Quindi.
Ricapitolando è Natale, Manuel ha appena aperto gli occhi, Simone è accucciato di fianco al divano dove ha dormito e lo sta guardando. Lui si ricorda benissimo di quello che è successo la sera prima ma non capisce cosa ci faccia lì.
"Buongiorno" gli dice, "cosa... cosa fai qua?"
"Boh, ho litigato con Alex, ancora."
"Buon Natale, Simo." ridacchia.
"Deficiente, sono serio. Facciamo due passi?"
Manuel sa che Simone ha bisogno di parlare con lui, lo vede, ma non gli è ben chiaro il perché. Ha paura di scoprirlo. "E dove vuoi andare?"
"Ruscello?"
Manuel scuote la testa "ti sei proprio fissato 'co 'sto ruscello, oh."
Simone abbassa lo sguardo, evidentemente in imbarazzo "beh... è un bel posto."
"Dai Simo', scherzavo. Vado solo a salutare mamma, rimane sempre Natale."
Dopo mezz'ora sono sulla riva del ruscello, o meglio, lui è seduto, Simone sta camminando nervosamente avanti e indietro, e anche se Manuel ama quel posto non crede che sia una bella idea andarci a Dicembre. "Allora mi dici che c'è o pensi di camminare fino a stasera?"
"Da dove comincio?"
"Da cos'è successo ieri sera, intanto?" Manuel lo sa già, certo che lo sa, ma pensa che dirlo farà bene a Simone e sentirlo farà bene a lui.
"Abbiamo litigato perché io sto troppo con te. Dice che io lo sto trascurando e che non m'è mai piaciuto davvero."
"E ha ragione?"
"Non lo so."
"Simone scusa ma che vuol dire che non lo sai? Ci stai insieme."
"Ma quando stavo a Glasgow stavo bene con lui. Solo che non lo so più, sono così diverse le nostre vite adesso."
"Guarda è questa la vita tua" gli fa notare "quella che hai a Roma, non a Glasgow. A Glasgow c'eravate tu e lui, adesso c'è tutto il resto, è di questa vita che deve far parte."
"E poi è che..."
"Che? Dai Simone, dille le cose, so' io."
"Appunto." sussurra. Ma non abbastanza, Manuel lo sente.
"Che vuol dire appunto?"
Simone non risponde, piuttosto dice "non mi basta. Quello che ho con Alex non mi basta. So che potrei avere di più, che dovrei avere di più."
Manuel sorride, questo suo parlare da personaggio di un libro lo farà sempre sorridere. "E che ne sai, uomo vissuto? Magari quello che avete è il massimo."
"Ti dico di no." Abbassa lo sguardo e si mette a giocare coi lacci delle scarpe. "L'ho avuto. Ho avuto di più, Manuel. Ho amato più di così."
Il cuore di Manuel salta un battito. Vorrebbe fargli una domanda, la domanda. Vorrebbe chiedergli chi l'ha portato ad amare più di così. Ma non lo fa, vuole illudersi senza doversi disilludere.
Alza le spalle, non sa cosa dire.
"Quindi?" chiede Simone, interrompendo il silenzio.
"Quindi cosa, Simo'? Già nun ce capisco un cazzo pe' me. Figurati se ce posso capì pe' te. Se ce l'hai avuto, di più, te lo potevi tene' stretto."
"Grazie dell'aiuto." risponde.
Ma Manuel è così. Dice quello che pensa senza rimuginarci troppo.
"Vabbè Simo, non è che se ce pensi la mattina di Natale co' du gradi poi te passa."
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In virtù della legge morale
FanfictionDove Manuel affronta un lungo e tortuoso (e oserei dire anche abbastanza doloroso) percorso di accettazione di sé.