7.

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In teoria a 17 anni alle dieci di sera sarebbero dovuti stare in giro a bere, o quantomeno fuori casa, invece si ritrovarono sdraiati sui loro letti a guardare video stupidi dal telefono di Manuel. La verità, però, era che nessuno dei due aveva voglia di uscire dopo che erano stati fuori tutto il giorno e Manuel dopo essersi fatto la doccia si era già messo la tuta che usava come pigiama, quindi le sue intenzioni erano state subito chiare per Simone.
Mentre ridacchiavano per il reel di un cagnolino arrivò la notifica di una videochiamata da parte di Anita e Manuel, dopo aver emesso un verso infastidito per aver interrotto quel momento di tranquillità, accettò.

«ciao ma'» disse sistemandosi meglio sul letto.
«ciao amore, ciao Simone»
«ciao Anita» rispose il più piccolo sorridendo.
«che combinate?»
«niente, stiamo sul letto pronti per passare una serata entusiasmante» Manuel sorrise per le sue stesse parole e vide Simone fare altrettanto mentre poggiava il mento sulla propria mano.
«non ci credo che state a letto a quest'ora»
«giuro, guarda sto in pigiama» il figlio si inquadrò il corpo per farle capire che effettivamente non stava mentendo, dopodiché riportò il telefono all'altezza del viso.
«Simone ma sta bene? C'ha la febbre?»
«tutto normale, è che sentire parlare tutto il giorno un'altra lingua gli stanca il cervello»
«ao» Manuel gli diede una spinta sulla spalla facendolo ridere.
«Manuel stai fermo co quelle mani»
«mamma mia ma', na spintarella, avemo fatto de peggio» mormorò alzando gli occhi al cielo.
«non me ne frega niente, vedi di comportarti bene» lo ammonì facendo ridacchiare Simone. «Adesso fammi andare che è arrivato Dante, Simone saluta e ringrazia mamma»
«tu saluta papà»

Si salutarono e Manuel abbandonò il telefono sul cuscino del minore. Mentre guardavano i video si era mosso talmente tanto da ritrovarsi steso con le gambe sul proprio letto ed il busto su quello del più piccolo che non si era azzardato a farglielo notare, piuttosto si era goduto quella vicinanza beandosi del calore emanato dall'altro e del suo respiro tranquillo. Manuel, d'altro canto, era perfettamente consapevole di aver superato una linea molto sottile quella mattina e che stesse continuando a superarla anche in quel momento.

«guardiamo un film?»

La voce del più piccolo lo distolse dai suoi pensieri ed annuì girandosi a pancia in su, Simone si alzò a prendere il telecomando del televisore e poi tornò a sdraiarsi vicino a lui, solo in quel momento notò quanto le loro teste fossero vicine, Manuel aveva invaso il suo cuscino e non accennava a muoversi, non che a lui dispiacesse ma sicuramente lo metteva un po' in soggezione.
Scelsero un film d'azione che nessuno dei due aveva visto, era American Assassin con Dylan O'Brien, per la gioia di Simone che che gli aveva confessato essere la sua celebrity crush. Il discorso era uscito mentre guardavano teen Wolf che, a detta del più grande, era una serie improponibile, Simone decisamente in disaccordo iniziò ad elencargli tutti i pregi e tra loro mise anche Dylan, scatenando la risata dell'altro.

«io ero più figo con la pistola in mano» borbottò sovrappensiero.
«se te piacerebbe»
«ao bello stai a scherza' cor foco, stanotte dormi co me mica co lui»
«purtroppo» il tono di Simone era provocatorio e Manuel lo vide sorridere leggermente.

Prese il suo cuscino abbandonato sul letto vicino a loro e glielo fece cadere sulla faccia scatenando la risata di Simone, il più grande sentì vibrare il materasso sotto di loro e con esso anche il suo cuore, era uno dei suoni più belli che avesse mai sentito e gli venne istintivo sorridere spostando lo sguardo dalla televisione al ragazzo vicino a lui. Simone lanciò il cuscino per riposizionarlo al suo posto e tornò a prestare attenzione al film, con la coda dell'occhio però vide Manuel con lo sguardo fisso su di lui e inevitabilmente le sue guance si colorarono di rosso, sperò che la luce del televisore non fosse abbastanza forte da farlo notare al riccio.

«ti posso fare una domanda?»

Manuel annuì distogliendo lo sguardo da lui e Simone si schiarì la voce come se servisse a far arrivare chiaramente la frase che avrebbe pronunciato dopo.

«perchè oggi pomeriggio hai fatto quella cosa?» chiese titubante, con un filo di voce.
«quale cosa?»
«dai Manuel»
«sul serio Simo', de che stai a parla'?»
«perchè m'hai preso la mano?»

Il più grande deglutì prendendosi un attimo di tempo, dopo la litigata in garage si era ripromesso di contare fino a 10 prima di rispondere ad una delle domande amletiche di Simone e così fece. In quei 10 secondi cercò di mettere in ordine i pensieri per dare una risposta che avesse un senso e che non fosse dettata dalla paura, poi semplicemente alzò le spalle.

«mi andava» rispose lapidario.
«ti andava?»
«si Simò, me andava»

Il più piccolo non rispose e il discorso sembrò concluso, Manuel pensò che forse avrebbe dovuto dare una risposta un po' più esaustiva di quella, Simone se la meritava, ma quella risposta banale era la verità, semplicemente gli andava di farlo.

«e adesso ti va?»

Manuel era quasi sicuro che di lì a poco gli sarebbe venuto un infarto, non si aspettava un coraggio del genere da parte di Simone, ma a quanto pare quella era la giornata dell'intraprendenza quindi allungò la mano afferrando quella di Simone e la uní alla sua poggiandole sul proprio stomaco. Il più piccolo si girò sorridendo e senza dire niente continuarono a guardare il film con una strana felicità che aleggiava nell'aria.
Manuel nei minuti successivi si spostò interamente sul letto dell'altro fino a ritrovarsi stretti in un letto singolo, nessuno dei due aveva osato lamentarsi e nessuno dei due aveva osato dividere le mani che erano ancora incastrate sullo stomaco del maggiore, anche dopo un'ora ininterrotta di film.

Quando iniziarono a scorrere i titoli di coda era passata abbondantemente la mezzanotte e la stanchezza per Manuel iniziò a farsi sentire. Spostò le mani dal suo stomaco a quello di Simone e si girò verso di lui chiudendo gli occhi. L'altro capì all'istante che le sue intenzioni erano quelle di addormentarsi così e, dopo aver cercato di regolarizzare il respiro che sembrava far alzare ed abbassare le loro mani troppo velocemente, si inumidì le labbra prima di parlare.

«Manu dovremmo almeno metterci sotto le coperte»

Il maggiore si lasciò sfuggire un lamento, in totale contrasto con il tono dolce del ragazzo vicino a lui e rotolò sul suo letto trascinandosi dietro anche Simone.

«sei serio?»

Quando non ricevette risposta realizzò che si, era serio. Con la mano libera alzò le coperte del suo letto e ci si mise sotto, Manuel lo seguì subito dopo tornando nelle posizione in cui si era accomodato prima che l'altro lo facesse muovere.
Simone non riusciva a capire se tutte quelle azioni del maggiore fossero dettate dal sonno che sembrava essersi impossessato di lui, o se lo volesse davvero, ma proprio come quel pomeriggio fece una scelta egoistica e decise di godersi il momento passando la mano libera sul braccio che aveva poggiato sul suo stomaco. Sentì un respiro più pesante infrangersi sul suo collo e decise di fermarsi, non aveva intenzione di tirare troppo la corda e rischiare che quel momento andasse in frantumi, gli sembrava di camminare su una lastra di ghiaccio sottilissima quando si trattava di Manuel.

«ao»
«eh»
«che fai me inizi a fa le carezze e poi te fermi?»

Simone sorrise mordendosi il labbro e posò di nuovo la mano sul suo braccio, facendola scorrere dalle loro mani intrecciate alla spalla. Manuel pensò di non trovarsi in uno stato di grazia simile da anni e realizzò che qualsiasi cosa avrebbe sognato quella notte, non sarebbe stata più bella di quel momento.

Glasgow. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora