11.

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«mi devi dire qualcosa?»

Floriana si affrettò ad avvicinarsi al figlio approfittando del fatto che Manuel si fosse allontanato per andare al bagno del centro commerciale, Simone alzò subito le spalle sorridendo.

«ieri ci siamo baciati e mi ha detto delle cose»
«e quindi state insieme?»
«non lo so, suppongo di si, non ne abbiamo parlato»
«a me sembra proprio di si»

La madre gli accarezzò una guancia lui si chiese se avrebbe dovuto chiedere a Manuel cosa fossero in quel momento, forse era troppo presto per parlare di relazione ma se non era quello allora cosa?
Manuel tornò da loro mentre agitava le mani probabilmente per farle asciugare dall'acqua del lavandino e Simone gli sorrise appena lo affiancò.

«andiamo a mangiare qualcosa?»

I ragazzi annuirono seguendo Floriana, non conoscendo nulla potevano solo fidarsi di lei su dove andare e mentre camminavano Manuel allungò una mano agganciando il mignolo di Simone con il suo indice. Il più piccolo lo guardò sorridendo e tenendo le dita agganciate gli fece passare il braccio intorno poggiandolo sulle sue spalle.
Il riccio pensò che avrebbe dovuto evitare i contatti fisici con lui prima di mangiare perché gli mandavano in subbuglio lo stomaco e rischiava di non mangiare nulla, ma avrebbe preferito morire di fame piuttosto che privarsi di tutto quello.
Appena si misero seduti una cameriera si avvicinò al loro tavolo per portargli una bottiglia d'acqua ed i menù.

«io prendo quello che prendi te»

Manuel lo disse senza nemmeno aprire il menù e si poggiò con i gomiti al tavolo guardandosi intorno. Stava osservando la gente che camminava dall'altro lato della vetrina quando una mano si posò sulla sua gamba facendolo girare verso Simone, tuttavia lui sembrava totalmente a suo agio mentre parlava con sua madre totalmente ignaro della reazione che aveva scatenato nel cuore del più grande. Si spostò poggiando la schiena alla sedia e cercando di prestare attenzione alla conversazione che stava avvenendo al suo tavolo.

«ma perché non torni con noi?»
«devo lavorare, Simo»
«e non hai ferie?»
«non ora, giuro che quando le avrò tornerò a Roma»

Simone annuì visibilmente dispiaciuto e Manuel portò istintivamente la mano sulla sua vedendo spuntare un piccolo sorriso sul suo volto, sapere che facendo il minimo indispensabile poteva fargli cambiare umore lo faceva stare bene.
La stessa cameriera di prima si avvicinò al tavolo chiedendo qualcosa a Manuel che si girò subito verso Simone con una richiesta tacita d'aiuto, il ragazzo arrivò in suo soccorso rispondendo con quello che capì essere il loro ordine. Ci fu un piccolo scambio di battute finché Manuel non vide lo sguardo di Simone farsi serio e Floriana nascondere un sorriso divertito.

«yeah I know, he's my boyfriend»
«oh, sorry»

La cameriera si allontanò e Simone incrociò le braccia sul tavolo allontanando la mano dalla gamba di Manuel che, dal canto suo, non aveva capito niente di quello che era appena successo ma sembrava comunque essere colpevole di qualcosa.

«ma che avete fatto?»
«la signorina ha detto che sei carino, non so se vuoi lasciarle una foto, il numero, boh vedi te»

Manuel cercò di trattenere una risata, cosa che non riuscì a fare Floriana mentre osservava il figlio che aveva un'espressione di totale disappunto sul volto.

«si ma perché te la stai a prende co me che nemmeno la capivo mentre parlava?»
«ok ragazzi io vado un attimo al bagno»

Floriana si alzò dal tavolo lasciandoli momentaneamente soli.

«me stai a fa sul serio una scenata de gelosia pe una che non capisco quando parla?»
«te me l'hai fatta per Dylan O'Brien»
«ho i miei buoni motivi»
«io pure»
«quali sarebbero?»

Simone ci riflettè un attimo e appena capì che effettivamente non aveva una risposta gli scappò una risata che gli fece beccare una spinta da parte di Manuel, semplicemente gli aveva dato fastidio che quella ragazza aveva fatto apprezzamenti su di lui in sua presenza.

«mamma mia se stamo messi così dopo un giorno tra mesi che famo?»

Simone continuò a ridacchiare e riportò la mano sulla gamba di Manuel, subito dopo si sporse per lasciargli un bacio veloce sulle labbra che con sua grande sorpresa lo fece arrossire, era ovvio che Manuel ancora si dovesse abituare a quella situazione, a maggior ragione se certe cose venivano fatte in pubblico, ma non aveva intenzione di nascondersi.

«però è carina»

Simone strinse la presa sulla sua gamba e Manuel scoppiò a ridere.

«sei un coglione»
«sta canzone già l'ho sentita»
«si te la canto spesso»
«avrei preferito altro ma ognuno c'ha quello che se merita»

________

I ragazzi erano tornati a casa da una ventina di minuti, Floriana li aveva lasciati soli con la scusa di dover passare da un'amica e in quel momento Simone si trovava sdraiato a pancia in giù sul suo letto con solo i pantaloni della tutta addosso dopo aver fatto la doccia. Stava giocando ad un giochino sul telefono e Manuel si concesse qualche secondo per fissare quella schiena muscolosa dalla porta della camera, finalmente era libero di poterlo fare senza la paura di essere scoperto, forse era proprio quello a dargli quel senso di libertà che sentiva dal giorno prima.
Si buttò sul suo letto sporgendosi per lasciare un bacio sulla spalla a Simone.

«aspè me fai perde»
«sei serio?»
«certo che so serio sto a cerca' di passare sto livello da una settimana»
«te posso di' che non c'ho parole?»
«ecco m'hai fatto perde»

Simone lasciò cadere il telefono sul cuscino e si girò verso Manuel che lo stava guardando in un modo indecifrabile, non capiva se fosse divertito o se avesse perso completamente le speranze. 

«oggi tutte le colpe del mondo so le mie»
«e mica solo oggi»
«la nostra sta per diventare la relazione più corta della storia»

Simone rise e si spinse verso il ragazzo unendo le loro labbra, il disappunto di Manuel durò fino a quel momento, dopodiché fu rimpiazzato solo dal desiderio di avere l'altro il più vicino possibile. Si sdraiò a pancia in su e Simone lo sovrastò reggendo il suo peso sulle braccia, il più grande posò una mano sul suo bicipite constatando che il rugby non era uno sport così tanto inutile come aveva sempre detto. Simone si sistemò meglio sedendosi sui fianchi di Manuel che appena sentí quel contatto si lasciò scappare un sospiro.

«mamma mia per così poco Ferro»

Simone lo sbeffeggiò sorridendo sulle sue labbra.

«mo te faccio vedè io pe così poco»

Glasgow. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora