13.

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«ah vedo che sei ancora vivo»
«io vedo che sei popo stronzo invece»

Simone rise appena Manuel si chiuse la porta di camera sua alle spalle, era un giorno che non si vedevano ma era come se fossero stati sempre insieme, non avevano smesso un attimo di mandarsi messaggi in cui si punzecchiavano a vicenda confermando che non era cambiato assolutamente niente nel loro rapporto, tranne un po' di amore in più. Manuel si avvicinò a Simone che era indaffarato a svuotare ancora la valigia e gli lasciò un bacio leggero sulla spalla per poi abbracciarlo da dietro.

«stavo a pensa'»
«giá questo lo chiamo successo»
«a Simo' guarda mo come te accanno eh»

Il più piccolo ridacchiò girandosi e portando le braccia intorno al suo collo, faceva il sostenuto ma in realtà era mancato anche a lui averlo in giro per casa e andare a dormire insieme, paradossalmente Manuel si stava dimostrando molto più affettuoso di lui, cosa che non si sarebbe mai aspettato.

«e vabbè accanname, sarà la volta buona che mi rimorchio Dylan»
«te la devi smette co questo»

Simone sorrise lasciandogli un bacio sulle labbra e Manuel ne approfittò insinuando una mano sotto la sua canotta per posarla sul bacino, la reazione del più piccolo fu inevitabile, espirò dal naso tirandogli un po' i capelli, entrambi sapevano che non sarebbero potuti andare oltre con i loro genitori al piano inferiore, ma Manuel aveva scoperto che farlo impazzire era la cosa che più preferiva.

«poi famme sape' se Dylan te fa sto effetto»

Si staccò con un ghigno sul volto e si buttò sul letto con nonchalance iniziando a guardare qualcosa sul telefono, Simone rimase fermo per qualche istante sentendo ancora la pelle bruciare dove il ragazzo lo stava toccando pochi secondi prima, non si sarebbe mai stancato di quei contatti con lui e il fatto che l'altro lo stesse privando volontariamente non gli andava molto a genio.

«che stronzo»

Manuel sorrise continuando a guardare il telefono e Simone ricominciò a sistemare i vestiti.

«ma hai detto qualcosa a Laura?»
«piú o meno, perché?»
«Chicca sta a fa la pazza, le ha detto qualcosa»

Simone posò una maglia nell'armadio e si girò cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

«perchè sta facendo la pazza? È ancora innamorata di te?»

Manuel scoppiò a ridere abbandonando il telefono con un una chat aperta sullo schermo, il più piccolo guardò prima il telefono e poi lui con uno sguardo perplesso.

«ma che te ridi?»
«sta a fa la pazza perché non le ho detto niente Simò, m'ha fatto sostegno psicologico per tutta la vacanza»
«e tu non le hai detto niente?»
«stavo aspettando a cantarmela, non mi chiamo mica Simone Balestra»
«disse quello che mi ha spifferato due segreti mezzo secondo dopo averli saputi»

Manuel dalla sua posizione riuscì a dargli uno schiaffo sulla coscia e Simone rispose tirandogli la maglia che teneva in mano.

«vabbè ma quindi che stavi a pensa'?»
«che sti giorni possiamo anda' al mare»

Simone annuí continuando a sistemare i panni al loro posto nell'armadio mentre Manuel continuava a guardarlo, giorni prima si sarebbe imbarazzato fino all'inverosimile, in quel momento invece era contento di avere la sua completa attenzione anche mentre faceva una cosa banalissima, le guance si colorarono comunque di rosso, ma non voleva che smettesse mai di guardarlo.

«lasci perde sti vestiti e vieni qua?»
«Manu non finisco più di mettere a posto»
«dai dopo te aiuto io, mo vie' qua»

Il più grande lo tirò verso di se dal ginocchio e lui ci mise poco ad abbandonare gli ultimi vestiti di nuovo nella valigia e raggiungerlo sul letto, appena si sdraiarono uno di fronte all'altro Manuel alzò una mano passandola sull'accenno di barba di Simone.

«in realtà non stavo pensando di andare al mare, cioè si voglio fa pure quello, ma non pensavo a quello» confessò.
«e a che?»
«al fatto che non te voglio perde, Simo'»

Il più piccolo rimase abbastanza sorpreso di quelle parole, aprì la bocca per dire qualcosa ma Manuel lo precedette continuando a parlare.

«adesso è la paura mia più grande, ma pure prima in realtà. Quando t'ho recuperato sotto casa dopo l'incidente pensavo fossi morto Simò, non me rispondevi, non me guardavi, eri pallido e in quel momento l'unica cosa che ho pensato è stata "se è morto me ammazzo pure io". Poi te sei svegliato all'ospedale e ho iniziato a pensare a quanto te avessi trattato de merda e pure se non eri morto t'avevo perso comunque, ma te m'hai perdonato, lo fai sempre. È proprio questo che me preoccupa Simò, io ce provo a non fa cazzate, ce la metto tutta, ma non posso esse perfetto e se te stanchi? Che faccio io se te stanchi de perdonamme?»

Manuel aveva il cuore a mille in quel momento, non smetteva di accarezzare la guancia di Simone e di pensare a quanto fosse fortunato ad essere stata la sua scelta tra milioni di persone meno incasinate di lui.

«ma tu sei cretino?»

Ok, cosa?
L'espressione del maggiore cambiò da affranta a sorpresa, tutto si aspettava meno che una risposta del genere, soprattutto perché fino a un secondo prima sembrava che Simone stesse per scoppiare a piangere.

«no dimmi se sei cretino Manuel, dopo tutti i casini che abbiamo fatto, dopo quello che ho passato per te, finalmente riesco ad ottenere quello che volevo da mesi e tu arrivi qua e mi dici "ma se ti stanchi?"»
«a Simò tu forse non hai ben capito con chi c'hai a che fa»
«nono io l'ho capito benissimo, co un coglione ecco co chi. Ma questo lo avevo capito pure quando t'ho menato in palestra la prima volta e non me pare che la cosa m'abbia fermato. Manuel ti ho scassato una macchina a sprangate facendoti prende un sacco di botte, ho detto a Chicca che ti scopavi un'altra e sono scappato a Glasgow subito dopo, tutti e due abbiamo fatto cazzate, certo te un po' de più»
«ao»
«statte zitto, te un po' più de me, ma stamo qua finalmente dopo mesi e a me de tutto quello che hai fatto prima non me frega niente. Farai cazzate in futuro? Pure io le farò, c'hai intenzione de lasciamme per una cazzata?»

Il maggiore scosse la testa lasciando cadere la mano sul materasso che venne prontamente stretta da Simone.

«appunto. Me so innamorato di te pure se sei un deficiente Manuel, tu potrai esse meno deficiente ma io non potrò smettere di essere innamorato de te»

Il riccio si fiondò sulle sue labbra appena finì di parlare e solo in quel momento capì quanto due anime potessero essere destinate ad incontrarsi qualsiasi cose succedesse, Simone per lui era un'anima pura, un'anima che avrebbe camminato affianco a lui per parecchio tempo. Manuel pensò che la sua invece non fosse un'anima pura, anzi, sicuramente non lo era, ma era un'anima felice.

Sì dev'essere così

Che tutto quel che serve è un cuore

Altrimenti non saresti qui

A farmi respirare amore.

Glasgow. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora