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La confusione in quell'areoporto era quanto di più vicino all'inferno ci potesse essere per Simone, c'era persone che continuavano a sfrecciargli vicino trascinandosi dietro valigie più grandi di loro e lui non vedeva l'ora di uscire da quel posto per immergersi nella città decisamente meno confusionaria. Manuel al suo fianco cercava di camminare senza inciampare nei suoi stessi piedi e nella valigia che si trascinava dietro, Simone quasi rise quando un'imprecazione fuoriuscire in un Sussurro dalle sue labbra.

«Simone amore mio!»

Si girò verso l'unica voce italiana che riuscì a sentire in quel momento e vide sua madre attraversare il gate dell'aeroporto correndo, lo abbracciò  stringendolo forte a se e lui la accolse con un sorriso enorme, contento di rivederla dopo tutti quei mesi.

«com'è andato il viaggio? Tutto bene?» la madre lo allontanò leggermente tenendolo dalle spalle e Manuel trovò adorabile il modo in cui una mano corse a sistemagli i ricci già perfettamente ordinati.
«si, tutto bene, più o meno, Manuel ha vomitato tre volte»

Il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio da quando erano scese dall'aereo, si lasciò sfuggire un lamento dalle labbra.

«dai Simo', ma che figura me fai fa»

Floriana si avvicinò a lui poggiando una mano sulla sua spalla. A Manuel non diede fastidio quel contatto ma sicuramente gli fece strano che una persona a lui sconosciuta lo toccasse senza nemmeno presentarsi. Poi però la donna parlò e quella breve sensazione di disagio sparì facendolo sentire  un po' in colpa per quei pensieri poco gentili.

«mi dispiace Manuel, come stai ora? Vogliamo fermarci un attimo prima di salire in macchina?» il ragazzo scosse la testa prima ancora di parlare.
«no, no va tutto bene possiamo andare, grazie» Le sorrise e la donna ricambiò a sua volta.

La seguirono fuori dall'areoporto di Glasgow e per la prima volta entrambi ringraziarono di averle dato ascolto prima di partire, perché nonostante fosse fine giugno, avevano comunque bisogno di una felpa a causa dei 12 gradi in città. La parte positiva, però, fu che con quell'aria Manuel riuscì a prendere un colorito normale allontanandosi dal pallore avuto per tutto il viaggio.

Dopo aver caricato le valigie in macchina partirono per quelle strade così diverse da Roma ma che entrambi i ragazzi non vedevano l'ora di girare insieme. Quando Simone aveva proposto quel viaggio a Manuel, in realtà, non si aspettava che l'altro acconsentisse a partire con lui, invece il più grande non consultò nemmeno sua madre prima di rispondere in modo affermativo ed iniziare a programmare la partenza.

«sono felice che siate qui» interruppe il silenzio Floriana, lanciando un occhiata amche allo specchietto retrovisore.
«anche noi» A rispondere fu il più grande mentre guardava la strada scorrere fuori dal finestrino posteriore dell'auto.
«Manuel spero non ti dispiaccia dormire in camera con Simone, purtroppo non ho un'altra camera» Entrambi i ragazzi risero per quella frase, per quanto li riguardava era una cosa talmente assurda che Floriana non avrebbe nemmeno dovuto pensarla.
«mamma a casa dormiamo sempre insieme, Manuel sta più da noi che a casa sua» ridacchiò Simone.
«esagerato»
«eh mo dì de no»
«no»

Risero di nuovo entrambi e sul viso di Floriana spuntò un sorriso sincero, aveva sentito parlare di quel rapporto, gliene aveva parlato Simone quando era scappato lì a Glasgow e gliene aveva parlato più volte Dante al telefono, ma in quel momento riuscì a vedere con i suoi occhi perché tutti lo definivano un rapporto speciale, sembrava esistessero solo loro quando interagivano.

Quando arrivarono a casa di Floriana il riccio constatò che fosse un posto molto accogliente e tranquillo, non si stupí del fatto che il più piccolo si fosse rifugiato lì in un momento di rabbia. Simone gli fece strada fino alla camera e si trovarono davanti un letto con vicino una brandina, già entrambi con le coperte sistemate sopra.

«che carina tu madre, mica come te» borbottò guadagnandosi una spinta dietro la schiena.
«Manuel ti faccio torná a Roma a calci in culo»
«ao che voi, a casa tua non me l'hai mai fatto il letto»
«ah pure»

Si iniziarono a spintonare ridacchiando, e Simone riuscì solo a pensare che avrebbero potuto canbiare città, paese o casa, ma il loro rapporto sarebbe rimasto sempre lo stesso. Guardò Manuel buttarsi sulla brandina a faccia in giù mettendo le braccia sotto il cuscino, il suo stomaco ancora si doveva riprendere del tutto dal viaggio, quindi un po' di riposo gli avrebbe fatto solo bene.

«stasera usciamo?» chiese lui sistemando la valigia sotto la finestra.
«siamo arrivati da un'ora e già vuoi andá a rimorchiá Simò?» mugugnò contro oa stoffa.
«dai cretino che vuoi fare? Passare due settimane a letto?»
«non sarebbe mica male sa, c'è na bella vista»

Alzò la testa guardando il finestrone dal lato opposto del suo letto, si vedeva parte della città dall'alto e quel clima nuvoloso non faceva filtrare raggi fastidiosi.

«dai Manu»

Simone si buttò sul suo letto girandosi verso di lui e ostacolandogli la vista sulla città, non che a Manuel dispiacesse alla fine dei conti. Mica per niente, semplicemente Simone era un bel ragazzo, quello era un dato di fatto.

«si va bene te porto a rimorchiá» si arrese mettendosi nuovamente giù.
«non voglio rimorchiá, coglione»

Un secondo cuscino finì sul viso del maggiore che diede inizio alla seconda azzuffata nel giro di 10 minuti passati in quella stanza. Una cosa era certa per entrambi , nessuno dei due riusciva a tenere le mani lontane dall'altro, che fosse per infastidirsi o per dei tocchi casuali non faceva differenza.

«bene vedo che vi siete sistemati» Floriana entrò dalla porta nell'istante in cui il cuscino di Simone colpì in faccia Manuel facendolo sdraiare di nuovo sul letto. «Simone!»
«eh, glielo dica un po', me mena sempre» le diede manforte Manuel con un sorriso appena accennato.
«che faccia da culo che c'hai»
«Simone!»
«scusa»

Manuel sorrise soddisfatto, il rapporto con sua madre era totalmente differente da quello con suo padre, Simone non avrebbe mai chiesto scusa a Dante per una brutta parola e probabilmente Dante non lo avrebbe nemmeno mai sgridato per averla detta.

«sono venuta a dirvi che tra poco inizio a preparare la cena, non so se prima vi volete fare una doccia»
«grazie Floriana»

Appena la donna sparì dietro al muro Manuel ne approfittò per tirare a Simone il cuscino che lo aveva colpito poco prima, beccandosi un dito medio alzato che lo fece sghignazzare.
Decisero comunque di seguire il consiglio di Floriana e di andarsi a fare una doccia entrambi. Mentre Simone era al bagno Manuel raggiunse in cucina da sua madre, perché offrirgli una mano gli sembrava il minimo dopo esserle entrato in casa senza contribuire in nessuna spesa.

«posso aiutare?» chiese titubante.
«no Manuel, grazie. È quasi tutto pronto»

Manuel annuì mordendosi l'interno della guancia ma rimase lì fermo al bancone, sarebbe stato un cafone a girare i tacchi e tornare in camera, quindi per qualche secondo rimase lì in silenzio ad osservare i movimenti della donna davanti a lui, notando che qualche modo di fare Simone lo aveva preso chiaramente da lei, come inclinare la testa a sinistra mentre faceva una qualsiasi cosa che richiedesse un minimo di concentrazione.

«Simone mi ha detto che sei più grande di lui» prese parola lei.
«si, sono stato bocciato una volta» spiegò.
«sono contenta che abbiate fatto amicizia»
«anch'io»

Si sorrisero e continuarono a chiacchierare per i successivi 10 minuti, quando Simone li raggiunse Floriana gli stava raccontando di quando, da piccolo, era caduto di faccia dall'altalena dopo che Jacopo lo aveva spinto troppo forte.

«adesso ho capito perché sei così, hai sbattuto la testa» lo prese in giro, guardandolo divertito.
«voi due insieme siete una cosa terribile»
«stavo solo raccontando qualche aneddoto divertente» Simone le lasciò un bacio tra i capelli sotto lo sguardo intenerito di Manuel, lui aveva lo stesso vizio con sua madre.
«mi vado a fare la doccia io, così dopo siamo pronti» annunciò allontanandosi da loro.
«andate a fare un giro?»
«si, Simone vuole trovare un ragazzo scozzese a quanto pare»

Manuel sparì in camera con lo sguardo di Simone che bruciava sulle spalle, a Floriana bastò lanciare uno sguardo a suo figlio per capire che no, non era interessato a nessun ragazzo scozzese.

Glasgow. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora