capitolo-27

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Jungkook's pov

-Ehi, ehi, ehi. Calma Tae. Come mai fai così?-

Probabilmente fissandolo non lo aiuto a spiegarsi, ma quel suo sguardo colpevole mi dice che è successo qualcosa, che dubito dovrei sapere.

Però sono curioso.

-Eh? N-niente... Pro-prio nien-te...- continua come un mantra a ripetere queste parole, come se potesse in qualche modo convincermi.

-Taehyung, per favore, mi dici cosa è successo. Non può essere nulla di così grave, ne sono sicuro- arrossisce ancora di più, scatenando nel mio stomaco, una strana sensazione, che mi riscalda.

-Kim... Che succede?- parlo con voce ferma e paziente, cercando di incutere un minimo di timore, quel giusto che basta a fargli ricordare, chi dei due ha il controllo.

-Jung-koo-k, mi dispia-ce, giu-ro- dice, mentre di nasconde dandomi le spalle ed abbassando la testa.

Ancora più confuso di prima, cerco di guardare il suo volto e non appena riesco ad intravederne uno scorcio, rimango stupito da quanto rosse siano le sue guance.

Gli vado davanti e gli alzo con forza il mento, facendo incontrare i nostri occhi; il contatto dura poco, infatti dopo nemmeno un attimo, sono lì a fissargli con insistenza le labbra che si sta torturando con i denti.

È magnifico anche in questo modo.

-La verità tigrotto- quel nomignolo deve avere un certo effetto su di lui, perché alza finalmente lo sguardo, timidamente e apre la bocca per parlare.

-I-io... Nel senso... io ho-o fat-to un sogno...-

-E allora dove è il problema?-

-Hmm... Oh!! Oh! Jung-kook! Il Progetto di convivenza! Ecco cosa pensavo!-

Lo guardo con sguardo afflitto, capendo che per ora non mi dirà la verità.

A pensarci però, questo dannato progetto rimane comunque un problema da risolvere. Negli ultimi periodi abbiamo fatto grandi passi avanti, lo ammetto, se prima lo vedevo solo come un oggetto, da frantumare, spaccare, ora Tae per me è diventato il più fragile dei cristalli da proteggere, anche da me stesso.

Si è rotto tante di quelle volte, l'ho distrutto in così tante occasioni, che non so come faccia a stare ancora in piedi.

-Certo... in effetti dovremmo iniziare a scrivere qualcosa... Se proprio ti preme possiamo salire in camera e iniziare a buttare giù qualche bozza-

-Oh, sa-sarebbe per-fetto direi-

Sorride imbarazzato e scappa via al piano superiore, mostrandomi quanto suo padre lo abbia scalfito attraverso i segni sulla parte bassa della sua schiena nuda a causa della maglia che svolazza.

Che persona schifosa che è quell'uomo, senza rispetto.

Ancora pensieroso lo seguo, ed una volta entrato in camera, chiudo la porta massaggiandomi piano le tempie.

-Hmm.. Jungkook? Stai bene?-

Alzo un attimo lo sguardo giusto per incontrare il suo preoccupato che mi fissa, mentre è seduto alla mia scrivania piena di carte.

-Si, si, non farti problemi, prendi il mio dannato computer e inizia ad impostare, io intanto mi cambio, che non sopporto 'sti jeans stretti-

Nasconde subito il suo viso abbassando la testa, mentre arrossisce, mettendo una mano davanti gli occhi; è veramente carino quando fa così.

Mentre lui prepara i materiali, mi incammino verso l'armadio nero, aprendo le ante e cercando dei pantaloni della tuta abbastanza larghi da farmi stare comodo. Ne trovo un paio grigio, così mi cambio in fretta, volendo tornare da Kim.

Non appena mi rigiro però, lo trovo lì a fissarmi, con gli occhi spalancati e la bocca dischiusa, mentre fissa le mie gambe, come scioccato.

Non ci vuole un genio a capire che mi ha guardato per tutto il tempo in cui mi sono cambiato, però la reazione che ha avuto al mio corpo scoperto è così... appagante... vorrei rivederla.

Con fare innocente inizio a togliere anche la maglia bianca che portavo, lasciando in bella mostra i miei addominali che diventano subito preda dello sguardo di Taehyung.

Mi riavvicino a lui che, con gli occhi sbarrati, ora che ha capito di essere stato scoperto, aspetta una mia mossa.

E di certo non mi faccio aspettare. Mi appoggio allo schienale della sedia dove è seduto e faccio combaciare il mio petto nudo con la sua schiena, creando una particolare frizione tra i nostri corpi.

Con una mano inizio ad accarezzare le sue braccia, per poi spingermi sempre più giù verso i fianchi.

-Cosa c'è? Non sai accendere un pc?-

Lui arrossisce ancora più di prima, raggiungendo una colorazione bordo, per poi lasciarsi sfuggire un piccolo gemito quando inizio a massaggiargli il cavallo dei pantaloni.

-N-non ci rie-sco co-sì-

La sua voce tremolante mi fa solo eccitare di più. Non capisco niente ormai, se non quanto tutto questo mi piaccia.

-Allora lascia stare e seguimi-


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ᴅᴏᴘᴇ- кσσкνDove le storie prendono vita. Scoprilo ora