendere la mano che gli sta tendendo, ad essere onesto non vorrebbe, ma Simone gli ha chiesto di essere gentile con lui, quindi la afferra. "Manuel."
Alex lo fa sentire piccolo, dimostra più dei suoi anni anche se entrambi ne hanno diciotto; è più alto di lui e la sua corporatura è più robusta, ha i capelli biondo-castani legati in un piccolo bun e i suoi occhi verdissimi contrastano con la carnagione scura. Manuel avrebbe intuito le sue origini italiane anche se non l'avesse saputo. È di un'innegabile bellezza.
Grazie al cielo Simone fa la sua comparsa ed esordisce con un "vedo che state già facendo amicizia." Falso, ma se non altro l'ha tirato fuori da una situazione chiaramente imbarazzante, per lui quanto per il ragazzo che gli sta di fronte.
Come previsto da Manuel, Simone prende per mano Alex e letteralmente sparisce dalla sua vista, così lui rimane imbambolato in mezzo al salotto senza aver ancora ben metabolizzato quanto accaduto.
Evidentemente, qualche pianeta dev'essere allineato a suo favore, perché dopo pochi secondi squilla il telefono. È Luna.
"Ciao Man-"
Manuel si guarda attorno ed esce in giardino dalla porta sul retro. "No Lu' non puoi capire che sta succedendo. Casa Balestra sta per trasformarsi in un covo di amanti. Mi stai salvando."
Luna ride "senti, mia madre deve andare a comprare delle cose, io sono con lei e passo di lì, scendi a fare un giro?"
"Una statua ti devo fare, Luna. Una statua."
Lei sta ancora ridendo "vabbè, tra dieci minuti passo così mi racconti cosa succede."
Negli ultimi mesi la loro amicizia si è intensificata, i lavori a coppie li hanno sempre fatti insieme, a volte anche a casa Balestra, e hanno iniziato a parlare di più, ma solo a scuola; è la prima volta che si incontrano soli senza un motivo apparente.
***
"Qua però non c'è nessuna gelateria. Al massimo campi da coltivare interrotti da stradine." Esordisce quando Luna lo abbraccia, forse per smorzare un po' la tensione che solo lui sembra percepire.
"Scusa ma non hai il motorino, tu? Non possiamo andare in città?" aggiunge poi, vedendo la sua espressione perplessa:"guarda che mi fido, non ho paura."
Manuel alza le spalle, riluttante, ma alla fine acconsente.
"Hai visto?" gli chiede lei quando parcheggiano affianco ad un piccolo bar "sono arrivata sana e salva."
"Non lo darei per scontato."
Si siedono all'interno, Luna prende una cioccolata mentre Manuel solo un caffè, tanto sa già che gli offrirà un sorso della sua bevanda, la loro amicizia funziona così.
"Allora, mi dicevi che casa tua è diventata il covo degli amanti?" esordisce.
"Io scappo Luna, ti giuro che scappo. Questo non è nemmeno arrivato e già sento la sua invadenza."
Lei ride. Ride sempre, Luna. "Sì ma dagli una possibilità, no? E poi com'è? Penso che tu sia l'unico essere nel raggio di mille chilometri ad averlo visto. Di persona, poi."
"Se vuoi ti cedo l'onore." dice, allungandosi per prendere un sorso di cioccolata senza aspettare la sua offerta "no comunque, parlando sul serio è bello. Posso dirti solo questo, tutto quello che Simone ci ha fatto dire prima di rapirlo è stato -Alex- e -Manuel- "
"Quindi non ti aspettano tempi facili."
Alza le spalle "dipende tutto da Simone."
"Posso chiederti una cosa?" chiede, ma è riluttante.
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In virtù della legge morale
FanfictionDove Manuel affronta un lungo e tortuoso (e oserei dire anche abbastanza doloroso) percorso di accettazione di sé.