rientro in università

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Sento la sveglia del mio telefono suonare alle sette di mattina. Con fatica allungo il braccio cercando di spegnerla.
Mi avvicino all'orecchio di Tyler e con delicatezza gli sussurro

Vero: Tyler, dobbiamo alzarci.
Sento un grugnito da parte sua e mi stringe ancora più forte.
Vero: No Tyler, dobbiamo partire, dobbiamo tornare in università.
Apre leggermente gli occhi ma li richiude un attimo dopo. Ha il viso coperto dai suoi capelli biondi, i quali gli ricadino perfettamente sugli zigomi. Glie li sposto da davanti gli occhi e poi gli sussurro ancora che si deve muovere. Sbuffando mi lascia dalla sua forte presa e si alza, strofinandosi gli occhi.
Si gira e mi sorride e poi se ne va in bagno. Tyler mi raggiunge e usciamo dalla sua stanza.
Arriviamo davanti alle scale e allungo la mano per prendere la mia valigia e portarla giù ma lui mi anticipa.

Tyler: Lascia Vero faccio io.
Gli sorrido e scendiamo. Salutiamo tutti quanti e li ringrazio per l'ospitalità.
Ci dirigiamo in macchina e ci mettiamo in moto.

Durante il tragitto parliamo tranquillamente e facciamo qualche tappa per sgranchirci le gambe. Ad un certo punto, mentre siamo in viaggio, uno spiraglio di luce comincia ad uscire dalle nuvole e illumina il viso di Tyler. Sembra un angelo con quei capelli biondi e quegli occhi azzurri. Si gira verso di me notando che lo sto osservando. Mi guarda serio e poi riporta la sua attenzione sulla guida. Non importa quanti sguardi incrocerò, perché tanto cercherò sempre il suo. Tra le mille persone che incontrerò anche per caso, sul treno, a scuola, io cercherò sempre quegli occhi e quel sorriso, quel maledetto sorriso che mi scioglie ogni volta.

Arriviamo a Los Angeles e Tyler posa l'auto nei parcheggi dell'università. Si gira verso di me e mi sussurra di aspettare e di non scende dall'auto. Apre la portiera e scende. Dallo specchietto retrovisore noto che fa tutto il giro della macchina. Apre il mio sportello e tendendomi la mano dice
Tyler: Vieni principessa, sei arrivata a destinazione.
Sento le guance bruciare e un sorriso spunta sul mio viso. Un po' timorosa afferro la sua mano e mi aiuta ad alzarmi. Prende le valigie ed entriamo dentro mano nella mano.
Attraversiamo i corridoi con gli sguardi di tutti puntati addosso, un po' come al liceo quando avevi la maglietta macchiata da caffè o cioccolata.

Tyler mi sorride e molla la mia mano salutandomi con il capo. Io ricambio e vado diretta al mio dormitorio. Busso alla porta e neanche il tempo di accorgermene che Grace mi avvolge con le sue braccia iniziando ad urlare. Dentro c'è Max che, con disinvoltura, mi accenna un sorriso.

Grace: Ora ci racconti tutto signorina.
Mi dice puntandomi un dito contro come fanno le madri per sgridare i bambini.
Vero: E che dovrei dire?
Dico ridendo, con un sorriso pari a quello dello stregatto.
Max: Inzia da come é andata la settimana, se la vostra convivenza è andata bene, ad esempio.
La guardo perplessa corrugando le sopracciglia.
Max: Tyler mi scriveva ogni giorno per raccontarmi tutto. Te l'avevo già detto che eravamo amici V...
Faccio un piccolo sospiro senza sapere il perché e poi inizio a parlare.
Racconto sei suoi amici e di come sia stato dolce con me per tutta la vacanza, evitando di raccontare la litigata e il suo scatto d'ira che mi aveva spaventa. Parlo della casa e dei genitori, di suo fratello e della gentilezza di Rachel.
Le vedo elettrizzate e contente entrambe per me. Una volta finito il mio racconto noto che le due si guardano negli occhi e poi si girano verso me. Stanno confabulando qualcosa, si sono messe a parlare nell'unico linguaggio che io non sono mai riuscita a comprendere: il silenzio; Finalmente si decidono e a parlare è Grace.

Grace: V noi dobbiamo dirti una cosa.
In quel momento il mio sorriso diventa leggermente forzato. Faccio un cenno per dirle di continuare a parlare.
Grace: In università parlano molto, soprattutto quelle del corso di medicina. Stanno dicendo brutte cose su di te.
Il mio cuore comincia a battere fortissimo e sento un nodo che mi stringe il petto. Con voce tremolante chiedo
Vero: E-E cosa stanno dicendo?
Grace: Dicono che stai con lui perché è ricco e che lui sta con te solo per scoparsi qualcuna.

Mi sento cadere in un buco senza fondo. Nella mia testa ci sono troppi pensieri e questa notizia non fa altro che peggiorare le cose. Sono sovraccarica, stanca e disperata. Non capisco perché la gente sia così cattiva. Esco correndo e vado verso il dormitorio maschile.
Appena entro mi sento gli occhi puntati addosso e i bisbìgli non mancano. Mi affretto a superare tutti quei ragazzi, sentendomi a disagio.
Arrivo alla porta di Tyler e comincio a bussare forte. Ad aprirmi è il suo compagno di stanza Jack,  se non sbaglio. Lo spingo leggermente per passare ed entro nella camera. Mi piazzo di fronte a Tyler che è sul letto a guardare chissà cosa al telefono. Metto le mani sui fianchi e in viso ho un'espressione seria. Lui alza lo sguardo e mi sorride distrattamente tornando a guardare il cellulare, ma un attimo dopo alza di nuovo gli occhi e li punta sui miei. La sua espressione si fa cupa e in quel momento mi decido a parlare.

Vero: Tyler tu sai cosa dicono in giro?
Lui mi guarda perplesso alzando un sopracciglio.
Tyler: In che senso V?
Vero: Sai cosa dicono in università su di noi?
Lui fa spallucce e riprende a fissare il cellulare con non curanza.

Vero: Tyler per favore puoi ascoltarmi?
Tyler: Lo sto facendo principessa
Dice digitando qualcosa al telefono
Vero: T Y L E R
Dico scandendo bene le parole. A quel punto si rassegna e butta sul letto il cellulare. Mi scruta attentamente e sbuffa, facendosi più in là sul letto per lasciarmi dello spazio per sedermi.

Vero: Sai cosa dice su di noi la gente qui?
Tyler: Penso di sì
mi risponde lui facendo spallucce. Questo suo atteggiamento mi sta dando sui nervi.
Vero: Come "PENSI"?!
Tyler: Non lo so V e sinceramente non mi importa cosa dicono.
Vero: Lí fuori dicono che io sto con te per i tuoi soldi e te con me solo per scoparti una!
Il compagno di stanza di Tyler ci guarda e, prendendo il telefono, cerca di scappare da quella stanza.
Tyler: Jack fermo, aspetta un attimo
Jack si ferma e si volta verso l'amico.
Tyler: É vero? In giro dicono queste cazzate?
Jack: Ecco... Io non sono pettegolo e non so..
Mi giro verso di lui fulminandolo con lo sguardo.
Jack: S-si è vero, ma insomma chissene frega no? La gente parla tanto senza sapere.
Tyler: Dai "princi" ti importa davvero cosa dicono gli altri?
Vero: Si, mi importa se appena passo davanti a qualcuno le persone mi indicano e bisbigliano... Mi.. mi sento a disagio.
Tyler: Ma almeno sanno che sei solo mia.
Che tu stia con me per io mio aspetto o altro, sanno che non ti devono neppure guardare senza il mio permesso.

Tyler si alza e mi abbraccia, avvolgendomi totalmente. In quel momento mi sento al sicuro, mi sento a casa mia.
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Esco dalla camera di Tyler e mi dirigo verso la caffetteria. Ho una voglia matta di muffin e caffè latte.
Apro la porta della caffetteria ed ecco che nuovamente tutti mi fissano. Alzo gli occhi al cielo e vado al bancone. Porgo i soldi alla donna in cassa e aspetto che mi arrivi ciò che ho ordinato.
Dietro di me sento due ragazze bisbigliare qualcosa e dire il mio nome. Mi volto e smettono subito di parlare, facendo finta di niente.

Vero: Beh?
Dico io.
Vero: Si può sapere che cazzo volete?!
Prendo la mia roba e me ne vado via, lasciando le due ragazze a bocca aperta. Sono sempre stata una persona calma e tranquilla ma se c'è una cosa che ho capito in questi cinque mesi qui in università è che non sono una santa. Se prima lo credevo?
Si.
Ora, date le recenti circostanze, ho cambiato giudizio di me stessa. In molti mi hanno detto che Tyler ha un'influenza negativa sulle persone ma io penso che mi abbia fatto solo bene stare con lui.
Mi fa sentire a mio agio la sua voce e il suo odore, come se avessi finalmente trovato un posto nel mondo.
Come se avessi capito finalmente con chi devo stare.
Non mi sento più persa come prima. Ora so che per ritrovare la strada verso casa, mi basterà sentire il suo nome, ed io saprò esattamente dove andare.

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