capitolo-8

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Taehyung's pov

-Od-dio... Non di nuovo Kim-

Apro lentamente gli occhi, scoprendomi il volto. Non capisco subito la situazione in cui mi sono cacciato finché lui non inizia di nuovo a parlare.

A me in fondo fa piacere. Non mi sento male.

È un bruciore che mi accompagna da tanto.

-Kim cazzo. Perché sei sempre ricoperto di ferite? Perché?? Sono anni che ti picchio, ma per quale motivo solo ora succede tutto questo?? PERCHE' CAZZO NON LA SMETTI MAI DI SANGUINARE?!-

No, Jungkook, gli anni scorsi lo ero comunque.

Semplicemente non l'hai mai notato.

Ora sono debole, è passato tanto, non ho più voglia di fasciarmi i tagli o coprire con il fondotinta i lividi.

Mi sono rassegnato al mio destino. Non mi importa più di me.

Sto aspettando di poter scappare.

Non so nemmeno che cosa rispondergli. Resto fermo dove sono, cercando le parole che mi muoiono puntualmente in gola.

Ad un certo punto sento un dolore allucinante al fianco. La ferita aperta si starà infettando.

Sento mille aghi puntarsi sulla mia pelle, senza alcuna pietà verso il mio corpo. Mi accascio a terra, cadendo sulle ginocchia che hanno iniziato di nuovo a tremare. Apro la bocca e cerco di urlare, ma è come se la voce mi fosse sparita. Inizio a sentire il bruciore farsi più forte e infiltrarsi prepotente tra le mie carni. Mi sento preso da degli spasmi e tremo ancora più di prima.

Butto la testa per terra e inizio a piangere.

Sono patetico.

Non sopporto più niente. Voglio solo che tutto questo smetta. Subito. Non desidero soffrire oltre. Perché Jungkook mi deve vedere così? Perchè deve vedere quella parte che nemmeno Jimin conosce?

-Oh merda... KIM!! Ehi guardami, guardami dai. Non tre-mare, non tremare. Fermo. Kim guardami. GUARDAMI!!-

Si è fiondato al mio fianco, mettendosi anche lui a terra. Sembra sconvolto. Non capisce nemmeno lui cosa deve fare.

Forse il Jungkook di qualche anno fa mi avrebbe lasciato lì e sarebbe scappato, ma da un po' di tempo pare cambiato. Non mi abbandonerà. Non abbiamo iniziato la nostra relazione nel migliore dei modi, è vero. E di certo lui non avrebbe dovuto bullizzarmi per averlo smascherato quella volta. Ma alla fine non siamo comunque un caso perso.

Forse per la nostra relazione c'è ancora luce.

-Ki-m. Ti prego basta. Basta, basta, BASTA- le sue mani mi stringono possessivamente e cerca di farmi calmare mentre ancora tremo, senza un controllo.

-Fermi tutti. Ora faccio io e vaffanculo alle teorie di Yoongi e Namjoon sull'amore...- sta mugugnando qualcosa ma non afferrò completamente ciò che dice. Mi concentro più che altro alle fitte che mi partono dal basso.

-N-on vivrò- trovo finalmente il coraggio di parlare e in un attimo di pura follia faccio incatenare i nostri occhi.

Ha il viso perfetto. La mascella serrata, gli zigomi delineati, la pelle bianca e probabilmente morbida... Gli occhi nero pece in cui probabilmente sarebbe possibile perdersi.

In cui mi sto perdendo ora.

-Vieni. Non morirai. Ti aiuterò io, per questa volta-

Per la seconda volta sento le sue braccia stringermi a lui e poi mi prende in braccio. Mi ci sto abituando e forse non dovrei.

-Dove vai Jungkook? -

-Siamo nell'aula dei prof, qui non ci puoi restare. Andiamo in infermeria. Non posso lasciarti così-

-No! Non possono vedere. Mi farebbero troppe domande. Lasciami qui, faccio io-

-No, se non vuoi andare in infermeria ok, capisco. Intanto lo so che non sei caduto per farti questo taglio. Andiamo a casa mia? Si, li-

-Come?-

-Ti porto nella villa dei miei, a casa. Hmm, si-

Inizia a camminare con passo svelto. Le sue mani cercano di fermare i miei brividi e tutti i miei spasmi, con poco successo. Sembro veramente fatto di vetro, non appenda cado mi rompo subito.

La cosa peggiore e che Jeon continua a venire da me, continua ad aggiustarmi, e non ha paura di tagliarsi.

In poco tempo raggiunge l'auto nera dei suoi.

La patente non ce l'ha.

Di solito viene a scuola in pullman o a piedi e torna con questa auto... insieme ad un uomo, probabilmente un taxista...

Eppure ora non c'è.

Stiamo infrangendo la legge, cazzo.

Mi cerca di mettere comodo, stendendomi nei sedili posteriori, mentre io con una mano inizio a tamponare la ferita.

-Ti spor-cherò tutto...-

Torna al suo posto e inizia ad ingranare la prima.

Noto che mi lancia uno sguardo furtivo dallo specchietto retrovisore per poi sbuffare e rispondermi.

-Vieni avanti... Perché... Ho dei fazzoletti qui. Muoviti su-

Rimango stupito dalla sua richiesta, credevo che sarebbe tornato impassibile. Non so se riuscirò a raggiungere il posto che mi sta indicando con una mano, ma ci provo. In fondo mi ha esplicitamente chiesto di mettermi vicino a lui, e dubito di poter rifiutare. Non appena faccio leva sulle mie braccia per muovermi, sento il bruciore raddoppiarsi ma con coraggio che non credevo di possedere mi tiro su e mi siedo davanti.

-Ah-hh-

Mi guarda preoccupato, mentre accelera sempre di più.

-Fa male? Che stronzata, non mi rispondere. Ovvio che si-

Continua con il suo monologo di lamentele e sbuffi fin quando non arriviamo di fronte a quella che dovrebbe essere casa sua.

-Ci siamo piccolo. Vieni-

Mi prende di nuovo in braccio e insieme ci dirigiamo alla porta della villa.

Ha un buon profumo. Mi piace la sua colonia.

Così tanto che ne rimango inebriato e non mi accorgo del modo in cui mi ha chiamato.

Piccolo...

ᴅᴏᴘᴇ- кσσкνDove le storie prendono vita. Scoprilo ora