12. Sopravvivenza

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Quel lunedì, Jennie incrociò lo sguardo di Lisa all'entrata dell'Università ma la ignorò. Rosé non la guardò nemmeno e Joe provò a salutarla, ma Jennie ignorò anche lui ed evitò di pensare al fatto che quella sera sarebbe stata di nuovo trasportata nel suo incubo privato.

Kevin la aspettò fuori dalla classe e gli chiese un altro appuntamento, quel sabato. Ci sarebbe stata una festa in un pub e tutta l'Università sarebbe probabilmente andata lì. Jennie sapeva che ci sarebbero state anche le sue amiche, quindi accettò con piacere.

«Allora ci vediamo là!» la salutò Kevin.

Le amiche di Jennie vollero sapere dell'appuntamento di domenica e lei raccontò loro ciò che volevano sentirsi dire, ma evitò di rivelare la sgradevole sensazione di essere afferrata con forza da Kevin.

Nel pomeriggio, fu impegnata con gli allenamenti delle cheerleader e scoprì di essere ancora tutta indolenzita per l'avventura nell'Altra Metà. Si sentiva stanca e affaticata, e da quando aveva avuto l'incidente aveva smesso di andare a correre la mattina, perché gli sembrava di non avere le forze.

Quando chiuse gli occhi, quella sera, sprofondò immediatamente nell'oblio.

***

Rosé aveva ancora la febbre, quindi fu ancora una volta il turno di Jennie di accompagnare Lisa a controllare le trappole.

«Secondo me se ne sta approfittando.» borbottò Jennie.

«Rosé si è sempre data da fare, da quando è qui. Era Melinda a cercare sempre qualche scusa, mai Rosé.» commentò Lisa.

Arrivarono alla radura dove il pomeriggio precedente avevano sistemato le nuove trappole, dopo l'attacco dei cani.

«Senti... mi sai dire perché hai scelto dei nomi così stupidi per le bestie che vivono qui?»

Lisa sembrò offendersi. «Non sono nomi stupidi! Descrivono in poche parole l'animale, sono facili da ricordare e se ti dico che sta arrivando un branco di Anguille Volanti mi capirai al volo, senza errori. Non sono stupidi. Sono... funzionali.»

«Si... continua a ripeterlo.» gli disse Jennie, sarcastica.

Dopo aver sistemato le trappole, le due ragazze s'incamminarono verso la Valle dei Due Laghi per farsi un bagno. A metà strada, una strana nuvola oscurò il cielo.

«Vespe Assassine!» la avvertì Lisa, nascondendosi dietro un albero. «Rimani immobile sotto quel fiore. Non muovere un muscolo.»

Jennie si bloccò sotto una margherita gigante, nascosta all'ombra dai petali, a una ventina di metri da Lisa. Era così concentrata a osservare le vespe volare sopra le loro teste e allontanarsi, che quando la ragazza gli gridò «Corri!», Jennie rimase per un attimo ferma, confusa. Si guardò intorno per capire da dove venisse il pericolo, poi lo vide.

Un coccodrillo.

Aveva una cresta piena di spine sul dorso e occhi rosso sangue. Era lungo circa due metri, lo osservava poco distante. Jennie sgranò gli occhi e vide Lisa muoversi verso di lei, ma non gli diede il tempo di raggiungerla: si mise a correre più forte che poteva, sapendo che il coccodrillo l'avrebbe seguita e raggiunta in poco tempo.

Non era molto distante dalla Valle dei Due Laghi, doveva riuscire a raggiungerla. Si ricordò i consigli di Lisa mentre correva come mai aveva corso in vita sua, col cuore che gli batteva forte nel petto e l'adrenalina che gli scorreva nelle vene. Lisa doveva aver rallentato in qualche modo il coccodrillo, perché non riusciva a sentirlo dietro di sé.

Dopo qualche secondo, un rumore dietro di lei gli fece capire che l'animale l'aveva quasi raggiunta. Si girò appena per guardarsi alle spalle e lo vide, con un coltello conficcato in fronte. Neanche quello l'aveva ucciso.

Lisa era ancora viva?

Continuò a correre forte finché non arrivò alla valle, senza più fiato. Si fermò solo un momento a pensare, guardandosi indietro. Il coccodrillo l'aveva quasi raggiunta e Jennie sapeva bene che l'avrebbe seguita anche in acqua, finché non l'avesse avuta tra le fauci.

Ebbe solo un attimo per fare la sua scelta

Ed entrò nel Lago Freddo.

Il coccodrillo gli fu subito dietro, in acqua. Jennie stava quasi per arrendersi, quando una massa di colori gli nuotò incontro, la accerchiò e si diresse verso il coccodrillo.

Gli squali ti proteggeranno, gli aveva detto Lisa.

E così fecero. Gli si misero attorno formando un cerchio compatto, mentre quattro di loro si avventarono sul coccodrillo. Fu uno spettacolo orrendo. L'acqua si tinse di rosso mentre gli squali divoravano il rettile, facendolo a pezzi. Quando alla fine Jennie distolse lo sguardo, riuscì a stento a trattenere la nausea.

Con tutto quel sangue, ebbe paura che gli squali impazzissero, ma nessuno di loro sembro minimamente interessato a divorarla. Lisa arrivò poco dopo, ansante, e si fermò sulla riva.

«Grazie a Dio.» la sentì sospirare, e lei riuscì a trovare la forza di uscire dall'acqua per raggiungerla.

«Stai bene?» gli chiese lei, guardando ciò che era rimasto del coccodrillo galleggiare in acqua.

Jennie la guardò per un attimo, senza capire. Poi le gambe gli cedettero.

Lisa l'afferrò al volo e la strinse a sé. «È tutto finito, principessa. Sei stata brava. Sei stata brava.»

Le orecchie gli fischiavano e aveva problemi a vedere bene. Piccoli puntini neri gli offuscavano la vista, mentre si accorgeva a malapena di essere presa in braccio dalla ragazza.

Lei la portò fino alla casetta di legno, senza una parola.

Spiegò brevemente a Joe e a Rosé cos'era successo, poi la stese sul letto di piume e aspettò che si fosse ripresa. Jennie rimase in uno stato di semi-shock per metà della giornata. Fu solo al tramonto che si sentì meglio. Mangiò qualcosa, ma sempre senza proferire parola.

Al momento di dormire, si strinse forte a Lisa, che la abbracciò senza fiatare.

«Non sopravviverò a lungo, qui.» sussurrò Jennie, con le lacrime agli occhi.

«Sopravvivrai, principessa.» gli mormorò Lisa all'orecchio. «Considerala una promessa.»


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Tutti i diritti vanno a IreneToccaceli

L'Altra Metà del Mondo |Jenlisa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora