20. Bacio

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Era giovedì e Jennie si sentiva piuttosto ottimista mentre apriva gli occhi nell'Altra Metà.

Nonostante nessuna delle sue amiche si fosse ricordata del suo compleanno neanche nei giorni successivi, Jennie si addormentava ogni notte col ricordo delle meravigliose farfalle luminose che danzavano nel buio. Martedì aveva trovato un pacchetto davanti casa ed era piuttosto certa che fosse opera di Lisa. La scatola conteneva una torta di compleanno con su scritto "Tanti auguri, principessa". Niente firma, niente biglietto, ma Jennie aveva sorriso tra sé e l'aveva divorata in due giorni. Non aveva ringraziato Lisa, ma neanche lei ne aveva fatto menzione.

Per il resto, Jennie si sentiva sempre più in forze e si stava abituando alla dolce sensazione che la assaliva quando era circondata da Joe, Rosé e Lisa. Stavano diventato il suo supporto sicuro in un mondo devastato dall'incertezza, e ciò che di più simile ci fosse a una famiglia.

Alla sera, Rosé si sedeva accanto a lei per cucire insieme o chiacchierare, e una volta Lisa aveva portato a casa vari Denti di Leone e tutti avevano improvvisato un'allegra danza sul pavimento di legno. La lotta contro gli strani esseri che popolavano l'Altra Metà era diventata una fastidiosa abitudine, ma Jennie si sentiva sempre più agile, preparata, e temeraria.

Quel giorno, dopo aver accompagnato Lisa a costruire nuove trappole e aver mangiato di gusto un cefalo, Jennie si concesse un bel bagno nel Lago Freddo. Lisa aveva insistito per accompagnarla, anche se ormai la ragazza si sentiva sempre più sicura nell'uscite da sola.

Si era messa in costume e aveva giocato con gli squali, accarezzandoli teneramente sul muso e facendosi rincorrere nell'acqua. Vide che Lisa la osservava dalla riva, seduta con i gomiti appoggiati alle ginocchia e lo sguardo pensieroso. Anche lei era in costume, e si godeva gli ultimi raggi di sole prima del tramonto.

«Che c'è?» gli chiese Jennie alla fine, andando a sedersi accanto a lei.

La ragazza fece spallucce, con un'aria seria in viso. «Niente. È che... sei così diversa da come appari di solito.»

La ragazza si strizzò alcune ciocche dei capelli marroni, aggrottando la fronte. «Che significa?»

Lisa gli lancio un'occhiata incerta. «Beh, innanzitutto nell'aspetto fisico.» Quando Jennie fece per ribattere, Lisa rise. «Non è una critica, anzi. È che sono sempre stata abituata a vederti con i capelli lisci, e ora ce li hai mossi. Ti sei sempre agghindata molto, anche se da quanto vedo non ne hai bisogno. E poi...» si bloccò per un attimo, incerta se continuare.

Ma Jennie la stava guardando affascinata. «Continua.»

Lei sospirò. «All'università sei sempre seria. Mortalmente serie. Sembri intoccabile, superiore a tutto e tutti. Sprezzante, quasi. Mentre qui...» La sua voce si fece più bassa, mentre gli ultimi raggi di luce solare si riflettevano nei suoi occhi così. «Qui sei diversa. Ti sporchi le mani di sangue, partecipi a battaglie di fango, combatti con un coraggio che non pensavo potessi avere...» Si fermò un attimo a guardarla, e il suo tono si fece più dolce. «E ridi spesso. Non penso di aver mai visto il tuo sorriso, nel mondo reale.»

Jennie aveva la gola chiusa in una morsa e il cuore gli martellava nel petto. «Ma io sorrido spesso, nel mondo reale.»

«Non così.» sussurrò Lisa, avvicinandosi impercettibilmente. «Non come se fossi veramente felice. Non come se avessi tutto quello che desideri.»

Jennie si accorse appena di essere così vicina al suo volto da sentire il suo respiro sulla pelle. Lisa si avvicinò ancora, sfiorandogli appena le labbra con le proprie.

«Jennie...» mormorò lei, prima che l'altra prendesse la bocca su quella della ragazza, interrompendola.

Le labbra di Lisa erano morbide contro le sue, mentre con una leggera pressione gli faceva schiudere la bocca e il bacio si faceva più profondo. Jennie sentì dei piccoli brividi percorrergli tutto il corpo, intorpidendola. In un attimo il bacio si fece ardente e le mani di Lisa corsero ai suoi fianchi, stringendola appena. Jennie affondò le mani tra i suoi capelli, allacciandogli le braccia al collo mentre si sedeva a cavalcioni su di lei. Sentiva il cuore della ragazza battere forsennatamente - o forse era il suo? - e gli sembrò di essere finita in un sogno, un sogno strano e incredibilmente bello. Tutto intorno a lei era svanito, ogni cosa tranne le mani di Lisa su di lei e le sue labbra sulle proprie.

Si accorse di non riuscire a respirare con regolarità.

In vita sua, Jennie Kim aveva baciato molti ragazzi. Aveva avuto molti fidanzati e si era lasciata andare con molti di loro, ma nessuno era durato più di qualche settimana. Nessuno di loro le aveva fatto battere forte il cuore, o l'aveva fatta sentire completa.

Ma ciò che provava ora...

La sensazione di labbra calde contro le proprie non aveva mai risvegliato in lei emozioni così contrastanti quanto quelle che ora si dimenavano dentro di lei, tentando di uscire in superficie. Il suo corpo tremava e il suo cuore sospirava. Era una sensazione meravigliosa e allo stesso tempo spaventosa. Era come trovarsi sul bordo di un precipizio, con la voglia di lanciarsi nel vuoto e la paura di non riuscire a volare.

Cosa mi sta succedendo?

«Lisa! Jennie!»

Una voce poco lontana la strappò dal suo sogno, infrangendola in mille cristalli luccicanti. Si staccò da Lisa e le due ragazze si guardarono negli occhi, il desiderio come una scintilla tra di loro, mentre si affrettavano ad allontanarsi una dall'altra.

«Lisa!» urlò Rosé, ancora una volta. Joe le fece eco, chiamandoli entrambi.

«Siamo qui!» urlò Lisa, con voce roca. Si affrettarono a rivestirsi entrambe.

Si era fatto buio, senza che se ne accorgessero.

Rosé e Joe sbucarono da dietro un albero, con facce preoccupate.

«Che diavolo stavate facendo?» esclamò Rosé. «È buio, ci avete fatto preoccupare!»

Jennie sperò di non essere arrossita. «Scusa, c'era uno strano animale nei dintorni, quindi siamo state costrette a rimanere in acqua per un po'.»

Joe li guardò in modo strano, mentre Rosé si guardava intorno preoccupata. «Beh, è meglio rientrare, allora. Veloci!»

Lisa non disse una parola mentre raccoglieva la cintura con i pugnali e seguiva Joe nel bosco, verso casa. Jennie si sentiva ancora agitata per cioè che era successo.

Lalisa Manoban? No, mai!, cerco di convincersi.

Doveva dare un taglio a quella storia, fin da subito. Questa cosa avrebbe portato solo guai, e Jennie non avrebbe mai frequentato una come lei, almeno non nel mondo reale.

Quando arrivarono alla casa, si mise a cucire insieme a Rosé, e non ci furono occhiate, né altro.

Per la prima volta, al momento di andare a dormire, si stese accanto a Joe e si addormentò abbracciata a lui.

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Tutti i diritti sono di IreneToccaceli

L'Altra Metà del Mondo |Jenlisa|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora