Scendo dall'aereo e la prima cosa che sento è l'aria, un'aria fresca nonostante ci sia il sole.
Mi giro e noto subito il mare. Mi mette tranquillità sentire i gabbiani e le onde.Presa la valigia vado verso il pulman che mi porterà direttamente all'università. Guardo fuori dal finestrino e non faccio altro che ammirare tutta la città.
Arrivata alla UCLA vado alla segreteria della scuola, dove ad attendermi c'è un'anziana signora, un po' bisbetica e arrogante. Si chiama Elizabeth. Mi da le chiavi della mia stanza e mi dirigo finalmente nei dormitori.
La stanza è la 306. Apro la porta e la prima cosa che vedo è una ragazza che legge. Mi guarda e mi sorride"tu devi essere Veronica" mi dice.
Annuisco sorridendole
"Tanto piacere, io sono Grace. Sono arrivata proprio ieri. Oh! Puoi iniziare a mettere tutte le tue cose in questo armadio. Quello è il tuo letto" mi dice indicandomelo. "Che facoltà frequenti?"
Veronica: faccio medicina, tu?
Grace: io faccio psicologia
Veronica: in camera ci siamo solo io e te?
Grace: Oh no, c'è una ragazza del secondo anno che anche lei studia psicologia. Ora sarà in giro. É una di poche parole a differenza mia. Se parlo troppo dimmelo, so smettere a volte
Veronica: No no tranquilla, non mi dai fastidioComincio a sistemare tutte le mie cose. La camera è davvero carina, piccola ma dotata di tutti i confort. Ha delle finestre grandi che lasciano spazio alla luce.
Si è fatta sera e io e la mia nuova amica Grace ci stiamo conoscendo meglio, scoprendo sempre più di essere simili. Ad un certo punto sento la porta aprirsi e poi richiudersi. Alzo lo sguardo e vedo una ragazza con capelli verdi e un po' di percing. Mi guarda. Mi alzo in piediVeronica: Ei ciao tanto piacere, io sono Veronica, ma puoi chiamarmi Vero o V
"Ciao Veronica io sono Maxine ma puoi chiamarmi Max".
Annuisco. La ragazza si mette sul letto e poi mi chiede
Max: che facoltà fai?
Veronica: Medicina. Tu psicologia giusto?
Sgrana un po' gli occhi.
Max: Si esatto. Stai attenta, a medicina ci sono dei gran pezzi tosti. E non parlo solo di professori, parlo anche di ragazzi. Sono quasi tutti stronzi li. Vedi di non familiarizzare con nessuno, perché li sono tutti serpenti e vince quello più velenoso.
Detto questo si mette le cuffie e inizia ad ascoltare la musica.
Ammetto di essere spaventata ora. Mi giro verso Grace un po' impaurita.Veronica: É vero quello che ha detto?
Grace: Beh ecco io non lo so...
Vedo che il mio sguardo la sta mettendo in soggezione
Grace: E va bene si. È vero. Delle mie amiche che fanno il terzo di medicina mi hanno detto la stessa cosa. Non farti notare troppo Vero.
Veronica: Tranquilla, non mi faccio mai notare io.
Trascorre un attimo di silenzio
Veronica: Ti va di giocare a carte?
Grace mi sorride e iniziamo a mescolare i mazzi.
_____________
Mi sveglio alle otto e mi vesto. Outfit del primo giorno da matricola in una classe di serpenti? Beh, non deve essere troppo vistoso, ma neanche orrendo. Prendo un maglione primaverile, bello fresco, e mi metto una gonna. All star e borsa. Sono pronta per andare.Apro la porta e davanti a me si stende un'aula enorme. Prendo posto tra le file centrali. Tiro fuori il mio blocco e la mia penna. Noto che alcune ragazze del secondo anno stanno ridacchiando indicando un po' tutti, ma detto sinceramente non mi importa molto.
Due posti dopo il mio si siede un ragazzo, biondo e riccio, molto carino lo ammetto. Si gira verso di me e mi guarda attentamente. Gli sorrido e lui distoglie lo sguardo. La prima lezione di oggi sarà su gli organi del corpo umano e le loro varie malattie. Il professore inizia a fare domande semplici, molto semplici. So rispondere a tutte, ma la paura mi blocca, così mi mi limito a sussurrare a bassa voce le risposteprofessor Wilson: Qualcuno sa dirmi almeno i due tipi di patologie?
Lo chiede quasi in tono disperato.
In quel momento il mio braccio si alza da solo, come se lui voglia che io risponda.
Il professore mi indica
professor Wilson: Si signorina...?
Veronica: Middle, Veronica Middle.
Sento un fruscio di teste che si girano a guardarmi.
professor Wilson: ci illumini allora, signorina Middle
Veronica: le patologie possono essere generali o cliniche
Professor Wilson: esatto, le patologie possono essere cliniche o generali.....Mi sento bene e non in ansia come tutte le volte che rispondo alle domande. Noto che molti ragazzi mi guardano con ammirazione, come se avessi detto chissà cosa.
La lezione continua e io sono sempre più interessata. Niente potrebbe distrarmi tranne una persona
"PSSSH"
Mi giro e noto che il ragazzo biondo mi sta chiamando."Me la presteresti una penna?"
Lo guardo attentamente e, alzando gli occhi al cielo prendo una penna dal mio astuccio e glie la porgo. Lui la prende senza dire neanche un grazie e inizia a scarabocchiare. scuoto la testa e continuo ad ascoltare il professore.
___________
Finite le ore con il professor Wilson, me ne vado ma poi mi ricordo: quel ragazzo ha ancora la mia penna. E non è una penna qualunque, è quella che mi ha regalato mio nonno con incise le mie iniziali, VM. Come sono stupida! Proprio quella dovevo dargli eh?!
Corro fuori dall'aula. Ci sono troppe persone nei corridoi e non riesco a vedere dove va. Rassegnata, vado a farmi un giretto per l'università. Trovo la caffetteria, luogo molto carino e accoglievole. Giro la testa e trovo il giardino. Ci sono molte persone stese sul prato a leggere o a studiare.Prendo un caffè macchiato dalla caffetteria e vado camera mia.
In fondo al corridoio vedo il ragazzo biondo avvicinarsi a me."Ah ciao, Veronica giusto?"
Lo guardo e rispondo di sì.
"Sono Tyler io. Tieni la tua penna"
Me la porge e io la riprendo.Veronica: grazie.
Faccio per andarmene ma lui mi ferma.
Tyler: Me la dici una cosa?
Lo guardo corrugando le sopracciglia.
Tyler: Perché non hai rispondo alle altre domande? Le sapevi tutte.
Alzo le spalle e con un sorrisetto falso cerco di superalo. Ho capito le sue intenzioni, so cosa vuole. Però io a casa ho Tom, anche se lui è proprio un figo.
Tyler mi prende il polso.
Vero: Ma mi lasci stare?!
Dico alzando la voce.
Tyler: questo tuo atteggiamento non mi piace per niente.
Ma chi si crede di essere? Mia madre? Ti ho solo prestato una penna, non prenderti tutta questa confidenza.
Lo guardo irritata. Ti conosco da neanche un minuto e ti permetti di parlarmi così?!
Mi scanso dalla sua presa e prima che se ne vada gli dico
Veronica: Come te ne ho incontrarti tanti, non mi fai paura.
Lui mi guarda e se ne va.

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Libera come il vento
RomanceVeronica Middle ha un sogno: diventare medico. Ma non tiene conto che i suoi piani di studio possono fallire a causa di un ragazzo: Tyler Lofferd, ragazzo ricco e arrogante. Tra i due scocca subito la scintilla ed entrambi non possono più fare a men...