10.

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Simone venne svegliato da delle risate provenienti dal salone, riuscì chiaramente a distinguere la voce di sua madre che diceva qualcosa e subito dopo la risata di Manuel. Si prese qualche minuto per stare ancora lì sdraiato a sentire l'odore dell'altro impresso sul suo cuscino e a ripensare al giorno prima, sperava con tutto il cuore che non fosse stata l'ennesima botta di follia anche se Manuel glielo aveva giurato, dopo tutti quei mesi stentava a credere che fossero arrivati a quel punto.

«giuro, odiava quel costume»

Appena sentí quella frase seguita nuovamente da risate decise di alzarsi dal letto per mettere fine a qualsiasi cosa stessero facendo ai suoi danni. Quando aprì la porta li trovò entrambi seduti sul divano con Manuel che teneva tra le mani un album di fotografie.

«si può sapere cosa state facendo?» borbottò indispettito, attirando l'attenzione di entrambi.
«buongiorno amore, sto facendo vedere a Manuel un po' di foto»
«Simo me aspettavo de tutto, ma il costume da uomo focaccina m'ha proprio stupito»

Il più piccolo lanciò un'occhiataccia a sua madre per poi raggiungerli e sedersi tra di loro, Manuel si sporse lasciandogli un bacio sulla guancia e poi tornò a guardare le foto. Le guance di Simone divennero di un rosso acceso e fu impossibile non notarle per Floriana che lo guardò con un sorriso enorme stampato sulle labbra, anche lei si sporse e gli lasciò un bacio sull'altra guancia.
Pensò che ci avrebbe fatto volentieri l'abitudine a tutte quelle dimostrazioni d'amore, avrebbe passato giornate intere tra Manuel e sua madre a farsi riempire d'affetto e questo lo faceva sentire un bambino di 5 anni in cerca di attenzioni.

«oggi è il mio giorno libero e voi tra qualche giorno tornate a casa, vi va se andiamo a fare un giro al centro commerciale e pranziamo fuori?» Manuel annuì subito ancora concentrato sull'album pieno di foto di famiglia e Simone si aprì in un enorme sorriso annuendo a sua volta. «perfetto, mi vado a preparare»

Floriana si alzò passando una mano tra i capelli del figlio e li lasciò soli sul divano andando in camera sua. Era chiaro che fosse successo qualcosa tra loro, lo aveva capito dall'umore di Manuel appena sveglio e glielo aveva confermato lo sguardo di suo figlio quando si era presentato in salone, e lei non poteva chiedere di meglio in quel momento.

«mi spieghi come siete finiti a guardare questo album?»
«le ho detto che non m'hai mai fatto vede' foto di te da piccolo e ha rimediato»

Manuel chiuse l'album poggiandolo sul tavolino davanti e loro e si girò verso Simone che quella mattina gli sembrò più bello del solito, aveva il viso più luminoso.

«volevi vedere le mie foto da piccolo?» domandò leggermente sorpreso.
«non dovrei?»
«che ne so» Simone si strinse nelle spalle e dalla sua voce trapelò una punta di insicurezza che Manuel non fece fatica a cogliere.
«Simò non è cambiato niente da ieri sera»

Il più piccolo continuò a fissare un punto indefinito del divano senza rispondere niente, quindi Manuel allungò una mano posandola sotto il suo mento costringendolo ad alzare la testa per poterlo guardare in quegli occhi in cui aveva imparato a perdersi.

«per te è cambiato qualcosa?»

Azzardò a chiedere, in risposta ricevette un cenno negativo con la testa e sentì il peso sullo stomaco scivolare via, aveva il terrore che Simone potesse aver capito qualcosa di diverso riguardo i suoi sentimenti.
Lasciò scivolare la mano dietro al suo collo e lo tirò a se facendogli poggiare la testa sul suo petto, Simone sorrise abbandonandosi completamente a quelle coccole che fino a quel momento aveva solo immaginato nella sua mente.

«ci dobbiamo preparare» soffocò sul suo petto.
«ao ma che c'hai fretta?»
«no»

Simone si sistemò meglio spostando la testa nell'incavo del collo di Manuel e allungò la mano poggiandola sul fianco opposto alzando leggermente la maglia del pigiama.

«e daje che tocchi» lo schernì Manuel sfiorando con le labbra il suo mento.
«vabbè ao non lo faccio più»
«non t'azzarda' proprio»

Dopo aver sentito la leggera risata a contatto con il suo collo, Manuel iniziò a far scorrere la mano sul braccio intorno al suo fianco e nella stanza calò un silenzio piacevole. Per la prima volta i suoi pensieri non facevano più rumore e sembrava essere tutto al proprio posto. Mentre chiudeva gli occhi abbandonandosi a quel contatto sentì un bacio sotto la mascella che gli fece istintivamente piegare la testa di lato, Simone lo prese come un invito a continuare finché la mano intorno al suo collo non si strinse leggermente.

«Simò fermate» Il più piccolo si staccò appena sentí la voce di Manuel più profonda del solito e puntò gli occhi nei suoi. «tu madre potrebbe uscì in qualsiasi momento»

Come se l'avesse chiamata Floriana aprì la porta della camera trovando i ragazzi decisamente troppo vicini per essere due amici, Simone si alzò in piedi facendo cadere le braccia di Manuel sul divano e si beccò uno sguardo perplesso da entrambi.

«noi stavamo-»

Si fermò perché non sapeva bene nemmeno lui che scusa inventarsi e la madre lo guardò con un sorriso divertito.

«stavamo per baciarci, forse questo volevi di'?»
«Manuel!» Floriana rise e Manuel alzò le spalle alzandosi dal divano a sua volta.
«che ne so Simo', sicuro non ha pensato che me stavi a leva' una ciglia dall'occhio»
«no non l'ho pensato» confermo la donna.
«ecco appunto»

A Simone bastò lanciare un'occhiata a sua madre per vedere quanto fosse contenta e non riuscì a fare a meno di sorridere scuotendo la testa. Alla fine era lei quella che aveva sopportato le sue lamentele in tutti quei mesi, almeno una soddisfazione finale era riuscito a dargliela.

«perfetto direi che ci andiamo a cambiare»

Spinse Manuel verso la camera e lasciò un ultimo sorriso a sua madre prima di seguirlo e chiudere la porta alle sue spalle. Lo guardò mentre si sfilava la maglia del pigiama dandogli le spalle e gli passò vicino facendo scivolare una mano sul suo fianco prima che si infilasse la maglia pulita.
A Manuel venne la pelle d'oca e appena Simone lo sorpassò per avviarsi all'armadio lui lo tirò dal collo della maglia costringendolo a fermarsi.

«te sembra normale quello che fai?» chiese.
«che ho fatto mo?»
«che me accarezzi, me baci e poi fai finta de niente?»
«non faccio finta di niente» disse Simone stringendosi nelle spalle.
«me pare proprio de si»
«Manuel ti ho accarezzato un fianco»
«mi hai accarezzato un fianco e te sei allontanato» puntualizzo', con il tono di ci non aveva alcuna intenzione di prendere alla leggera la cosa.

Simone, invece, rise perché quella conversazione sembrava essere davvero surreale, non capiva nemmeno perché Manuel gli stesse facendo una piazzata del genere per una carezza.

«e cosa avrei dovuto fare?»
«che ne so, tipo damme quel bacio che non m'hai dato prima»

Simone sbuffò un'altra risata e prese il suo viso tra le mani tirandolo a se, non si sarebbe mai abituato al casino che faceva il suo cuore durante quei contatti.

Note:
Qui per dirvi che mancano ufficialmente 4 capitoli alla fine della storia

Glasgow. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora