capitolo-4

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Taehyung's pov

Cazzo. Lo sapevo che non era un caso se veniva qua. Sono solo ora. E pure fottuto aggiungerei.

Dovrei essere terrorizzato, ma ormai credo di esserci abituato alle situazioni strette e scomode come questa. I lividi non fanno male, mi lasciano scappare alcuni sibili, all'impatto.

Ma alla fine una persona abituata a soffrire tutti i giorni, dovrà pur diventare immune al dolore, una volta assaporato con la punta della lingua il peggio.

-Ehi si saluta eh- Sembra quasi gentile... Mi giro lentamente e quando i miei occhi incontrano i suoi mi tira un pugno sullo zigomo. Seriamente?!

-Non mi piace quando stai in silenzio- sembra che stia ringhiando.

Stando di nuovo in silenzio mi becco un altro pugno nello stomaco e poi mi sbatte contro il muro girandomi. Mi ritrovo con la faccia schiacciata contro le piastrelle fredde e lui addosso a me che mi stringe nel pugno i polsi.

Che schifo.

-Mi f-ai male-

-Ah sì?-

Non dico niente e annuisco solamente. I polsi fanno sempre male. Quando torno a casa sono sempre nella stessa situazione in cui sono ora con Jungkook. Polsi legati e nessuna forza di combattere. Quando sono solo sono debole.

E poi i tagli.

Forse sono la parte peggiore.

Perché me li infliggo da solo.

-Rispondi a voce. Sono anni che andiamo avanti. Ormai lo sai- Si lo so.

-S-si. Mi fan-no male- Lo sento stringere ancora di più la presa e mi ritrovo senza fiato. Cazzo. Non so se ha notato i lividi neri che ho attorno alla pelle.

-Sei così sensibile Kim?-

Mi sussurra in un orecchio e mi ritrovo a rabbrividire. Ha la voce profonda, di nuovo.

Non faccio in tempo a rispondere che sento del liquido caldo e denso scorrermi tra le mani. Non riesco a vedere cosa è. Solo Jungkook può.

Mi rilassa questa sensazione. Mi fa girare la testa, mi annebbia la vista e attutisce i sensi. Il liquido che continua a scendere mi rilassa.

-Ma che cosa?? Non ho stretto così tanto... Merda! Kim che cazzo hai fatto eh??- non so perchè mi urli contro ora. Lo sapevi che un giorno mi avresti rovinato per davvero

-Jun-gkook...-

-Jungkook un cazzo!! Perchè sanguini?!-

Dovevo aspettarmelo. Ha stretto così tanto da riaprire le vecchie ferite. Adesso il sangue mi macchierà sicuramente tutta la camicia bianca. Si formerà uno schizzo scuro, rosso, un disegno che rappresenta il dolore che solo io posso capire. Mi segnerà come ogni volta che al mio cuore viene aggiunta una ferita. Uno spacco ogni volta che Jeon o mio padre mi picchiano. Sì, perchè da quando mia madre è scappata mio padre sfoga la sua rabbia su di me, e forse è meglio così. Non picchia più eomma. Ormai lei è riuscita a trovare la libertà. Con un altro uomo, un'altra famiglia. Mi ha abbandonato dicendo che non avrebbe portato con se il ricordo del marito violento che aveva sposato. Io per lei ero un errore.

-Perchè ti ho chiesto!!- le sue urla aggressive mi riportano indietro, nel bagno della scuola.

-Lasc-iami-

Probabilmente non si è nemmeno reso conto di tenermi ancora incatenato a lui. Quando lo nota non molla la presa e un filo di ansia mi invade il corpo. Cosa vuole fare?

Non ci metto molto a scoprirlo. All'improvviso sento la terra mancare sotto i piedi e due braccia possenti prendermi a mo' di sposa.

-Ora tu stai zitto. Non riesci a capire che la cosa non va bene?!! Deficiente... E coglione pure... Non mi hai nemmeno risposto-

-Dove stai andando Jungkook?!-

-Ti ho detto di chiudere quella bocca!! Ora ti porto in infermeria che se qualcuno se ne accorge sono fottuto- arrogante come al solito.

-Ora non parlare-

Questa volta sembra rivolgersi in modo più dolce, quasi preoccupato. Preoccupato per se stesso e la sua carriera, il giudizio dei professori e di suo padre. Lui pensa che sia cattivo, ma alla fine vuole solo il suo bene, anche se non sa dimostrarlo.

Con una mano appoggia il mio viso contro il suo petto e solo in quel momento posso realizzare quanto sia allenato.

Siamo troppo vicini. Tra bullo e vittima non dovrebbe andare così, mi imbarazza.

-Perchè ora sei arrossito?? Oddio... Mi fai pena-

Dopo poco arriviamo nell'infermeria della scuola. Come la conosco bene ormai... Hmm...

Mi sento poggiare su un lettino e poi la sua mano si avvolge delicatamente attorno al mio polso e mi tira il braccio verso di lui. Non faccio in tempo e lamentarmi che sento un forte bruciore all'altezza delle ferite.

Lo guardo e vedo il suo sguardo concentrato a pulire il sangue con del disinfettante in soluzione.

-Ahi, ahi, ahi-

-Non ti ho dato il permesso di parlare-

-Ora mi dici come ti sei procurato questi tagli?? Devo capire se posso ancora picchiarti o se hai altri segni quindi parla-

Vorrei tirargli un pugno. Dove è finito il ragazzo dolce che si dichiarò a me anni fa? È così strano.

-... Hmm, sono caduto-

-Certo. Vaffanculo voglio la verità, che se una cosa così succede nel corridoio mi uccide mio padre-

-Il mio già lo fa- Mi guarda con un sopracciglio alzato.

-... Cioè... Niente, niente, lascia stare-

-Va bene. Ma quindi è solo questa volta che ti sei tagliato. Se la settimana prossima lo rifaccio non succede di nuovo sta merda vero? -

-Si si... Puoi fare quello che vuoi-

Che coglione che sono anche io. Ormai mi importa così poco di me stesso da portare a vanti una conversazione così.

Continua a pulire le ferite ed io chiudo gli occhi abbandonandomi a quelle attenzioni così... strane.

La pace non dura molto.

Sento i suoi mugugni infastiditi.

Osservo le mani.

-Hai le cuticole piene di sangue, sciacquale Lo ascolto e sto fermo sul lettino tremando ogni volta che sento le sue mani fredde venire a contatto con la mia pelle.

-E smettila di far battere il cuore Kim. Guarda che lo sento-

ᴅᴏᴘᴇ- кσσкνDove le storie prendono vita. Scoprilo ora