Odette

36 4 0
                                    

Io e Tyler andiamo di sopra a cambiarci per uscire.

Tyler: V..
Sento una nota di timidezza nella sua voce
Veronica: Dimmi
Tyler: Io sono dell'idea che tu possa vestirti come vuoi però oggi ti consiglio di stare sul sicuro e di non vestirti come se fossi appena uscita dalla tellier di Chanel o con abiti aderenti.
Lo guardo perplessa e ridendo gli chiedo
Veronica: Perche?
Tyler: Perché non mi va che gli altri ti guardino. Tu sei solo mia.

Non mi é mai andato particolarmente a genio il fatto che il modo in cui decido di vestitini influisca su che persona sono. Sono sempre io, sia con un vestito che mi atterra sotto ai piedi sia con un vestito che possa arrivarmi sopra le ginocchia.
Oggi però non ho voglia di protestare, sono stanca e io e Tyler abbiamo appena fatto pace dopo il litigio dell'altro giorno, anche se di cose da dire ne avrei eccome

Tyler: Andiamo?
Veronica: Va bene

Io, Tyler e Noah usciamo di casa e arriviamo in una via con molti ragazzi.
Arriva correndo una ragazza bellissima dai capelli rossi e si butta tra le braccia di Noah baciandolo. Sarà sicuramente la fidanzata di cui parlava. Noto un'altra ragazza nel gruppo. Ha capelli scuri come la brace ma occhi chiari come il mare e luminosi come le stelle di notte.

Si avvicinano a me gli amici di Tyler, quelli della festa del ringraziamento. Riconosco Poe, il suo migliore amico, Jason o JJ, Tod e Marcus, o almeno credo si chiamino così.
Vengono a salutarmi e io ricambio con un sorriso.
Mi volto verso la ragazza dai capelli rossi e le sorrido. Lei si avvicina a me tendendomi la mano

"Ciao, io sono Rachel"
Abbastanza sorpresa rimango un istante a guardarla e le porgo la mia mano.
Vero: Io Veronica, molto piacere.
Rachel mi sorride.
Tutti i ragazzi stanno parlando di una partita di basket credo.
Colgo l'occasione per presentarmi all'altra ragazza dato che prima é stata tutto il tempo addosso a Marcus, credo. Non riesco ancora ad associare i nomi alle facce.

Mi avvicino timidamente alla ragazza e, un po' impacciata mi presento
Vero: Piacere Veronica.
La ragazza si gira e con un gran sorriso mi rispose
"Molto piacere, io sono Odette"
Inizio a tremare. Cominciano a venirmi in testa brutti ricordi e io mi ci perdo, quasi affogandoci. Quel buco nero mi risucchia ogni volta e io non ho mai abbastanza forze per uscirne. Tyler si accorge che le mie mani tremano e decide di prendermene una per tranquillizzarmi.
Ritorno alla realtà.
Le sorrido e tendendole la mano meno tremante delle due le dico
Vero: Scusami
Dico accennando una risata.

La nostra uscita, però, finisce prima del previsto. Tyler decide di tornare a casa dopo avermi visto così. Insisto sul fatto che non fa niente e che può continuare a stare fuori con i suoi amici ma ormai ha già deciso e stiamo tornando a casa sua.
Per tutto il tragitto mi tiene forte la mano accarezzandomela con le dita.
Apre la porta di casa e ci mettiamo sul divano. Si mette vicino a me e mi prende entrambe le mani.

Mi guarda per un momento e io so già cosa mi sta per chiedere. Riconosco nei suoi occhi uno spiraglio di preoccupazione e paura. Ma intravedo anche l'affetto che prova per me, il modo in cui mi sta accarezzando i capelli è un esempio. É proprio vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima.
Tyler: V, ti va di dirmi cosa è successo prima?
Il suo tono è dolce e sereno.
Sto in silenzio. Alzo gli occhi e in un nano secondo mi perdo nelle sue iridi luminose che mi guardano dall'alto. Dopo un minuto abbondante dove Tyler ha aspettato una mia risposta senza farmi pressioni mi decido a parlare.
Vero: Va bene.
Dico piano con voce strozzata.
Prendo un bel respiro e inizio il mio racconto. Tyler mi guarda dritto negli occhi ma io non riesco a mantenere il contatto, non ora.
Vero: Io ero una ballerina.
Inizio a dire con un filo di voce. Prendo un altro respiro e finalmente butto fuori tutto ciò che è rimasto dentro di me per anni, ciò che mi faceva sentire diversa e che mi trascinava in un abisso nero.
Vero: Una bravissima ballerina, la più brava di tutte se posso dirlo. Ogni volta ci mettevo passione e dedizione in tutto ciò che facevo li.
Inizio a sorridere mentre ripenso a quei bellissimi ricordi.
Vero: Facevo danza classica da più di 14 anni, era tutto il mio mondo. Un giorno nella mia accademia stavano facendo i provini per uno spettacolo da portare in scena. Penso tu lo conosca "il lago sei cigni".
Tyler annuisce.
Vero: Bene... Eravamo molte nella mia scuola, più di due mila ballerine frequentavano la mia accademia. Non avevo mai pensato di fare un provino poiché mi sembrava impossibile essere presa, avevo solo 16 anni e ancora molto da imparare. Un giorno però, forse grazie al caso, passai davanti all'aula dove facevano i provini. Il maestro mi vide li impalata e mi chiese se volessi provare. Così pensai "Massi V, fallo. Almeno non avrai pentimenti in futuro". Iniziai a ballare meglio che potevo. Sentivo i miei piedi doloranti che supplicavano di fermarmi ma io continuai fino alla fine. Me ne andai e continuai la mia vita serenamente senza paura di essere stata scartata. Quando appesero il cartello con i nomi delle ballerine e dei ballerini scelti non credevo ai miei occhi. Accanto al nome della protagonista dello spettacolo c'era il mio, Veronica Middle—Odette. Ero sbalordita, piangevo dalla felicità. Per la prima volta, mi sarei esibita sul palco del Fox Theatre a Detroit. Sarei diventata una ballerina importante. Iniziai le prove con il sorriso ma non sapevo che presto sarebbe diventata una tragedia".

Tyler, vedendo che inizio a lacrimare, mi stringe forte a se.
Tyler: Non devi continuare per forza.
Vero: No, continuo.
Dico asciugando le lacrime.
Vero: Inizio dunque le prove felicemente ma come tutti noi ballerini sappiamo, la danza non è per tutti. Non basta saper volteggiare o fare qualche salto. La danza è dura per le persone che la popolano. I deboli non sopravvivrebbero mezzo minuto li.
Come insegnate mi capitò la più severa e spregevole di tutte, Madam Tojoska, ex ballerina del Bolshoi, teatro più prestigioso della Russia. Iniziò piano piano a disintegrarmi. Smisi di mangiare e quel poco che mandavo giù lo buttavo fuori un'ora dopo. Persi 7 chili in due mesi. A causa dello stress causato da lei e da tutti gli altri ballerini che iniziavano a dire che mi ero scopata il direttore per ottenere il ruolo e scrivevano sui muri e sul mio armadietto che ero solo una troia, mi venne uno sfogo su tutte le braccia. Mi sentivo sola. Anche le persone che credevo mie amiche mi guardavano dall'alto in basso nei corridoi. Iniziai a perdere ciocche di capelli. Mi allenavo mattina e sera, dormivo solo quattro ore a notte, massimo cinque.
Dopo quei mesi d'inferno andai finalmente in scena. Ballai divinamente, non sbagliai nulla. Ero come "una piuma bianca che cade dal corpo di un cigno", come dissero quelli del NY TIMES. Ebbi abbastanza successo, ma promisi a me stessa che non avrei mai più ballato su un palco in vita mia, non dopo questo."

Sento la faccia bruciare da quanto era rossa e bagnata per tutte le lacrime. Continuo a singhiozzare.
Tyler mi abbraccia forte e mi sussurra
Tyler: Non sei più sola, Ok? Tu non sei sola.

✨SPAZIO DELL'AUTRICE✨🪐
Ciao ragazzi, come sempre mi scuso se ci sono errori grammaticali.
Grazie mille per le 200 visualizzazioni!! Vi ringrazio dal profondo del cuore <3

Libera come il vento Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora