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UNA NUOVA MISSIONE

La bionda fece retrofont, seguendo i passi che aveva compiuto per uscire dalla stanza dove c'era un chiaro brusio, Lancillotto si era appena alzato di scatto.

Gli sguardi si incrociarono, questa volta erano distaccati, non comunicavano alcun sentimento.

Elena inclinò la testa leggermente, facendo cenno di seguirla.

Appena si trovò fuori dalla porta la bionda prese parola: " Dobbiamo raggiungere Harry nel suo ufficio"
Il moro non fece parola, rimase silenzioso, mostrando il tragitto da percorrere alla ragazza.

"Eccovi! Volevo congratularmi con entrambi. Ho una missione da affidarvi"
"Come?!" Chiese tra lo sconvolto e l'infastidito.

"Sì, sei a capo di questa missione Lancillotto. Merlino tu lo seguirai. Sono sparite una serie di armi e ordigni nucleari, da diversi reparti militari dall'America alla Gran Bretagna. Chi ci sia dietro tutto ciò rimane un grande dubbio. Lavora con un gruppo di agenti scelti, si fanno chiamare i Revolver.

Una sorta di organizzazione criminale, gestita da qualcuno di tanto ingegnoso da lavorare dietro un computer. Gli ultimi tracciamenti sono stati rilevati a Parigi"
"A quanto risalgono?"
"Due ore fa. Dovete sbrigarvi. Buona fortuna, è tutto sul volo"
"Intendi adesso?"
"Esattamente, muovetevi" sorrise facendo con le mani segno di alzarsi e dirigersi verso la porta.

I due ragazzi si ritrovarono in pochi minuti davanti ad un jet privato, con aria interrogativa.

Avrebbero impiegato un'ora e mezza per trovarsi a Parigi, e da lì, come diceva Lancillotto iniziava il divertimento.

"Sai come funziona?" Chiese Elena interrogativa, sperando che la risposta ammettesse un si.

"Sì, ho già fatto un paio di missioni da solo"

"Non capisco perché abbia mandato me, per una missione tanto importante"
"Vuoi che te lo spieghi pure?" Rispose infastidito.

Merlino abbassò lo sguardo divertita, aveva soltanto in mente la faccia del moro contrariato dopo essere stato elettrizzato.

Per il resto del volo rimasero in silenzio, ognuno con il proprio computer ad analizzare le diverse informazioni.

"I Kingsman mantengono un profilo basso, ricordatelo" ammonì prima di scendere dal volo.

Elena aveva scoperto che l'uomo a cui stavano dando la caccia necessitava la collaborazione di uno dei migliori ingegneri nucleari per attivare quegli ordigni, ma secondo le ricerche questo uomo era stato trovato morto pochi giorni prima ad Washington.

Erano stati scortati in un appartamento davanti alla Torre Eiffel. Quel posto era magnifico, delle ampie vetrate si riusciva a vedere persino il cielo, che rimaneva ancora azzurro.

"Questo posto è stupendo" disse Elena buttandosi a capofitto sul letto.

"Abbiamo un lavoro da fare"

"L'uomo misterioso ha ucciso l'unica persona in grado di disattivare quelle armi"
"Perchè pensi sia stato lui?"
"Perchè morta la fonte, muoiono anche i problemi che genera conoscerne i segreti. Solo lui sa come fare adesso. Rainolds non gli serviva più. Anzi poteva solo fornire informazioni utili su chi ci fosse a capo dell'organizzazione"
"Evidente. Quindi adesso cosa si fa?"
"Necessitiamo un incontro con la criminalità parigina"
"Sei fuori di testa?"
"L'uomo che cerchiamo torna ogni volta ottenuto l'ordigno in città"
"Questo come lo sai"
"Ho craccato i siti della CIA"
"Sei geniale" disse alzando le mani al cielo e circondando il viso della ragazza con le sue grandi mani.

"Adesso preparati, ti confeziono un incontro per sta sera"

"Potresti andare tu"
"Non se ne parla, dovrai parlare con una donna"
"Allora ci penso io" sorrise, provocando un leggerlo disgusto della bionda.

Elena si era ritirata nel bagno, infilandosi silenziosamente nella vasca ormai piena di bollicine.

Si stava rilassando completamente quando la porta improvvisamente si aprì.

Lancillotto fece comparire un simpatico sorriso sul volto, mentre la bionda si nascondeva sotto la schiuma di sapone.

"Sei un coglione"

"Eri sparita, non avevo idea di dove fossi"
"Beh, adesso ce l'hai. Esci"
"Come vuole" disse facendo un piccolo inchino e dileguandosi fuori dalla porta.

Poco dopo si diresse fuori dal bagno avvolta da un asciugamano.

Eggsy intanto pensava a quello che era successo poco prima, imbarazzante, ma apprezzabile.

Voleva conoscere meglio quella biondina, perché lo attirava. Rimaneva un grande posizione di lui ( quella orgogliosa ) che la odiava profondamente.

"Sei pronto?" Domandò volandosi per vederlo abbottonarsi la camicia.

Elena rimase immobile per qualche secondo, abbastando lo sguardo all'altezza del ventre del ragazzo.

Non fu di certo una spiacevole veduta, sugli addominali del moro.

"Certo Signorina?"
"Merlino"
"Oh, senti è ridicolo chiamarti Merlino"

"Non ti dirò come mi chiamo Lancillotto"
"Se io ti dicessi il mio? Sembra un ottima offerta"
"Quando sarà necessario" sorrise gentilmente, sistemandogli la cravatta.

Lasciò il tessuto scorrere sulle mani, al contempo sfiorando la camicia del ragazzo.

Improvvisamente alzarono lo sguardo entrambi, incrociando quei fantastici occhi azzurri.

"Aspettami, devo venire anche io"
"Non era così il piano" la rimproverò

"Se succede qualcosa ti copro"
Il moro rimase in silenzio mentre la vide sparire dietro la porta. Aveva assunto un aspetto quasi formale.

Aveva indossato dei pantaloni neri, abbinati a una giacca e sotto un corsetto del medesimo colore.

Elena scuoteva i capelli con le mani, per farli riprendere poi si diresse verso la porta, facendo cenno al moro di muoversi.

IMPOSSIBLE- eggsy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora