Capitolo 65

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Mi risveglio con molta stanchezza, sento che potrei benissimo dormire per altri due giorni. Sono di nuovo nella cella di casa Salvatore, a quanto pare. Apro lentamente gli occhi definitivamente e sono ancora un po' disorientata; rimango mezza seduta per terra aspettando che arrivi qualcuno per tirarmi fuori oppure per darmi un po' di sangue facendomi recuperare le forze appena perse a causa della verbena.
I minuti passano ma non c'è traccia di nessuno, inizio a stancarmi.

"C'è qualcuno!?" Alzo il tono della voce per farmi sentire, percepisco dei passi arrivare verso la mia direzione, dopo poco vedo una ragazza mora, capisco che è mia sorella. Alzo gli occhi al cielo sbuffando, conoscendola sarà qui solo per farmi una ramanzina o il solito discorsetto sulla vita che quasi tutti odiano.

"Mi faresti uscire gentilmente?" Domando scocciata mentre mi alzo in piedi per poi appoggiarmi alle piccole sbarre, così da trovarci una difronte all'altra riuscendo a vedere solo il nostro viso.

"Ciao Mad" Mi saluta senza espressioni.

"Ciao Elena" Ricambio imitandola.

"Io e te dobbiamo parlare. So che questa cosa ti sembrerà un tradimento da parte della tua famiglia e anche dai tuoi amici, ma devi capire che lo stiamo facendo per te, non possiamo vederti con lui.... Non per i motivi a cui stai pensando, te lo prometto; vogliamo solo che tu stia al sicuro lontana da Klaus" Mi spiega, però questa cosa mi fa arrabbiare ancora di più a tal punto che tiro un colpo alla porta facendola spaventare e successivamente fa un passo indietro, non penso che si sarebbe aspettata questa reazione da parte mia.

"Questi sono affari miei, vi è chiaro?! La vita è la mia, decido io cosa sia meglio per me. Non tu, non Jeremy, non Stefan e non Damon." Dico chiaramente. Lei non aggiunge altro e si volta indietro per poi iniziare a camminare lasciandomi di nuovo sola.

"Se Alaric fosse qui mi avrebbe capita" Continuo. Elena sentendo la mia frase ad un certo punto si blocca per pochi secondi, dopo qualche istante riprende ad andare dritta.

Mi sono messa sul lettino che si trova qui, sto fissando il soffitto senza dire nulla mentre lancio ripetutamente in aria un sassolino che ho raccolto poco fa. Sono concentrata a non farlo cadere, non avrei voglia di alzarmi solo per recuperarlo, però i miei occhi cadono su un accessorio che indosso al polso: un braccialetto, il braccialetto che mi ha regalato Klaus quando mi aveva invitata al ballo, che ricordi...mi ritornano in mente i momenti di quella sera che abbiamo passato insieme, è stato divertente danzare con lui...beh, è sempre bello passare del tempo con Klaus, anche nei momenti in cui vorresti seriamente strappargli il cuore dal petto per quanto ti fa arrabbiare, ma se vuole bene a una persona farebbe di tutto per farla stare bene, ne sono la prova e lui è la mia.

Il tutto viene interrotto da dei rumori provenire dalla porta, mi giro per capire che cosa succede e vedo il volto di Damon fissarmi.

"C'è anche la fila adesso?" Chiedo ironica. Voglio essere lasciata in pace per adesso.

"Elena mi ha mandato qui per farti cambiare idea e bla bla bla...pensa che io possa convincerti ma a me non interessa e so che non cambierai opinione, quindi sono qui e basta" Confessa senza pensarci due volte.

"Puoi semplicemente andartene, no?"

"Se ne accorgerebbe, no?" Alzo gli occhi e mi avvicino a lui, l'unica cosa che ci divide è la piccola ringhiera.

"Allora, parliamoci chiaro. C'è qualcosa che non quadra: Klaus è un ibrido originale e il pugnale con lui non funziona, Rebekah non gli farebbe mai una cosa simile e tanto meno collaborerebbe con mia sorella dopo che l'ha uccisa alle spalle e sono abbastanza certa del fatto che non si sia offerto volontario per sparire all'improvviso. Quindi, che cosa gli avete fatto?" Domando guardando i suoi bellissimi occhi azzurri. Ci pensa per vari attimi, però poi alza le spalle e anche le sopracciglia, segno che non me lo dirà mai.

"Damon per favore!" Lo supplico arrabbiata ma non sembra avere effetto.

"Visto che non uscirai da questa posto ancora per molto, potrei darti un indizio..." Si ferma per riflettere. Aspetto il continuo con ansia.

"Anzi no, sai che ti dico? Meriti di restare qui sperando che quel bastardo ritorni da te" Cambia espressione, si sta infastidendo. Anche lui segue i passi di mia sorella, però mi è venuta un'idea in mente...

"Sarebbe un peccato se mai un giorno per sbaglio dovessi casualmente spegnere i sentimenti di nuovo, non è così? Ma state attenti, la vostra ipotesi, forse corretta, era quella che Klaus è l'unico che potrebbe riaccendere la mia umanità. Che dispiacere pensare che non è qui..." Forse con questo ci sono più possibilità di tirarmi fuori da qui, ci spero. Lui mi sta ascoltando senza dire niente e penso che si stia allarmando, spero solo che riferirà la mia confessione anche agli altri in modo tale da convincerli a dirmi dove si trova l'ibrido. Riprende a camminare, vedo che gira l'angolo perdendo la visione del suo corpo.

"Non sottovalutate le cose che potrei fare!" Esclamo a posta per farmi sentire e dargli fastidio, so benissimo che mi avrebbe udito anche se avessi solo bisbigliato e sa che non sto scherzando, se non si sbrigano a informarmi, spegnerò di nuovo le mie emozione e in questo modo non potranno più tornare, mai più. Sono disposta a farlo.

Sono nuovamente qui con il mio migliore amico sassolino, gli ho anche dato un soprannome: "Sassy", tanto non ho niente da fare, mi annoio e basta. Non so di preciso quanto tempo sia passato da quando sono in questo posto, però sono abbastanza certa che qualche giorno se ne sia già andato. Non avrei mai creduto di poterlo pensare ma....mi manca Klaus, mi mancano le sue risposte inopportune, mi mancano i suoi occhi azzurri e spenti, mi mancano quegli stupidi dipinti che non smette di fare, mi manca il suo "Ciao amore" e mi manca quel suo sorrisetto che non riesce mai a togliersi. Mi manca. 

Ad interrompere i miei pensieri sono degli altri ennesimi passi che sento arrivare, sono sempre più vicini, finchè non cessano, non guardo chi sia perchè già me lo aspetto.

"Damon vattene via" Ordino scocciata ipotizzando che la persona sia lui.

"Ciao Madison" Non è il corvino, è un'altra voce, quella voce...



In love with the villain - Klaus Mikaelson -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora