•Capitolo 15•

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Nel pomeriggio che stavo tranquillamente passando nella mia stanza a ripassare le ultime cose per il test di matematica per fine anno, un suono a me fin troppo familiare mi risveglia dal calcolo di analisi 2 che stavo facendo: i miei genitori sono tornati.
Come un grillo che salta tra l'erba alta del prato così mi sono alzata dalla sedia e con uno scatto degno di medaglia olimpica scendo le scale, per poi fiondarmi tra le braccia di mio papà.
Il loro ritorno faceva tornare anche me alla solita routine, con la normalità che torna a regnare dopo quei pochi giorni sembrati infiniti.

"Allora, tutto ok?" chiede mio padre entrando in salotto e buttando la giacca sul divano

"A parte il naso rotto o quasi in una rissa si" rispondo cercando di tenerla sul generico

"Ok ben- ASPETTA COSA?!" esclama mia mamma appoggiando il suo trolley all'ingresso

"Sì ma tranquilla mamma sto bene" rispondo schioccando un bacio sulla sua guancia

Li aiuto a portate di sopra le cose, negli anni avevo imparato che per quanto cercassero di non dimostrarlo tornavano sempre stanchi da lavoro soprattutto da quei frequenti viaggi... così quando ho capito quanto valesse anche un semplice aiuto per loro mi sono sempre sforzata di non creare loro troppo preoccupazioni e di cavarmela sempre da sola. Forse facendo così sono cresciuta troppo velocemente, forse ho fatto male a pensare in questo modo ma ormai ciò che è fatto è fatto e continuerò sulla strada che più mi piace della vita: quella dell'indipendenza da chiunque.

****

Ormai si è fatta sera e dopo aver cenato con i miei salgo in camera per vestirmi: il misterioso appuntamento mi aspetta. Mentre tiro fuori un paio di shorts di jeans e una canotta nera da indossare sotto una camicetta a quadri dall'armadio penso a tutti i possibili scenari in cui potrebbe finire questa sera, quando un mio pensiero si fa largo tra gli altri: non avevo la minima idea di dove cercarlo nello skate park

Ah beh ottimo direi
Ma possibile non ci abbia pensato
Mhm a quanto pare no, ma non mi sorprende molto questa cosa sinceramente
Oh ma stai zitta che fai un piacere a tutti
Beh allora illuminami come lo troverai?
Lascio che sia lui a trovare me, easy like that

Chiudo le ante dell'armadio e mi preparo per uscire. Indosso le mie amatissime converse e vado a truccarmi. Opto per un trucco leggero e molto naturale: un velo di mascara, qualche passata di lucidalabbra e un po' di blush sul naso e le guance. Sciolgo i capelli dal groviglio in cui sono avvolti e li raccolgo a metà in un piccolo cipollotto, con delicatezza tiro fuori dall'acconciatura qualche ciocca di minori dimensioni e finalmente esco di casa.

Mi incammino verso lo skate park torturandomi le mani: un tic nervoso che ho sin da piccola. Con il tempo si era affievolito, ma quando sono nervosa finisco per distruggere completamente le mie nocche manco avessi fatto a botte con qualcuno...
Il vento leggero dell'estate accarezza dolcemente il mio volto, mentre la luce è ancora piuttosto molta nonostante siano quasi le 8.

Sei in ritardo, di nuovo
E tu rompi le palle, di nuovo

Dopo circa 10 minuti arrivo al posto più affollato, se così si può definire, di tutta Tinner Town. Nonostante i miei pronostici però trovo relativamente poca gente, considerando anche la splendida serata che si prospettava a iniziare. Attraverso il cancelletto che delimita l'area del parco e mi vado a sedere su un panchina, mentre aspetto osservo i pochi altri presenti. Poco distante da me un trio di ragazzi sfreccia sugli skate attraverso le varie rampe, coronando il loro percorso con acrobazie che mi avrebbero fatto cadere senza nemmeno provare; poco più in là un gruppo di 5 o 6 ragazzi parla animatamente tra loro mentre ammira il gruppetto di ragazze sedute al lato opposto che ricambiavano sguardi sfuggenti a loro volta. A seguire c'erano due che si baciano come se non ci fosse un domani, disgustoso... un minimo di contegno.

"Ah e così accetti gli inviti dagli sconosciuti eh..." sento dire alle mie spalle da una voce nota

"Sei esattamente 7 minuti in ritardo, non va affatto bene" continua "Ad ogni modo ti facevo più razionale, non che ti lasci abbindolare dal primo che passa"
"Sono profondamente deluso dal tuo comportamento Ashley ma oramai sei qui ed è ciò che conta" conclude

"Certo che sei proprio un coglione eh" rispondo ridendo e girandomi

Incrocio il suo sguardo impiantato su di me, mentre sistema il ciuffo: quel gran bastardo di Thomas aveva ben pensato di trarmi in questa sottospecie di trappola per dimostrare che in realtà se voglio posso anche amare qualcuno.

"Nah mi definirei più un abile truffatore, ma dimmi chi ti aspettavi di trovare?" chiede curioso sedendosi vicino a me

"A dire il vero non so, sai non è stato specificato il luogo nello skate park per l'incontro quindiiii... la prossima volta più dettagliato" rispondo dando una leggera pacca sulla spalla del mio amico.

Una leggera risata si diffonde nella serata estiva, il vento leggero si porta dietro ogni parola proferita e tutti sorrisi sui nostri volti. Appoggio la testa sulla spalla del mio migliore amico e ci godiamo il cielo i cui colori iniziano a sfumare nelle più belle tonalità di rosa e arancio.

"Stai bene vestita così" commenta il mio amico

"Ahhahah che fai ora? Ci stai per caso provando?" rispondo sorridendo

"No sono serio, non prendere sempre tutto alla leggera... stai bene vestita così e sono contenta tu abbia accettato l'invito" continua lui

"Hm, grazie... certo ho accettato perché forse alla fine un cuore c'è qua" dico indicando il mio petto "Però non penso di riuscire ad innamorarmi, io so solo una cosa dell'amore: la spericolatezza" spiego

"Che intendi?" chiede Thomas

"L'amore è un disastro, perché quando sei veramente innamorato faresti di tutto per l'altra metà. Ogni minuto pensi al tuo partner, speri che da parte sua ci sia la stessa quantità di amore che tu doni... l'amore porta a fare follie, l'ho visto con altri: gente che si deprime quando il suo fidanzato parte, altri che viaggiano migliaia di chilometri per vedersi. Ma l'amore alla fine è quel che è, un sentimento non controllabile se vero" finisco

"E io che credevo non sapessi nulla di amore... anzi no sei tu la prima che affermi così" commenta il ragazzo al mio fianco

"Dai su non rovinare sto momento scemo" rido

Mi tiro in piedi e convinco Thomas ad andare verso la città vicina: Somberland

Una città delle stesse dimensioni di Tinner Town ma più viva e giovane, principalmente frequentata per i locali sul mare. Dista circa 20 minuti e ci andavo spesso con i miei genitori
Arriviamo al fermata del pullman e mentre aspettiamo scrivo a mia mamma che sarei tornata più tardi e che andavo a Somberland...
Qualche minuto dopo lo sgangherato pullman di linea passa e si ferma cigolante davanti a noi, scatto in piedi e salgo dirigendomi verso i sedili sul fondo. Ci sediamo e poggio la testa sulla sua spalla lasciandomi andare in uno strano stato di dormiveglia.

La serata che affrontammo fu piena di svago e divertimento e forse un po' troppo alcol... parole dette senza pensare e tante cazzate ma alla fine ci si diverte in pochi.

Spazio autrice

Ciao ragazzuoli, perdonate l'assenza ma la scuola mi sta uccidendo... ecco a voi il nuovo capitolo
Enjoy <3

Martina

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