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DANNATAMENTE STUPIDO

Henry era sparito quella mattina, come un piccolo fantasma si era slanciato fuori dal letto, per assistere al nuovo piano.

Parlava animatamente con Klaus, uno dei suoi collaboratori o meglio definirlo una sorta di sicario a ampio spettro, che svolgeva qualsiasi mansione fosse richiesta.

"Non penso che sia una buona idea tenerla in casa, portatela a letto e lasciala vivere la sua cazzo i vita in pace"
"Non rischierà di morire se resta con noi"
"Tu sei folle. Non voglio pesi, non voglio impicci" disse alzando il volume della voce.

"Potresti ricordarmi per chi cazzo lavori? - disse iniziando a diventare violaceo, la rabbia repressa era solita scoppiare quando qualcosa andava storto - Lavori per me, tu farai tutto quello che ti dico" sbattè le mani sul bancone della cucina. Facendo sussultare i presenti.

Elena ascoltava immobile da letto.

Avrebbe tanto voluto parlare con Eggsy dirgli di venirla a prendere.

Doveva aspettare la sua chiamata, trascorse 48h.

Affondava la testa nel cuscino come se volesse morire, aveva ancora indosso quel sottile vestitino, che ne rotolarsi nel letto si era alzato lasciando scoperto il bacino. 

Eggsy quella sera si era sentito in colpa per aver partecipato a quel piano del cazzo, era un'idea folle.

Se le avesse fatto qualcosa?

Ma tutto ciò non era affatto prevedibile. In quel momento si diresse in cucina dove tutti gli altri continuavano a consultare le opzioni.

Era rimasto tutto il giorno chiuso in camera a provare a dormire, con pessimi risultati.

"Chi si vede!" Disse ironicamente Ethan dandogli una pacca sulla spalla.

Eggsy non gli piaceva, soprattutto perchè era incomprensibile che rapporto avesse con la figlia.

Fosse stato disprezzo, approvazione, disgusto o attrazione rimaneva grandissimo punto interrogativo.

Non gli sembrava in alcun modo affidabile, ma probabilmente erano le paranoie da classico padre, quando aveva visto che le stringeva la mano.

"Come sta procedendo?" Domandò addentando una ciambella, aveva quel modo di fare energico quella mattina, in realtà era particolarmente agitato.

"Ancora a casa, nella camera da letto credo"
"Ha dormito con lui?"

In quel momento era diventato molto preoccupato.

"Che rapporto hai con mia figlia?" Lo interruppe, percependo chiaramente che la domanda l'aveva messo in imbarazzo.

"Nessuno! - rispose strozzandosi con la ciambella - Siamo colleghi"
Ethan lo scrutò dall'alto in basso, aveva assunto deluso dalla risposta, come per indicare che chiaramente c'era qualcosa sotto.

"Non sei una persona affidabile, lo sai? Piccoli furti, qualche canna e poi tutto pulito. Magicamente pulito, ma i dossier cartacei non spariscono Gary Unwin. Ti hanno messo in una sorta di recupero, un corso per quelli come te?"
A quelle parole rabbrividì, nessuno gli aveva mai parlato in quel modo, riguardo a quelle cose e accusandolo come se fosse il più grande criminale d'Europa.

"Peccato che lei continua a non sapere un cazzo di me. Non credo che spetti a lei parlare di cosa è giusto, e cosa no, perché le sue scelte sono risultate tanto egoistiche quanto le mie. Dopo la morte di mio padre non mi sono ripreso correttamente. Io amavo mio padre e sono caduto in una sorta di buco nero. A sua figlia sarebbe accaduto lo stesso, ma infondo era già abituata da tempo a non avere nessuno a suo fianco, non è così ? Quindi ogni volta che qualcuno se ne andava dalla sua vita, continuava ad andare avanti, e ora la guardi. È diventata tutto ciò che ha sempre odiato di se stesso, se non peggio di lei"

I tre collaboratori rimasero in silenzio, probabilmente Eggsy aveva ragione.

Elena sarebbe stats in grado di sparare dritta la cuore del bersaglio, al contrario di metterlo momentaneamente fuori gioco. Anzi credeva che sarebbe stata una soluzione risolutiva, efficace e veloce.

Simon cercò di cambiare velocemente discorso, sentiva la tensione aumentare rapidamente.

"Ethan, Thomas ricognizione sul luogo"
"Perchè non vado anche io a fare quella cazzo di ricognizione? Da quando voi fottuti americani prendete in mano la situazione" iniziò a sbraitare infastidito.

"Mi servi qui" lo tranquillizzò.

Mentre i due uomini si erano dileguati, anche perchè non tirava buona aria in quell'appartamento.

Simon intanto contemplava il computer in cerca di risposte, voleva tranquillizzare il moro.

Eggsy cercava di capire che cosa stesse facendo con quel dannatissimo computer.

"Senti ragazzo, sono sincero Ethan non ha un carattere fantastico. Una serie di problemi di fiducia, sai come sono fatti quelli come noi"
"Si, è proprio uno stronzo"
"Ascolta. Siamo tutti preoccupati per Elena. Mi immagino quanto sia costantemente combattuto per quella ragazza, e non ho idea se siate fidanzati, ma è come sei con lei..."
"Non è la mia ragazza"
"Solo l'amore ti rende così folle, e così dannatamente stupido"

Quelle parole erano fuoriuscite con una voce calma e soave, al sentirle non gli diedero nemmeno fastidio.

Eggsy non aveva idea di cosa stesse provando in quel momento. Aveva sentito la bocca farsi amara, un nodo alla gola, come se facesse fatica a ribattere.

Stava avendo problemi nell'esprimersi, perchè non aveva idea da dove partire. Non si era mai innamorato.

Amava suo padre, sua sorellina, in qualche modo sua madre, nonostante per diverso tempo l'avesse deluso. Sapeva bene quale fosse la differenza tra amore e odio.

Odiava l'ex fidanzato di sua madre, odiava suoi scagnozzi.

Non sopportava Charles.

A volte era portato ad odiare se stesso. Quando falliva, quando si prendeva responsabilità che non gli appartenevano.

Ma quando si trovava a doversi relazionare con delle ragazze, quel contesto rimaneva una disfatta aperta tra mente e cuore, ed ecco che a forza di sfinirsi, morivano tutti gli schieramenti.

Era indifferente. L'importante che fosse bella.

Infatti si ritrovava per lo più a frequentare ragazze stupide che dopo qualche serata lo annoiavano.

Elena era brillante, divertente e sì, dannatamente bella.

Tra loro però esisteva una sorta di divisione.

Qualcosa che non lo spingeva ad andare oltre, e continuando a rimuginare sulle parole i Simon, capì che non si sentiva all'altezza.

Il motivo rimaneva un grandissimo punto interrogativo, ma non si sarebbe soffermato su le cause piuttosto che su quale definizione poteva dare al loro rapporto.

La mente di Eggsy era piena di pensieri, ma in qualche modo, quando gli occhi si incontravano o le mani si sfioravano appena, nella sua testa iniziava a prendere vita un'armonioso silenzio.

"Eggsy? - lo richiamò alla realtà - Non essere così duro con Ethan, vuole sistemare le cose. Non aveva idea che sua figlia potesse diventare come lui"
Il moro annuì, aveva capito la metà di quello che gli era stato detto, ma adesso si sentiva insicuro di qualsiasi sua mossa.

IMPOSSIBLE- eggsy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora