«Simo ndo stai?»
Manuel era appena entrato nella porta di casa Balestra, sapeva fosse vuota fatta eccezione per il suo ragazzo anche se in quel momento sembrava non esserci nemmeno lui. Virginia e Dante gli avevano lasciato casa libera per permettergli di festeggiare il loro primo anniversario in santa pace, avevano deciso insieme di non fare nulla di esagerato, preferivano passarlo in casa, esattamente come tutto era cominciato.
«sto qua»
«non so se te sei accorto che vivi dentro a na villa, "qua" dove sarebbe?»
«in giardino»Manuel entrò in cucina e vide Simone accovacciato a terra fuori la porta finestra, strinse il pacchetto che aveva in mano e lo raggiunse.
«ma che stai a fa?»
Appena il minore si spostò i suoi occhi inquadrarono un cucciolo di labrador che mordicchiava il suo dito.
«Oddio»
Manuel si sbrigò a lasciare il pacchetto in mano a Simone e buttarsi per terra attirando l'attenzione del cagnolino che gli iniziò a tirare i lacci delle scarpe, era una follia che Simone gli aveva detto di voler fare un paio di settimane prima, ma non pensava lo avrebbe fatto sul serio e in così poco tempo.
«si chiama Panna»
«Panna Simo'? Sul serio? Arriva la creatura più bella dell'universo dentro sta casa e te la chiami Panna?»
«ao fatte i cazzi tua, se chiama Panna e basta»Manuel alzò gli occhi al cielo e continuò a giocare con quel cane che sembrava non conoscere la stanchezza, già non andava mai via da quella casa, dopo l'arrivo di quella meraviglia probabilmente ci avrebbe preso la residenza.
«che è questo?»
Alzò la testa verso Simone che agitò il pacchetto sotto il suo naso e improvvisamente si ricordò perché fosse lì, si sporse lasciando un bacio sulle gambe al minore che sorrise di rimando facendogli contorcere lo stomaco, erano passati 365 giorni ma la reazione del suo corpo alla vicinanza di Simone e alla sua bellezza era sempre la stessa.
«è il regalo tuo»
«avevamo detto che non avremmo speso soldi»
«e infatti non li ho spesi»Si strinse nelle spalle guardandolo con un po' di agitazione negli occhi, cosa che Simone notò.
«lo apro?»
«si magari non a portata di cane, alzati in piedi»Simone seguì il suo consiglio e lo aiutò ad alzarsi a sua volta porgendogli la mano, si avvicinarono al tavolo sotto il portico mentre Panna spostò l'attenzione su una corda abbandonata in mezzo al prato. L'ansia di Manuel aumentò a dismisura quando Simone iniziò a scartare quel pacchetto arrangiato da lui, era sicuro fosse un regalo stupido e aveva quasi voglio di strapparglielo dalle mani e non farglielo vedere ma Simone tirò fuori il quadernino dalla carta e se lo rigirò tra le mani con sguardo perplesso, lo aprì ma il suo sguardo non cambiò.
«sono 365 frasi che ho scritto da quando ci siamo messi insieme, una al giorno, inizialmente era una cosa solo mia, poi però quando abbiamo deciso di non farci regali costosi ho pensato... che ne so, magari era na cosa carina»
Simone abbandonò il quaderno sul tavolo e si fiondò sulle labbra di Manuel tenendo il suo viso tra le mani, era forse la cosa più bella che qualcuno avesse mai fatto per lui, ogni giorno, per tutto l'anno, Manuel aveva pensato a lui, anche i giorni in cui avevano discusso, anche i giorni in cui non si erano visti, aveva sempre pensato a lui.
«ti amo, lo sai si?»
«pure io Simo', su 365 frasi l'avrò scritto in almeno 300»Il più piccolo ridacchio lasciandogli un altro bacio a stampo, Manuel lo spinse leggermente facendolo poggiare al tavolo con le gambe e approfondí il bacio, o almeno ci provò visto che pochi secondi dopo si sentì pizzicare la caviglia destra. Abbassò gli occhi e trovò Panna che continuava a mordicchiarlo.
«ao è inutile che fai la gelosa, so arivato prima io qua eh»
«si aspetta che mo te risponde»Simone rise beccandosi un'occhiataccia da Manuel che durò pochi secondi perché si abbassò per prendere Panna in braccio e staccarla dalla sua caviglia.
«Panna tu dovresti avercela con lui pe il nome che t'ha dato, non con me, capito?»
La cagnolina si sporse a leccargli la faccia e lui rise lasciandole un bacio sul muso per poi lasciarla di nuovo a terra. Simone osservò tutta la scena con sguardo divertito mentre era ancora bloccato contro il tavolo, decise quindi di prendere il quadernino vicino a lui ed iniziare a sfogliarlo.
Stamattina t'ho visto dormire, le serrande erano chiuse ma in camera c'era comunque il sole.
Sorrise mordendosi il labbro sotto lo sguardo di Manuel che era tornato a prestare completa attenzione a lui.
Ti amo pure se te incazzi perché ho preso più de te a italiano.
A quel punto scoppiò a ridere ricordando quella giornata di inizio quarto in cui si scatenò la prima vera discussione tra di loro, a ripensarci in quel momento lo faceva solo ridere quell'evento.
«non mi sono incazzato con te»
«no non te sei incazzato, me volevi proprio mena' che è diverso»
«ma te avevi copiato da me!»
«ao non ricomincia' eh»Simone alzò gli occhi al cielo e lo tirò contro il suo petto lasciandogli un bacio tra i capelli, Manuel poggiò la guancia all'altezza del suo cuore e chiuse gli occhi godendosi quell'attimo di pace che dentro quella casa raramente avevano, si concentrò sul battito cardiaco di Simone che sembrava andare perfettamente in sincronia con il suo e sorrise stringendo le braccia intorno ai suoi fianchi. In quell'anno l'amore che provava per Simone non aveva fatto altro che aumentare prendendo il posto di tutte le paure che aveva. Si staccò leggermente puntando gli occhi in quelli del ragazzo che gli sorrise leggermente, gli venne spontaneo pensare ad un anno prima e alla canzone che lo aveva spinto a trovare il coraggio di cui aveva bisogno.
«Simo', noi siamo felici?»
«certo che siamo felici»Che a dirsi "Ti amo" siamo buoni tutti quanti
È ad essere contenti che non siamo in molti
Ed io sono contento quando tu mi guardi
Ed io sono contento di poter guardarti.Note:
Siamo arrivati finalmente alla fine della storia, vi volevo ringraziare tuttə per l'affetto che mi avete e mi state dimostrando, spero davvero che questo finale sia stato all'altezza delle vostre aspettative 💖
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Glasgow. | Simone x Manuel
Fanfiction«sono contento di stare qua con te» «oddio Simò che so sti sentimentalismi» «ao vabbè allora vaffanculo»