Cinque mesi prima dell'accaduto...
GENNAIOPenelope
Oggi è il giorno che odio ogni anno che si presenta: il mio compleanno.Ho ancora quelle immagini nella testa: gli spari, le urla e tutte quelle persone innocenti morte, quasi come se quel giorno fosse stato maledetto.
Sono scappata prima che iniziassero a parlarmi di preparativi della festa, soprattutto Nina, la mia migliore amica.
Quella ragazza ha un' allegria incontenibile. Ma comunque ho bisogno di rilassarmi e liberare la mente dopo una notte movimentata.
Mi arrampico sugli scogli e sedendomi estraggo dalla tasca il pacchetto di sigarette, accendendo una sigaretta.
Sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla e prego tanto che non sia lei, poi la voce da ragazzo mi fa tirare un sospiro di sollievo.
«Che ci fai qui Penelope» chiede Filippo prendendomi la sigaretta dalle mani, facendo un tiro.
«Sono scappata per salvarmi» dico scherzando e riprendendo la sigaretta.
«E da che cosa» chiede, mi volto verso di lui e lo guardo. Ci conosciamo da qualche anno e mi sorprende che non si ricordi del mio compleanno.
Io e Carmine siamo stati invitati da un nostro amico a una festa nella sua villa, ed è qui che abbiamo avuto l'occasione di conoscere Filippo. Non amavo molte le feste, nemmeno mi interessavano, ma Carmine continuava a dire che dovevo uscire dalla mia bolla e conoscere altre persone. Dopo l'accaduto, nulla aveva più senso. Alla fine accettai pur di non farmi ripetere la stessa cosa e non deludere il mio migliore amico.
Eppure una volta alla festa non interagì con nessuno, così mi allontanai dagli altri. Volevo rimanere da sola e passare inosservata dalle persone. Continuavo a bere fino a che sentì una melodia, qualcuno che suonava il pianoforte. Ciò mi incuriosiva e mi misi alla ricerca di questa persona. Sali al secondo piano - da dove proveniva il suono dolce soave - addentrandomi nel corridoio dove portava alle camere da letto.
Continuai ad ascoltare e capire da dove veniva e chi suonava. In fondo c'era una doppia porta bianca con decorazioni in oro. Proseguì diretta fino ad arrivare dinanzi alla porta. Poggiai la mano sulla maniglia e aprì piano, senza attirare troppo la mia attenzione.
Vidi il pianoforte accanto, ma non troppo vicino al cammino e poi lui, Filippo. Era così concentrato nel suonare che nemmeno si era accorto della mia presenza. Rimasi lì, immobile a guardarlo. Quando finì solo dopo si era reso conto di avere una spettatrice. Da qui in poi, nel tempo siamo diventati ottimi amici.
«Dal mio compleanno» replico con tono annoiato. Per come lo conosco né farà un dramma.
«Non lo sapevo, se no...» gli metto la mano davanti alla bocca per zittirlo.
«Tranquillo, sono scappata apposta» scuoto la testa divertita.
«Sei incredibile» esprime alzandosi, per poi porgermi la sua mano per aiutarmi.
Scendiamo dagli scogli percorrendo un breve percorso fino ad arrivare ai parcheggi. Davanti a me una macchina gialla, precisamente una Lamborghini, facendomi rimanere a bocca aperta.
«È tu...tua? » domando balbettando, guardando l'auto e avvicinandomi ad ammirarla da più vicino.
«Sì, andiamo. Facciamo un giro» dice, prendendo le chiavi dalla tasca e non aspetto che mi apri, che salgo e metto la cintura.
Gira le chiavi nel cruscotto, preme sul acceleratore facendo retro marcia e partendo. Abbasso il finestrino e appoggio l' avambraccio sul bordo. Il vento mi scompiglia i capelli portandogli davanti al mio viso, gli sposto all'indietro per il fastidio. Sposto lo sguardo sulla radio, mettendola in una qualunque stazione, fermandomi appena sento "Demons" degli Imagine Dragons.

STAI LEGGENDO
DINASTIE || Ciro Ricci
Fiksi Penggemar©️ COPYRIGHT Il potere a Napoli è diviso da tre famiglie: Battaglia, Di Salvo e Ricci. L'erede della prima fazione porta il nome di Penelope Battaglia. A sconvolgere gli equilibri sarà la tragica morte dei suoi genitori. Dunque la giovane verrà ac...