•Capitolo 13•

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Ashley's pov

Il suono della sveglia riecheggia per le mie orecchie infastidendomi particolarmente. La strana allarme che la caratterizza mi porta a pensare quali pensieri avessi per la testa quando decisi di impostarla come suono per svegliarmi: era come una sirena anti incendio che sfuma in una specie di grido per poi tornare alla sirena.

Una merda di sveglia insomma
Miracolo, concordiamo

Con un gesto svogliato e ben poco aggraziato sventolo in aria il braccio seguito da lamentele poco sensate, accascio l'arto sullo schermo del cellulare in cerca del pulsante per spegnere quel fastidioso suono. Una volta spenta la sveglia, mi giro un paio di volte nel letto: un dolore lancinante al naso mi colpisce facendomi tirare un gridolino di dolore. Quel giorno sarei tornata a scuola anche se la mia voglia era pari a quella di un bradipo di scalare l'Everest.

Woooow ma allora sai anche essere simpaticaaa
Tu no

A fatica mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno dove noto con terribile disappunto che il mio naso è più rosso del previsto con agli orli un colore tendente al violaceo.
Una espressione di delusione si dipinge sul mio volto al pensiero che avrei dovuto usare una grande quantità di fondotinta per mascherare la ferita. Con estrema delicatezza applico il trucco sul naso dolorante facendo qualche smorfia qua e là. Una volta resa presentabile la mia faccia torno nella mia stanza e tiro fuori dall'armadio un top azzurro e un paio di jeans bianchi larghi leggermente sfilacciati sul fondo, raccolgo i capelli in una morbida treccia che lascio cadere sulla mia schiena, lasciando che qualche ciuffo ribelle mi incornici il volto. Infilo le mie vans alte nere e scendo le scale lasciando nel disordine più totale la mia stanza.

Quasi istintivamente controllo sul tavolo della cucina se ci fosse il biglietto da parte dei miei genitori per poi tristemente ricordare che fino al giorno dopo non sarebbero tornati. Mangio giusto un biscotto e esco di casa prendendo le chiavi e raccogliendo da terra lo zaino per la scuola.
La giornata ormai estiva quasi come la precedente, mi accompagna verso il tanto odiato edificio che poi però non avrei più dovuto frequentare per il resto della mia vita.
A metà strada, come al solito, incontro Thomas che mi aspetta davanti all'incrocio.

"Buongiorno, come sta il nasino?" chiede lui con una leggera risata

"Se me lo chiedi così farai meglio a preoccuparti per il tuo... comunque non benissimo mi fa un male boia e sta mattina era più rosso di un pomodoro." rispondo

"Beh non si direbbe, sembra perfettamente intatto" commenta il ragazzo sistemando il suo ciuffo

"I miracoli che fa il trucco" rispondo ridendo e tirandogli una leggera pacca sulla spalla

"Ma ciao a entrambe" saluta Luke aggiungendosi a noi

"Ciao Luuuuukeeee" dico con voce stridula quasi saltandogli addosso

"Oooo che è tutto sto affetto! A me hai minacciato di spaccarmi il naso" Si lamenta Thomas provocando la risata di tutti e tre

Luke ricambia il veloce abbraccio amichevole tra di noi per poi mettersi al mio fianco

"Ti vedo in forma, nemmeno il capitano della squadra di football ti mette al tappeto... circa" dice sempre lui

"Io sono imbattibileee" annuncio trionfale per poi far ridere nuovamente il gruppetto

Quella mattina, a parte il naso, ero di buon umore. Cosa più unica che rara, principalmente data dal fatto che la scuola era ormai al termine e non vedevo l'ora di iniziare le vacanze

Una volta arrivati a scuola cerco Lucy sulle gradinate dove è solitamente ma non la vedo da nessuna parte. Il che è strano perché lei, in 5 anni di scuola, mai una volta non si è fatta trovare su quei gradini.
Salgo la scalinata con i due ragazzi che discutono animatamente davanti a me ma io non presto molta attenzione alle loro discussioni.
Poi improvvisamente una portiera sbatte alle mi spalle facendomi trasalire.

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